7-1-02

Stamattina la mamma è morta. Non so, il cuore non deve avere retto. Mi dispiace, povera vecchia. Ma in fondo è un bene, cominciava a farsi troppo i fatti miei.

Probabilmente avrei dovuto provvedere io ad eliminarla.

Ho finto di tornare da un viaggio, e grazie alla testimonianza di mia madre sembra che mi abbiano creduto, non ho avuto altri problemi. Tra l’altro hanno già trovato un colpevole, un tipo che spesso bazzicava da quelle parti. Un travestito, credo.

Ora la casa è tutta per me, posso gestire le mie cose in tutta calma.

Per prima cosa posso smantellare quell’insulso altare di mia madre, con quella foto enorme di quell’idiota di mio zio.

Chissà perché, poi, ci teneva tanto a lui. Secondo me c’era qualcosa tra di loro, qualcosa di sporco.

Ma a me non importava, mia madre poteva fare quello che voleva. Ma lo zio non doveva parlare male di papà, non doveva. E’ per questo che ho dovuto ucciderlo. Ed è stato anche divertente.

Doveva avere rispetto.

Spostando le mie foro non ho potuto fare a meno di fermarmi sulla foto della mia nadia. Chissà se lei mi pensa ancora.

Lei, o chiunque altra. Una vale l’altra, ormai. Stanotte è riposo, ma domani ricomincio a lavorare.

8-1-02

Oggi è il giorno della befana. No, la befana era due giorni fa, il sei. Sono rimasto solo a casa, ora davvero devo pensare a tutto io. Chissà come se la immaginano la befana, i bambini.. io la immaginavo come una vecchia baldracca truccata pesantemente, con un cesto da barbone con delle bambole dentro, tutte senza testa. Il carbone lo prendeva bruciando i bambini, o meglio la testa delle sue bambole che, all’opportunità, poteva trasformare in bambini veri per saziarsi con le loro urla di terrore e di dolore. Per questo avevo paura della befana. Queste storie me le raccontava lo zio, quando non volevo mangiare la minestra. Che gran bastardo, lo zio.

A proposito della befana, mi viene da pensare a chi ho liberato oggi..

Una vecchia lurida, proprio come la mia befana.

Stavo passeggiando nel mio solito parco quando ho visto una donna anziana, sulla sessantina, che dava da mangiare ai colombi.

-perchè non dai qualcosa anche a me, le ho detto, e ci siamo accordati per 50 mila lire, lo stesso prezzo della mia Nadia. L’ho portata a casa (non ho più la macchina) e l’ho fatta accomodare nel salotto. Mentre parlavamo, ossia mentre io pensavo al modo in cui ucciderla, lai ha tirato fuori dalla borsa una bambola e ha detto –sai, uomo, lei è la mia unica amica.. la mia bambina-.

Ed è stato quello che mi ha dato l’idea.

Le sono saltato addosso, sono bastati due pugni per farle perdere conoscenza. Quando si è risvegliata, per il calore, era troppo tardi. La sua faccia era già a friggere sulla brace del camino.

Eh si, era proprio la mia befana.

Ma questa volta non mi ha portato il carbone.

Questa volta ho vinto io.

E mi sono saziato io dei suoi occhi pieni di terrore, vendetta per tutti quei bambini che lei ha bruciato.

E ho salvato milioni di bambini.

22-3-01

Ho lasciato passare un po’ di tempo, giusto per far calmare le acque. Ma non devo dimenticare ciò che ho da fare. Non posso trascurare troppo la mia missione, non so per quanto tempo potrò agire ancora e devo assolutamente fare quanto più posso.

Esco di casa, ho bisogno di un po’ d’aria. Vado a fare la spesa, almeno il necessario.

La cassiera è molto carina, ma non sembra notarmi. Vabbè, ora ho altro da fare.

Ma mi sento stanco. Mi va di guidare. Userò la macchina che ho preso in affitto.

Sono in auto, guido distrattamente. A volte mi viene voglia di farla finita, spegnere i fari e correre, tanto la morte mi verrà incontro. Perché non posso farlo? Perché proprio io sono stato scelto?

La vita mia non mi appartiene, sono solo uno strumento. E non posso fare a meno di ubbidire.

Tante ragazze costeggiano la strada. Le “belle di notte”. Travestititi, ma anche tante ragazze.

Vorrei fermarti, ma non sento in loro abbastanza vita, non hanno la vita che aveva Nadia.

Una macchina è ferma, un ragazzo chiede un passaggio. Mi sa che gli darò una mano. A modo mio, ovviamente.

Scendo, il ragazzo mi spiega il problema e mi mostra che effettivamente la macchina non parte.

Do un’occhiata, e mi assale un sospetto: le candele sono state scollegate apposta. Faccio per girarmi, mi trovo il ragazzo davanti, mi punta il coltello giusto in gola. Gli tremano le mani.

-Amico, ho bisogno di soldi. Dammi tutto e come ti sei fermato così riparti, chiaro? Non darmi problemi, non ti voglio bucare. Non essere idiota, non farti uccidere per un po’ di soldi.-mi dice, con quel coltello che mi trema davanti alla faccia.

Lo fisso negli occhi. Forse lui è la mia ultima speranza.

-Uomo, colpiscimi. Sono malato, lo stesso morirò tra pochi mesi.. uccidimi, o io ucciderò te.-

lui rimane sorpreso, forse pensava di essere l’unico capace di minacciare di morte. Ora ha trovato me, che la morte la inseguo, ma vedo che ha paura.

-non hai mai ucciso un uomo?- gli dico.- Io si. Sono un assassino. Avanti, mi colpisci subito oppure ti devo sgozzare?- Lui esita.

-Serve compagnia?- è la voce di un trans, che evidentemente non aveva capito quello che stava succedendo. Il ragazzo si volta. È tutto un attimo, lo aggredisco di sorpresa e gli faccio cadere il coltello, lo colpisco alla testa con tutte le mie forze. Cristo, non sviene! Ho sempre pensato che quei film fossero tutte cazzate, ora ne ho avuta la conferma.

Devo sbatterlo quattro o cinque volte con la testa contro l’auto per fargli perdere i sensi. Il trans mi guarda terrorizzato mentre carico il ragazzo sulla mia macchina.

-tu non hai visto niente. Prendi tutto quello che vuoi dalla macchina di questo tipo e sparisci. Non hai visto niente, ricordatelo bene. –

E vado via.

Questo idiota non è riuscito a colpirmi quando poteva. Sarebbe stato meglio se l’avesse fatto.

E tra poco se ne accorgerà.