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Nick: Nieth
Oggetto: Nadia 2
Data: 28/6/2006 19.25.46
Visite: 140

 


 


1-1-02                                                    ore 23.50


Sono appena tornato a casa. La mamma è ancora sveglia, mi chiede dove sono stato.


-niente, una birra con degli amici. Non ti preoccupare, non ho bevuto tanto.- le rispondo io, poi mi chiudo nella mia stanza a guardare la televisione. 


Com’è cara la mamma, ancora mi considera il suo bambino. Mi dispiace tantissimo vederla su quella sedia a rotelle. Così vecchia, così dolce.. così inerme. E’ molto credente, sai? Passa le giornate davanti al suo altarino personale, con tutte le foto dei suoi (dei nostri) morti più cari. La foto più grande è quella dello zio, suo fratello.


Era proprio buono lo zio, mi dava sempre le caramelle e al mio compleanno mi portava tanti giocattoli. Era proprio buono con me, poi da quando papà è scappato con quella donna lo zio era come un padre per me. Era il mio nuovo papà, e mi trattava molto meglio del papà “originale”.


Avevo solo otto anni quando è morto lo zio, e ricordo che piansi tantissimo, e non volevo mangiare più. Mi dissero che aveva avuto un brutto incidente, solo molti anni dopo scoprii che si era ucciso perché aveva preso una brutta malattia andando con certe donne. Si era ucciso per la vergogna, sapeva già che sarebbe stato presto sulla bocca di tutti, nel nostro ipocrita, ignorante ed arretrato paesino.


La mamma mi chiama, ha bisogno di bere. Le voglio tanto bene, alla mia mamma, ma ho bisogno di starmene tranquillo per un pò.


Ora la mamma è a letto. Ho spento tutte le candele del suo altare e sono tornato qui, a fantasticare sulla mia Nadia.


Non so dov’è ora, ma di sicuro, tra le centinaia di uomini che ha avuto, non si dimenticherà di me.


Conservo gli orecchini di Nadia con gli altri “ricordi” e metto la sua foto nel mio altarino personale, poi vado a dormire.


Domani è una giornata faticosa. Buonanotte.


E buonanotte anche a te, mia puttanella dagli occhi teneri.


 


 


2-1-02                                                    ore 22.10


si, stamattina è stata proprio una giornata faticosa. Per prima cosa ho badato alla vecchiaccia, poi ho fatto la spesa e infine ho potuto dedicarmi un pò a me stesso.


Ho preso un bel caffè e sono andato al parco.


Il corpo di Nadia è ancora lì. La gente le passa vicino, ma nessuno la guarda.


“la solita drogata”, penseranno, ed ognuno prosegue per la sua strada. Le passo vicino anche io.


Niente sangue, ho fatto proprio un bel lavoro. Vedi, mamma, come sono diventato ordinato? Non ho sporcato proprio niente. Resto qualche minuto ad osservarla, poi le mando un bacio e vado via.


Ci sono ancora tanti poveracci che hanno bisogno di me.


Ecco quel tipo, per esempio: lo vedo quasi tutti i giorni, è sempre seduto su quella panchina a dar da mangiare ai piccioni. Spesso parla anche da solo.


Deve essere molto triste, probabilmente gli farò visita uno di questi giorni. Ma non ora.


Un tipo si avvicina a me. E’ grassottello, sulla trentina. Da come parla si vede chiaramente che è omosessuale. Vuole vendermi qualche cosa; un rasoio credo, non ho capito bene, sono troppo distratto per dargli la dovuta attenzione. Faccio per andare avanti, ma mi tiene per un braccio.


Non sopporto le strette.


-Carino, hai proprio bisogno di farti la barba.. potrei dimostrarti quanto valgono le mie lamette per una bella pelle liscia e morbida- e intanto mi strizza l’occhio.


Questo ragazzo è davvero insopportabile. Gli dico che sono d’accordo, ma che dovremo andare da lui perché da me c’è la mamma che non sta bene. Fa un sorrisetto ironico odioso come pochi, poi andiamo alla mia macchina e lui mi indica la strada.


