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Nick: puravita
Oggetto: vota no!
Data: 12/6/2006 12.14.42
Visite: 119

Le ragioni di un NO

Appello del Comitato Scientifico

(aggiornamento lunedì 12, ore 9)


Il referendum del 25-26 giugno è una decisiva occasione per azzerare una riforma che investe parti essenziali della Costituzione repubblicana. Il nostro proposito, dichiarato due anni fa, è stato: aggiornare, non demolire la nostra Carta costituzionale: ma le riforme coerenti con i principi fondamentali della Costituzione possono realizzarsi solo se viene cancellata questa pessima controriforma.

Il testo sottoposto a referendum, indicato con l'improprio nome di "devolution":

a) ferisce l'unità nazionale attribuendo alle Regioni la competenza esclusiva in materie che riguardano i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti alla salute ed alla istruzione. Oltre ai costi mai precisati di questa operazione, che sarebbero comunque molto alti, è chiaro che soluzioni dissociative di questa natura si risolverebbero in un ulteriore depotenziamento delle Regioni finanziariamente più deboli, rendendo vano ogni sforzo di perequazione nell'ambito del federalismo fiscale. In più, il sistema sanitario tenderebbe a differenziarsi per il diverso rapporto tra sanità pubblica e sanità privata. Bisogna poi tener conto dei pesanti effetti di differenziazione derivanti dalla attribuzione del carattere esclusivo alle competenze regionali nelle altre materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato (agricoltura, industria e turismo, tra le altre): in queste materie potrebbe diventare impossibile la determinazione di principi generali unitari e di qualunque politica nazionale;

b) concentra nel Primo ministro poteri che rendono del tutto squilibrata in senso autoritario la forma di governo dell'Italia, isolandola dagli Stati liberal-democratici. La blindatura del vertice del governo è praticamente assoluta, perché la sua sostituzione con un altro Primo ministro appartenente alla stessa maggioranza (che eviterebbe lo scioglimento della Camera), è resa impossibile dall'altissimo quorum richiesto. Il Presidente della Repubblica perde il potere di scioglimento della Camera, che passa integralmente al Primo ministro: la Camera dei deputati è degradata ad una condizione di mortificante inferiorità: o si conforma alla richiesta di approvazione di un testo legislativo su cui il Premier ha posto la questione di fiducia o, se dissente, provoca lo scioglimento dell'Assemblea e il ritorno di fronte agli elettori. La finalità "antiribaltone" non giustifica queste scelte estreme, perché la stabilità del governo dipende soprattutto dal "fatto maggioritario", realizzabile anche con l'attribuzione di un premio di maggioranza, come è già avvenuto nelle XIV e XV legislature;

c) Il superamento del bicameralismo paritario (escludendo il Senato dal rapporto di fiducia) non è giustificato dalla creazione di un vero Senato federale rappresentativo degli enti e delle comunità territoriali. La riduzione del numero dei parlamentari è un espediente puramente demagogico perché essa è operativa solo dal 2016 quando i capi e capetti di oggi saranno sperabilmente in pensione;

d) La distribuzione delle attribuzioni legislative tra Camera e Senato in base alle diversità delle materie (quelle di competenza esclusive dello Stato, le altre di competenza concorrente con le Regioni) rende del tutto incerto l'esercizio del potere di legiferare, anche perché il Primo ministro può spostare dal Senato alla Camera la deliberazione in via definitiva sui testi ritenuti fondamentali per l'attuazione del programma di governo;

e) da ultimo, ma non per ultimo, il testo sottoposto a referendum viola l'art. 138 della Costituzione, che non prefigura "riforme totali" della Carta, e viola i diritti degli elettori, radicati negli artt. 1 e
48
Cost., elettori che con un solo "si" o "no"
vengono costretti a prendere contemporaneamente posizione sulle modifiche delle funzioni del Presidente del Consiglio, delle funzioni del Presidente della Repubblica, del procedimento legislativo, della composizione e delle funzioni di Camera e Senato, delle competenze legislative regionali, della composizione della Corte costituzionale, del giudizio di legittimità costituzionale in via diretta e del procedimento di revisione costituzionale.

Se vincesse il sì diventerebbe impossibile per molto tempo cambiare un testo approvato dal popolo; mentre se vince il no, c'è solo il rifiuto di "quella" riforma (votata nella passata legislatura) restando aperta la strada per emendamenti migliorativi puntuali coerenti con i principi ed equilibri fondamentali dell'impianto costituzionale: emendamenti da approvare a maggioranza qualificata, in forza della auspicata riforma dell'art. 138 della Costituzione, volta a mettere fine una volta per tutte all'epoca delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza.


