Nick: Copia&Inc Oggetto: I PREGIUDIZI RECIPROCI Data: 24/1/2004 14.36.47 Visite: 80
LE DIFFERENZE TRA I SESSI E I PREGIUDIZI RECIPROCI Specialmente all’inizio delle nostre esperienze sentimentali-sessuali, tendiamo ad interpretare il comportamento dei nostri partner di sesso opposto, alla stessa maniera di come interpretiamo quello che facciamo noi. Prima o poi ci accorgiamo che le domande e le risposte della persona che abbiamo di fronte, sono molto diverse dalle nostre, come se la persona venisse, quasi, da un altro mondo. Quando ci confrontiamo con amici-amiche del nostro stesso sesso, ci rendiamo conto che anche loro hanno lo stesso problema: maschi e femmine non sono uguali tra loro, non solo fisicamente, ma anche nella maniera di interpretare il mondo circostante! Tale constatazione, generalmente, porta alla formazione di pregiudizi reciproci tra i due sessi (come sempre accade quando non riusciamo ad identificare qualcosa di diverso che si muove intorno a noi) e tali pregiudizi creano non pochi problemi allo svolgimento delle relazioni sessuali, che dovrebbero sempre essere basate sulla comprensione e l’accettazione reciproca. Una breve lista dei pregiudizi più diffusi può essere la seguente: riguardo ai maschi: 1- pensano solo all’aspetto fisico del sesso (maiali) 2- pensano esclusivamente al loro piacere 3- sono infedeli 4- preferiscono parlare con gli amici anziché con il partner 5- non si capisce mai cosa vogliono riguardo alle femmine: 1- non gli piace il sesso 2- fanno sesso solo per ottenere qualcos’altro (sono tutte puttane, tranne mamma) 3- sono appiccicose 4- si confidano solo con le amiche 5- sono imprevedibili I punti 1-2-3, sottolineano le differenze profonde tra due diversi tipi di atteggiamento sessuale, mentre i punti 4-5 riguardano la reciproca incomprensione sul piano della comunicazione dei propri stati emotivi. Sia i pregiudizi riguardanti le differenze di comportamento, sia quelli sulla incomprensione, rispecchiano, seppure in maniera esagerata e distorta, la percezione di due maniere differenti di svolgere il proprio ruolo sessuale in maniera efficiente. Se esaminiamo i diversi ruoli che hanno i maschi e le femmine nella specie umana, in questa funzione biologica, e se consideriamo il comportamento e la sfera psicologico-emozionale strumenti per agevolare questa funzione biologica, forse potremo creare un modello che spiega l’origine delle differenze tra i sessi. C’è da considerare che, molto spesso, si è discusso se le differenze sessuali siano determinate dalla biologia oppure se siano condizioni imposte dai sistemi sociali. Questo è, a nostro giudizio, una maniera sbagliata per cercare di ridurre gli aspetti sgradevoli della diversità sessuale, dato che appare ovvio che la maggior parte dei sistemi sociali, si sono formati per assecondare la sopravvivenza della specie umana, e che, quindi i meccanismi culturali si basano necessariamente sulla necessità di assecondare i ruoli biologici. Naturalmente alcuni sistemi sociali appaiono profondamente deviati dal loro compito e incrementano artificialmente la discriminazione tra i sessi per motivi che non hanno niente a che vedere con le funzioni naturali. L’Islam e il Cattolicesimo sono portatori di messaggi culturali che discriminano in maniera negativa la donna, apportatrice di peccato e relegata al ruolo esclusivo di moglie, madre, suora, o santa, e non c’è alcuna giustificazione credibile in quella che appare esclusivamente una cospirazione maschile per mantenere posizioni privilegiate nella società. Le società capitaliste enfatizzano le differenze tra i sessi in virtù delle loro esigenze produttive: se devono vendere prodotti di bellezza creano modelli irraggiungibili di bellezza femminile, mentre se devono vendere articoli sportivi o veicoli fuoristrada, propongono modelli femminili che sembrano delle versioni appena ritoccate di Rambo o di Schwarzenegger. L’approccio ai modelli biologici non deve essere visto, quindi, come spiegazione unica e indiscutibile delle differenze tra i sessi, ma deve, invece, servire per proporre un modello verosimile che serva a capire la fonte dalla quale le differenze hanno avuto origine. L’elemento fondamentale che costituisce differenza tra maschi e femmine è la diversa maniera con cui gli individui riproducono sé stessi, ossia, con la quale possono trasmettere il loro patrimonio genetico ad un nuovo individuo generato dall’accoppiamento con una persona di sesso opposto. Il maschio produce, in poche decine di minuti, la quantità di sperma necessaria a fecondare un ovulo. Dopo l’accoppiamento, che dura anch’esso una manciata di minuti, il suo compito si è esaurito. La femmina, ha un ciclo di produzione degli ovuli che dura un mese, dopo l’accoppiamento rimane incinta per 9 mesi e, per alcuni anni, deve provvedere all’allattamento e alla difesa del piccolo. Non dobbiamo poi dimenticare che le strutture psicofisiche dell’uomo contemporaneo