Roberto, così si chiama il tipo, è davvero molto lascivo: per tutto il tragitto non ha fatto altro che accarezzarmi la gamba con quelle sue mani sudaticce. Penso che sarà molto divertente liberarmi di lui.


Arriviamo a casa sua, un bell’appartamento di proprietà; terzo piano in un condominio, bel panorama. Appena dentro si sbottona la camicia, dice che ha molto caldo. In effetti è parecchio sudato, e non ha nemmeno un buon odore. Penso che la pulizia personale non sia uno dei suoi hobby.


Poverino, quasi mi fa pena. Cercava una nuova avventura, non sa cosa ha trovato.


Chiedo di fare una telefonata. Chiamo a casa, la mamma sta bene. –Non ti preoccupare, finisco un certo lavoretto e torno.-


Intanto mi viene un’idea. Propongo a Roberto qualcosa di eccitante, e lui subito ci sta. In pochi minuti è già completamente nudo, che mi indica la sua stanza dicendo –Ho un letto spaventosamente grande per una sola persona..-


Lo seguo, si distende sul letto. Credo si fidi di me. –ho imparato a riconoscere subito i bravi ragazzi-, mi dice. Con tutta calma si lascia legare per bene. Non oppone resistenza nemmeno quando lo imbavaglio. Esco dalla stanza dicendo di dover andare in bagno, lui sorride. Quando rientro con in mano una delle sue lamette mi sorride ancora. Comincio a radergli il petto. Sembra divertito. Povero stupido. Al suo posto io, legato e completamente in balia di uno sconosciuto con una lametta in mano, sarei terrorizzato.


Ora è del tutto depilato. Lo avviso che tra poco lo ucciderò, lui sorride ancora. Gli appoggio la lametta al collo facendo una leggera pressione; esce la prima goccia di sangue, già mi sembra che sorrida di meno. Forse ha capito che non scherzo. E’ una sensazione strana vedere i tagli molto superficiali sulla pelle di un uomo colorarsi di rosso. E’ quasi divertente.


Roberto cerca di divincolarsi, prova a reagire. Riesce a liberarsi un braccio, mi afferra la mano.


Eh no, questo non dovevi proprio farlo.


Io non sopporto le strette.


Chiudo la porta dietro di me, torno a casa mia. Roberto è sul suo gigantesco letto, con il rasoio ficcato a forza nella gola.


Aveva una faccia veramente comica mentre sputava sangue.


Ora sorrido io.


 


6-1-02


Ho passato la notte fuori, su una panchina come un barbone. Non so perché, ma mi piace l’aria della notte, mi aiuta a pensare.


Quando sono tornato a casa, stamattina, ho trovato la casa piena di poliziotti.


Qualcuno ha detto di aver visto Roberto salire sulla mia macchina, e poi l’hanno trovato morto. Il suo compagno, forse. Fatto sta che ora sono sospettato di omicidio. C’è la galera, e io in prigione non voglio andarci.


Per fortuna la mamma mi ha protetto, ha giurato che io ero non so dove, lontano, e che la macchina me l’avevano rubata. Per questo motivo mi sono dovuto disfare della macchina. Ma non è un grande problema, ne comprerò un’altra.


Stanotte tornerò a casa, dovrò trasferirmi in qualche albergo, almeno per qualche giorno. Fin quando non potrò tornare a casa. Però devo passare a prendere almeno le mie cose, le mie foto, tutto quello che mi lega agli omicidi. Per fortuna non hanno potuto controllare la mia camera, ma ormai è solo questione di tempo. Non devo lasciare tracce. La polizia di sicuro tenterebbe di fermarmi, ed io non voglio problemi. Devo continuare la mia opera in tutta calma. In fondo, su 8 miliardi di persone, qualcuna in meno che importanza ha?


il mio blog:

http://www.bananaamotore.splinder.com /



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