Già firmato da :


Leopoldo Elia (Ex Pres. Corte costituzionale)

Gustavo Zagrebelsky (Ex Pres. Corte costituzionale)

Valerio Onida (Ex Pres. Corte costituzionale)

Francesco Paolo Casavola (Ex Pres. Corte costituzionale)

Franco Bassanini

Alessandro Pizzorusso

Lorenza Carlassare

Alessandro Pace

Federico Sorrentino

Gaetano Azzariti

Gianni Ferrara

Enzo Cheli

Sergio Stammati

Massimo Luciani

Paolo Caretti

Salvatore Prisco

Antonino Spadaro

Mario Dogliani

Giorgio Pastori

Roberto Bin

Paolo Ridola

Giancandido De Matin

Adriana Vigneri

Roberto Zaccaria

Pietro Ciarlo

Luisa Torchia

Renato Balduzzi

Vincenzo Cerulli Irelli

Luigi Berlinguer

Massimo Villone

Gregorio Arena

Mauro Volpi

Paolo Carozza

Massimo Carli

Maurizio Oliviero

Guerino D'Ignazio

Alfonso Di Giovine

Bernardo Giorgio Mattarella

Angelo Antonio Cervati

Annamaria Poggi

Ernesto Bettinelli

Giulio Vesperini

Vittorio Angiolini

Tania Groppi

Gianfranco D'Alessio

Silvio Gambino

Alfonso Celotto

Stefano Grassi

Enzo Balboni

Alberto Massera

Cesare Pinelli

Giovanni Serges

Giuseppe Di Gaspare

Enrico Grosso

Gladio Gemma

Roberto Pinardi

Agatino Cariola

Andrea Pugiotto

Massimo Siclari

Francesco Rimoli

Gianluca Gardini

Stefano Sicari

Auretta Benedetti

Carla Barbati

Lucia Serena Rossi

Paolo Carnevale

Gianni Sacco

Andrea Gratteri

Roberto Oliva

Francesco Vella

Mauro Renna

Ernesto Sticchi Damiani

Emanuele Conte

Marco Bombardelli

Alberto Lucarelli

Maria Paola Guerra

Nicola Lupo

Maria Alessandra Sandulli

Maria Cristina Grisolia

Lorenzo Chieffi

Giovanni Cocco

Giorgio Grasso

Antonio D'Aloia

Riccardo Guastini

Joerg Luther

Filippo Pizzolato

Francesco Rigano

Emanuele Rossi

Camilla Buzzacchi

Anna Marzanati

Aldo Sandulli

Gianmario De Muro

Fernando Puzzo

Barbara Marchetti

Francesco Bilancia

Paolo Giangaspero

Leopoldo Coen

Daria De Pretis

Giovanni Di Cosimo

Giuditta Brunelli

Antonio Cantaro

Rosanna Tosi

Federico Butera

Alberto Massera

Giovanni Cocco

Claudio De Flores

Saulle Panizza

Giuseppe Campanelli

Pietro Pinna

Omar Chessa

Elena Malfatti

Sandro Staiano

Francesco Rigano

Matteo Cosulich

Filippo Donati

Maria Stella Righettini

Valeria Piergigli

Luisa Azzena

Nicola Vizioli

Giampaolo Gerbasi

Luca Baccelli

Paola Marsocci

Laura Ronchetti

Giudittta Brunelli

Sergio Congiu

Renato Pescara

Giovanni Saracino

Giulia Tiberi

Emanuele Menegatti

Andrea Zanella

Francesco Di Matteo

Paolo Sabbioni

Arnaldo Bagnasco

Fausta Guarriello

Carlo Cester

Valerio Speziale

Giulio Enea Vigevani

Giuseppe Pera

Giancarlo Guarino

Sergio Gerotto

Maurilio Gobbo

Luca Baccelli

Giovanna Bianchi

Enrico Caterini

Marco De Cristofaro

Gilberto Lozzi

Diego Corapi

Antonio Mantello

Adriana Topo

Giuliano Crifò

Mauro Catenacci

Oronzo Mazzotta

Massimo Coccia

Maria Luisa Alaimo

Pio G. Rinaldi

Piero Antonio Bonnet

Maria Grazia Campari

Fausto Granelli

Domenico Gallo

Carlo Renoldi

Mauro Meucci

Francesco Maisto

Riccardo Fuzio


Pippo Ranci

Silvia Giannini

Marcello Messori

Claudio Nunziata

Mario Sarcinelli

Giuseppe Marotta

Giana Antonio Mian

Roberta Calvano

Marcello Piazza

Luciano Corradini

Franco Russo

Michele Emmer

Michele Lalla

Adele Maiello

Luciano Hinna

Maria Teresa Spagnoletti Zeuli

Fulvio Rino

Valentina D'Urso

Mario Vietri

Livio Triolo

Marco Rossi

Silvana Saiello

Paolo Bosi

Alberto Burgio

Maria Cecilia Guerra

Corinna Papetti

Ennio Bertolucci

Giovanni Saracino

Achille Flora

Carlangelo Liverani

Vincenza Orlandi

Federico Albano Leoni

Geminello Preterossi

Carmine Ampolo

Anna Oppo

Paolo Ramat

Gaetano Arfè

Marcello Cini

Giovanna Grignaffini

Wilma Labate

Raniero La Valle

Simona Pergolesi

Aurelio Picchiocchi

Enrico Pugliese Gabriella Turnaturi



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