“Secondo noi la vittima ha pronunciato quella frase come per accontentare il suo carnefice, credendo così di poter essere risparmiato. Forse l’uomo che stiamo cercando crede di essere un lupo, o ama definirsi tale”

-invece secondo me sei proprio tu, altro che Lupo Alberto!

-si, si.. come la vuoi la carne.. al sangue?-le rispondo io, continuando ad ululare.

“Attualmente stiamo esaminando ancora il corpo per scoprire eventuali segni di morsi. Abbiamo già trovato della saliva, ma non possiamo escludere che appartenga a qualche piccolo roditore necrofago.

Alla luce della nuova scoperta, il profilo subisce delle variazioni: il contatto corpo a corpo serve sì ad affermare il proprio io, ma questo cede alle pulsioni animalesche, fino a sfociare, probabilmente, nel cannibalismo. E ancora, è molto probabile che l’assassino tenga un piccolo ricordo delle sue vittime, testimonianza dei suoi atroci misfatti. Vive da solo, non socievolezza facilmente, e tende al predominio sui suoi simili.. come un vecchio capobranco, insomma.”

-si, come ricordo della prostituta ha l’herpes!

-ma dai, non riesci proprio ad essere serio?

“Un’ultima cosa: l’eccessiva aggressività con cui inveisce sulle proprie vittime quasi sicuramente cela una impotenza sessuale molto sofferta”

-ok, sei scagionato.- mi dice Micky strizzando l’occhio.

Finito di mangiare, non troviamo nulla di meglio da fare che guardare un film. Restando in tema, scendo e affitto “il silenzio degli innocenti”.

L’avrò visto già sette volte, ma non me lo ricordavo così bello.. forse perché non avevo una ragazza stupenda che ogni volta mi stringeva forte. Antony Hopkins è perfetto nel ruolo del maniaco omicida, chissà che non lo sia veramente..

Il film è finito ed è ancora pieno pomeriggio.

-Ideale per andare per negozi!- esulta Micaela. Lei esulta, io mi avvilisco: so già che sono condannato a seguirla per ore avanti e indietro da una vetrina all’altra.

Questo mi piace ma non lo comprerei mai, questo lo comprerei ma non mi piace.. le donne è davvero impossibile capirle. Parla, parla, mi dice che ha visto un vestito carino qui, che però un altro lo vende a meno.. riesco a farla zitta solo quando le indico un completino praticamente inesistente; lei arrossisce, abbassa gli occhi e sorridendo mi sussurra “scemo..”.

Tra un noiosissimo giro in centro e un gelato si è fatto tardi, è ora di tornare a casa. Mi dispiace, ma stanotte dormirò solo.

Riaccompagno Micaela, la saluto e rientro in macchina, lei mi chiama, mi fa cenno di entrare un attimo che deve dirmi una cosa importante.

-Io.. non so come dirtelo.. io ti amo.-

mi ha colto di sorpresa. Rimango un attimo in silenzio, fuggo il suo sguardo.

-ho capito. Scusami- e fa per richiudere la porta.

-No, aspetta.. è che non me l’aspettavo, ma io.. cioè, mi hai colto di sorpresa, però io.. al diavolo! Ti amo anche io, Micky, da sempre!- le balbetto io, trovando il coraggio solo alle ultime parole, urlandogliele più che dicendogliele. Ci vuole meno coraggio a uccidere una persona che a dire “ti amo”.

Ci guardiamo.

Forse sto sorridendo. Forse sta sorridendo. Ci amiamo.

Ora non posso andare via, lei è mia! Me lo ha detto chiaramente, vuole me! Me!

Senza smettere un attimo di baciarci andiamo sul letto, a fare l’amore come due innamorati finalmente dichiaratisi l’un l’altro.

Ora la sento più mia, so che lei mi ama.

Ora mi sente più suo, sa che io la amo.

Restiamo ancora a parlare di tutto quello che vogliamo fare, dei nostri progetti.. ci accarezziamo, ci baciamo, non smettiamo un attimo di fare l’amore. Solo quando siamo ormai esausti e lei si addormenta posso riorganizzare le mie idee.

So cosa mi sta succedendo e non voglio perderlo. Lei mi ha dato la vita, io non le darò la morte. È troppo importante. So che ora poso controllarmi. Non sarà facile, ma riuscirò a rimettere tutto a posto. Lei è mia, la voglio. La voglio, con tutto me stesso. Sono parecchie le cose da sistemare, e non voglio prdere nemmeno un secondo della mia vita con lei. Le lascio un biglietto prima di scappare via.

“Amore, un appuntamento urgente di lavoro. Scusa ma non ho voluto svegliarti, dormi bene. Torno appena posso. Ora che ti ho trovata non voglio perderti più. Ti amo” Le scrivo, con la mano tremante dall’emozione.

Prendo l’auto, e comincio a correre verso casa.

Alla radio passano il bolero, ma tanto ci avrei scommesso.

Devo disfarmi di tutto ciò che mi lega al mio passato. Feroce come un lupo, dolce come un lupo. Devo distruggere tutto ciò a cui si aggrappano i miei ricordi, devo cominciare dall’inizio di nuovo.

Corro in autostrada. Nell’altra corsia i fari mi corrono incontro, come lucciole.

Dovrò disfarmi di tutti i miei vestiti, pulire bene ogni angolo della casa.. o magari bruciarla proprio, per essere sicuro.. magari pulirla e poi bruciarla!.. ma questa strada.. dio, no! Che cazzo succede a questa macchina? Frena, cristo, frena! No! No! Porca puttana, che cazzo succede? No, dio santissimo, no! non ora!

Buio.

Nessun rumore.

Solo silenzio intorno a me.

Una luce, là in fondo.

Non vedo nulla, ma sento che c’è qualcosa sotto i miei piedi. Cosa è successo?

Devo raggiungere la luce.

Corro. Mi manca il fiato, la luce è sempre più piccola, sempre più lontana. Non so perché, ma sento che devo raggiungerla. Devo.

Ecco, la vedo sempre più vicina. La luce!

Eccomi!

Cristo, cado! Non c’è nulla, è vuoto! Mi manca l’aria, sto sprofondando!non riesco nemmeno ad urlare.. dio mio,no!

Riapro gli occhi.

Le immagini confuse intorno a me prendono forma man mano. Uno strano bip bip viene da dietro le mie spalle.