sono identiche a quelle che si sono sviluppate quando il mondo pullulava di bestie feroci, dove la carne non si comprava al supermercato e dove non si poteva contare sull’assistenza sanitaria. C’è da ritenere, quindi, che rispetto agli atti sessuali, il punto di vista delle donne sia un po’ più preoccupato di quello del maschio: l’organismo femminile, nel suo insieme corpo-mente, deve essere pronto ad affrontare un compito durissimo e avere buone motivazioni per farlo. Questo implica che: le donne hanno un istinto sessuale più forte dell’uomo, dato che deve fargli superare le preoccupazioni per il duro lavoro che gli spetta. il loro piacere sessuale è più intenso e complesso perché deve fornirgli un premio che compensi gli sforzi da compiere devono garantirsi la vicinanza di un partner che le protegga dai pericoli esterni, le aiuti nei periodi di invalidità temporanea nei momenti precedenti e successivi al parto, e contribuisca al mantenimento e alla difesa dei piccoli. Questo invalida completamente i pregiudizi 1-2 o, per meglio dire, li ribalta: data l’importanza che le donne danno al sesso, fanno attenzione a farlo nella maniera più soddisfacente possibile, allo stesso modo con cui un intenditore di vini non beve la prima schifezza che gli capita ma si orienta sulla marca migliore servita alla giusta temperatura. Le stesse argomentazioni forniscono una valida interpretazione per lo stile di attaccamento classificato nel pregiudizio 3 come ‘appiccicoso’: la vicinanza psicologica con il partner è dovuta alla necessità di potervi ricorrere in caso di bisogni che si venissero a creare in seguito al rapporto sessuale. D’altronde l’attribuire ‘maialità’, egoismo e infedeltà ai maschi costituisce un errore: significa ignorare che i maschi, pur avendo una sessualità diversa e la necessità di mantenere prioritariamente i rapporti con il mondo al di fuori della coppia (alle nostre origini l’uomo aveva il compito di cacciare e stabilire relazioni con gli altri membri del clan ai fini di raggiungere obiettivi comuni di sopravvivenza), nella maggior parte dei casi si lega stabilmente alla propria partner pur avendo stimoli biologici verso la procreazione in misura inferiore a quelli di lei. Possiamo dire che il rapporto dell’uomo con la sua compagna, passa attraverso una serie di norme di comportamento che egli si impone attraverso ordini verbali che ripetono quello che gli viene insegnato, mentre per la donna il coinvolgimento è immediato e passa attraverso il linguaggio delle emozioni. Una donna ‘sa’, senza che nessuno glie lo dica, che per far crescere un figlio ha bisogno di un compagno. Ai maschi questo va insegnato dicendogli: "Se non curi abbastanza la tua compagna e i tuoi figli, sei condannato a vivere da solo ai margini del tuo gruppo sociale". Se accettiamo questo dato, dobbiamo concludere che la maggior parte della comunicazione in una coppia si svolge con due diversi linguaggi: quello delle emozioni, reale e diretto, in cui le donne sono più a loro agio, e quello delle parole e delle regole, artificiale e costruito e non sempre adeguato. Di fronte ad un lupo che ti sta portando via il figlio, è necessario conoscere la tecnica adeguata per fermarlo mantenendo un ferreo autocontrollo (e qui gioca bene il linguaggio delle regole), ma per ‘sentire’ il pericolo con l’intensità necessaria a stimolare una reazione, c’è bisogno delle emozioni. I pregiudizi 4 e 5, riguardano il conflitto che si crea quando un evento viene interpretato in base alle emozioni da uno dei partner, mentre l'altro segue regole verbali. Se di fronte ad un tramonto il maschio si ricorda di avere i fari della macchina fuori posto mentre la femmina rimane incantata dai colori, possiamo esser certi che il primo verrà accusato di insensibilità mentre la seconda di irresponsabilità. Va detto che, comunque, le donne si sono ben adattate al linguaggio verbale e delle regole, mentre i maschi mostrano grandi difficoltà a comprendere quello delle emozioni. Va inoltre sottolineato che fattori di adattabilità all’uno o all’altro linguaggio dipendono parecchio dal tipo di comunicazione che prevale nel contesto sociale in cui gli individui crescono. In alcune società è assolutamente intollerabile che i maschi dimostrino emozioni, considerate una forma di debolezza e di scarso autocontrollo, mentre in altre è più consentito. Gli Italiani, sino a qualche tempo fa, erano considerati un popolo che eccedeva nelle manifestazioni emotive, mentre oggi stiamo assistendo ad un mutamento di atteggiamento che va nella direzione di reprimerle. Le implicazioni di ciò portano ad un ulteriore confusione, dato che, lo sforzo e la sofferenza che derivano dal trattenere le proprie emozioni per mostrarsi più ‘forti’, possono venire interpretati come insensibilità o desiderio di occultare il proprio stato d’animo. http://www.informagiovani.it/sessualita/sessi.htm
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