La nazionale brasiliana, quella che gioca divertendosi, che i suoi giocatori sono tutti amiconi tra di loro, che suonano la chitarra al ritmo di sambe e merenghe, dove ognuno di loro gioca per il loro popolo e per i bambini poveri delle favelas.
I brasiliani, i carioca, la selecao, la squadra joga bonito da battere, quella che arriverà in finale sempre e comunque, che quando segnano fanno sempre il gesto della culla per qualche nuovo nato.
Quella che la nike ha preso sotto la sua ala protettiva, l'ha impacchettata come fosse una saponetta ed ora ce la vende come dice lei: atleti allegri, belli e festanti anche se poi si vedono in campo giocatori gonfi di farmaci (Ronaldo) o terribilmente scavati come fossero usciti dall'urlo di Munch (Roberto Carlos).
Quella che tutti quanti invidiano perchè quando giocano loro è sempre una festa sul campo e poi sugli spalti. Tutti allegri e festanti mentre in patria ci sono 55 milioni di poveri, 31 di miserabili e di bambini che calciano palloni di pezza e tirano colla, che si accoppiano tra di loro ed a 11-13 anni hanno già figli per perpetuare quello che è una società nella società.
Ogni tanto la polizia prova a dare una ripulita a tutto ciò ed armati di fucili a pompa fa un paio di giri in queste immense baraccopoli. I risultati sono di 500 bambini morti all'anno.
Ma nel frattempo la selecao gioca divertendosi e fa divertire tutti i suoi tifosi sugli spalti, fa saltare sulle sedie i nostri culetti sculettanti al ritmo della samba e ci fa sognare le tette dei trans in bichini con su dipinti i colori verde, oro e blu.
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