Nick: Franti Oggetto: Al proposito di Vermi Data: 23/6/2006 16.38.7 Visite: 37
Sono passati nove anni da quella mattina alla Certosa e ancora di più da quando me ne andai dal Pratello. Dieci mesi fa sono tornato a viverci. Da quando le osterie hanno avuto il permesso di sistemare i tavolini all'aperto, nella stagione estivala strada è diventata un punto di ritrovo per chi rimane in città. Gli invasori sono sempre qui, ma possono scommettere che tra un pò cominceranno ad annoiarsi e decideranno d'occupare un'altra zona della città. Lele ha venduto il bar la settiamana scorsa. Sofia è tornata in Colobia. Anche se lo spirito di un tempo si è spento e nessuno dei personaggi di cui parlo vive più qui, è difficile che passeggiando lungo la via non ne incontri qualcuno. Finisce che entriamo da qualche parte e cominciamo a bere. L'alcol ci fa diventare sentimentali e ci spinge a rievocare gli anni d'oro della strada. Le storie sono le stesse, si litiga sempre sulle solite questioni e ognuno difende la sua versione dei fatti. Ma la verità in fondo non interessa più a nessuno. Conta molto di più riuscire a stupire chi non c'era. Zaccardi è morto. Rigoni ha battuto un'altra volta a duello la morte. Leo appare e scompare come ha sempre fatto. Io ho cominciato a scrivere. "Vi sono certi vermi piatti tanto delicati che è quasi impossibile imprigionarli interi, perchè si rompono e sbrindellano al solo toccarli..." Avevo aspettato anche troppo. E.C. Giallurussu é lu culure comu lu sule, comu lu core Unu é fuecu e l'autru é amore pe la gente ca ene a cantare |