Nick: Nieth Oggetto: triage e pistole Data: 27/6/2006 12.43.13 Visite: 151
in riferimento all'ultimo episodio, in ordine di tempo, in cui uno dei dipendenti del cardarelli ha dovuto fermare la mano di un trentaduenne prima che questi estraesse la pistola. alla base di tutto, un'attesa di troppo al pronto soccorso.
Pazienti che si accalcano nei locali dei pronto soccorso degli ospedali napoletani, con particolare predilezione per i grossi nosocomi. Pazienti che spesso, per il loro numero, rendono impossibile una gestione del tutto efficiente delle situazioni e che, preoccupati per la propria salute, non di rado danno in escandescenza pretendendo precedenze che non spettano. E a complicare tutto, la “novità” del triage. A farne le spese? I sanitari. Emblematica la situazione del Cardarelli, dove certi “tumulti” sono all’ordine del giorno. “E’ un fenomeno col quale abbiamo dovuto imparare a convivere. Le minacce sono all’ordine del giorno, ormai”, commenta un infermiere.Un pronto soccorso importante e “trafficato” come quello del Cardarelli, dove oltre ai residenti di zona vengono reindirizzato, e non di rado, pazienti provenienti da altri nosocomi, in situazioni critiche (o presunte tali) può diventare ingestibile. La colpa non è dei dipendenti ma, paradossalmente, proprio di quelle persone che poi si lamentano del servizio, a loro dire, scadente. Quando si tratta di salute, poi, è comprensibile una certa preoccupazione; incomprensibile e ingiustificabile, invece, le reazioni di chi si reca al pronto soccorso per motivi talvolta futili e pretende, termine esatto, di essere visitato per primo. Alle risposte dei sanitari che, da prassi, prediligono i pazienti il cui stato di salute appare più critico, non è raro che scoppino discussioni che possono sfociare in vere e proprie aggressioni. Con gli stessi sanitari che dopo sono costretti a ricorrere alle cure mediche, con tanto di referti che lo testimoniano. “E’ vero, c’è il drappello a tutelare la sicurezza, ma non per questo si riesce ad evitare situazioni spiacevoli. Le persone spesso perdono la calma quando si tratta di salute, ed è un problema riportare la situazione alla normalità”. Certe reazioni sono imprevedibili. Chiunque può “scoppiare”, da un momento all’altro. A peggiorare le cose, l’introduzione del triage, già prassi in diversi ospedali di altre città ma novità nell’ambito napoletano. La pratica, concepita per agevolare il lavoro dei sanitari, a vantaggio dell’utenza, spesso viene vista come un’ingiustizia, un torto subìto al quale è doveroso ribellarsi. Anche ricorrendo alle maniere forti. Uno degli infermieri del pronto soccorso del Cardarelli ne parla per linee generali, soffermandosi sui lati positivi e sulle risposte negative da parte di coloro che non riescono a capirne il concetto. “L’utenza non è preparata al triage; è anche per colpa di questo che accadono certi episodi. La decisione del turno di entrata seguendo l’urgenza e non l’ordine di arrivo spesso causa proteste che possono sfociare, in alcuni casi, in aggressioni fisiche verso i sanitari”. Se prima, infatti, si accedeva alle cure per ordine di arrivo, col triage la precedenza viene decisa in base alla gravità delle condizioni di salute. Un sistema adottato per dare la precedenza a chi ne ha realmente bisogno, facendo invece attendere coloro che, anche per una puntura d’insetto o per “scroccare” un esame, non si fanno scrupolo di rubare tempo al pronto soccorso. All’arrivo si viene accolti da uno degli infermieri che, valutati i sintomi, stabilisce le priorità di accesso assegnando il “codice colore” relativo. Un “codice bianco” per le situazioni che non necessitano di interventi d’urgenza; di solito sono quelle che potrebbero essere risolte anche dal medico di famiglia. Un “codice verde” quando non c’è pericolo di vita, ed il paziente può attendere che i sanitari si occupino prima dei casi più gravi. Un “codice giallo” quando il pericolo di vita è imminente, e le cure devono essere effettuate nel minor tempo possibile. Un “codice rosso” quando, infine, il pericolo di vita è imminente ed il paziente deve essere soccorso subito, anche a costo di interrompere altri interventi. Questo metodo, agli occhi dei pazienti, non di rado può essere visto come un’ingiustizia. Attendere nella sala d’aspetto e vedersi poi “scavalcare” da altre persone può portare a dure proteste, non di rado sfociate in aggressioni. Anche a mano armata, purtroppo. il mio blog: http://www.bananaamotore.splinder.com / |