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Nick: wolf69
Oggetto: LUCIANO
Data: 16/6/2006 11.50.43
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Tutti a dargli contro e pensare di Lui le peggiori cose attribbuendogli epiteti osceni e irripetibili
Vergognamoci tutti. Moggi fa la vittima: "Io come Provenzano"
Le "verità" di Moggi ai magistrati
"Sono servito da capro espiatorio"
Ha pianto due volte, negato, ironizzato, ma alla fine non ha convinto. La verità di Luciano Moggi su calciopoli è in 220 pagine di interrogatorio con i pm napoletani. "Sono stato massacrato, preso come capro espiatorio. Il potere reale ruota tutto attorno ai diritti tv, io ho solo cercato di tutelare gli interessi della Juve. Poi accusa: "Non sono uno stinco di santo ma ho agito contro lo starpotere televisivo".
La strenue difesa della Juventus
Le cinque ore di interrogatorio cui è stato sottoposto il 15 maggio scorso nella caserma dei carabinieri in via In Selci a Roma hanno prodotto per 220 pagine di verbali. Luciano Moggi ha provato a difendersi dalle accuse di essere a capo di un sistema che manovrava a proprio piacimento il calcio italiano e lo ha fatto con tutte le sue forze. Ormai chiara la premessa della sua difesa ("ogni attività da me posta in essere era per tutelare gli interessi della Juve"), l'ex dg della Juventus dà la sua spiegazione sulla questione delle "griglie", uno dei nodi centrali dell'inchiesta. "E' dovere di un dirigente curare bene i rapporti della propria società - si legge nei verbali - Almeno, io sono così. Se ho fatto una telefonata, se ho detto il mio pensiero, che poi mi sembra che si sia mai verificato, l'ho detto perché ritenevo e ritengo che si dovesse dare peso a arbitri importanti, che danno garanzie di rendimento certo. Ma solo perché la Juve non ricevesse danni e non certo favori".
Accuse contro il presunto potere di Galliani
Inoltre sempre secondo quanto riportato dai verbali, l'ex dg bianconero si lancia in una pubblica accusa contro quello che secondo lui sarebbe il "vero" potere del calcio. Il riferimento è al potere esercitato a partire dalla vendita dei diritti tv ed in maniera esplicita Moggi chiama in causa a tal proposito Adriano Galliani in qualità di presidente di Lega: "Quando si parla di potere - si legge - non si può prescindere dove si opera e cioè cosa vuol dire avere televisioni, moviole e trasmissioni e non avere niente come la Juventus". Il concetto viene spiegato meglio più in la quando Moggi chiama in causa le piccole società e i diritti tv pagati a queste ultime: "Galliani dice in funzione di presidente di Lega: non ti preoccupare, ti do una mano a prendere di più, e regolarmente prendono di più". Ed ancora: "Conta di più questo potere che è conflittuale perchè Galliani è anche l'ad del Milan, o prestare due o tre giocatori gratuitamente alle società". Moggi continua nelle sua strenue difesa: "Mi sento come Calimero, brutto e nero perchè il più debole di tutti. Non sono uno stinco di santo, dove posso dire di aver fatto qualcosa è davanti allo strapotere televisivo contro la Juve, una contromossa per difenderci".
Antipatia Collina
Moggi parla di anche di Pierluigi Collina, ritenuto arbitro "amico" del Milan. "Tra noi e lui c'è poca simpatia - ha ammesso - Il signor Collina ha battuto il record dei 75 minuti tra un tempo e l'altro (riferendosi a Perugia-Juve del 2000, che costò lo scudetto ai bianconeri, ndr)". Ma anche nei momenti di difficoltà, Moggi trova il modo di ironizzare. "Abbiamo fatto un regalo a Collina: un ombrello in ricordo di quella partita. Il signor Collina è così disponibile a familiarizzare con un dirigente di una società come il Milan". Chiaro il riferimento a Leonardo Meani, addetto agli arbitri del club rossonero indagato dai pm napoletani. Conoscenza che lo stesso Collina ha confermato ai magistrati. "Lo conosco da venti anni".
Paparesta chiuso nello spogliatoio
Un interrogatorio quello di Moggi a 360° che però non sembra aver convinto gli inquirenti, anche perché da più parti (Paparesta in primo luogo) è stata confermata l'esistenza della cupola. E proprio in riferimento all'episodio legato al "sequestro" dell'arbitro Moggi ha precisato: "Ammetto che io e Giraudo ci siamo incavolati, su questo non c'è dubbio ma escludo a priori di aver a chiuso lo spogliatoio". Ed ancora ha proseguito: "Fa comodo metter su una cosa del genere ma non è assolutamente così, tant'è che se guardate, se guardate Paparesta quante volte dopo è venuto ad arbitrare la Juventus vi renderete conto che ci è venuto cinque, sei volte". Su Paparesta ha concluso l'ex dg bianconero: "E' uno di quelli che sa dare alla partita una dimensione giusta; in quel caso lì è stato tutto fuorviato, ma non perchè lui lo voleva fare; perchè l'assistente non gli ha dato collaborazione perchè lui qualche svista di troppo l'ha fatta e ci siamo incazzati nel momento ma rimane un incazzamento fine a se stesso".
Mi sembra di essere Provenzano
"Mi sono sempre comportato come una persona seria: una organizzazione per delinquere mi sembra di essere diventato Provenzano", è lo sfogo di Luciano Moggi, ex dg della Juventus, durante l'interrogatorio a Roma con i pm della Procura di Napoli, come riportato nella trascrizione integrale del verbale. "Mi mettono - aggiunge Moggi - in tutte le benedette vicende. L'unica cosa che mi fa male, sembra che io qui sia il capo di una..., di essere Gelli. Io sono il classico c.. che viene messo in mezzo a tutte le cose".
Vivi come se tu dovessi morire subito....
Ma pensa come se tu non dovessi morire Mai.
