Nick: Giuiello Oggetto: Dalle mie parti Data: 2/7/2006 11.44.58 Visite: 138
Baby gang, rapine con ferocia Irene De Arcangelis Capodimonte: sedici coltellate a un muratore, sei a un docente SEDICI coltellate nella schiena perché si rifiuta di consegnare i soldi che ha con sé. Sono in tre a colpire il giovane di diciannove anni che cerca di fuggire. Tre ragazzini di quattordici, quindici anni al massimo. Violenti, feroci, con la voglia di uccidere, armati di temperini. Riducono la loro vittima in grave condizioni, ma pochi istanti prima hanno colpito altre due volte. Hanno ferito a pugnalate un professore universitario e rapinato un turista olandese. Baby gang che scorrazza senza controllo vicino al bosco di Capodimonte. Che lascia dietro di sé il sangue e gode dell´impunità nella città a vocazione turistica. La polizia cerca di porre rimedio con un posto di blocco, ma la volante deve poi spostarsi: le auto in sosta selvaggia impediscono i controlli. Ore 14, salita Moiariello, davanti all´hotel "Villa Capodimonte". Zona residenziale panoramica tra le più belle della città, che ospita l´Osservatorio astronomico ma che, come altri quartieri, deve subire le incursioni della criminalità di strada che si sposta dalla sottostante Sanità. Il turista olandese si ritrova circondato dai tre imberbi rapinatori armati di coltello. Viaggiano su due scooter, si coprono la fuga a vicenda. Il signore straniero, terrorizzato, lascia andare il Rolex. Quei tre ragazzini hanno le facce della cattiveria. Volti che, però, potrebbero essere finiti sui nastri delle telecamere a circuito chiuso dell´albergo. Una chance per le indagini, anche se, trattandosi di giovanissimi, non esistono le foto segnaletiche. Si conta sulla memoria e le conoscenze della polizia al lavoro nel quartiere. Pausa pranzo, alle ore 15.45 si ricomincia. Scatta l´allarme rapina. Ancora salita Moiariello. Ma stavolta a terra c´è del sangue, la vittima, ferita, è stata già portata in ospedale. È un uomo che abita a pochi passi dal luogo dell´aggressione. Luigi Alexander Daguerre, 57 anni, professore universitario di Lingue a Fisciano (Salerno), si è ritrovato di fronte tre ragazzini in sella a due scooter. «Che ore sono?», gli fa uno dei tre. Lui guarda l´orologio e loro tentano di rapinarlo. L´uomo si ribella: accoltellato per sei volte al fianco destro. Finisce al Cto, ma la polizia va a cercarlo all´ospedale Incurabili. Dove non trova il professor Daguerre ma si imbatte in un´altra persona, accoltellata cinque minuti dopo il docente. Ore 15.50, salita Montagnole altezza civico 22, a pochi passi dal Moiariello. Gennaro Russo, 19 anni, muratore, sta andando a casa della madre. Anche lui ha la sfortuna di imbattersi nei tre piccoli banditi. «Dacci i soldi e il telefonino». Gennaro Russo ha in tasca trecentocinquanta euro, il guadagno di due dure settimane di lavoro. Si rifiuta categoricamente di sottostare alle intimidazioni dei tre ragazzini armati, volta loro le spalle e si allontana. Ma i tre non gliela danno vinta. Ognuno dei tre armato di un temperino, lo raggiungono e lo colpiscono alla schiena. Per ben sedici volte. Il giovane, sanguinante, si trascina fino al portone dove abita la nonna, chiede aiuto. La polizia lo troverà in ospedale. E lui fa la stessa descrizione fornita dal professore universitario: «Tre, giovanissimi, neanche quindici anni, magliette rosse e jeans, capelli neri...». Poco dopo salita Moiariello è blindata ma le auto non riescono a sostare per il parcheggio selvaggio. Dei tre ragazzini nessuna traccia. Un magistrato dell´Antimafia residente nel quartiere alza le spalle amareggiato: «Sono sotto protezione, ma questo posto resta abbandonato. Non ci sono controlli. Qui ci sono rapine in continuazione, non passa un giorno senza aggressioni...». (11 giugno 2006)Torna indietro |