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Nick: alex89
Oggetto: nn ci resta che vincere
Data: 9/7/2006 13.56.25
Visite: 103

BERLINO (Germania), 8 luglio 2006 - "Messer Lippi dà l'ultima pennellata al suo capolavoro". Potrebbe essere il manifesto di Italia-Francia. In queste strane ore di attesa difficili da riempire nasce, ingenua e avvincente, la suggestione di un tuffo sino all’alba del Rinascimento. L’antenato del nostro Marcello, toscano anche lui, di nome Filippo, se fosse ancora in vita avrebbe esattamente 600 anni. Che cosa ci attira al di là del nome? Tra le opere più famose di quel sommo maestro della pittura c’è una "Incoronazione".
Noi da Marcello Lippi questo ci aspettiamo stasera nello stadio olimpico di Berlino: un’incoronazione, non della Vergine, ma dell’Italia. Manca l’ultima pennellata, messer Lippi. Quante se ne dicono alla vigilia di un così grande evento, quante iperboli si inventano. Italia-Francia diventa la sfida della vita anche per noi che ne abbiamo viste tante. Ma rispetto alle tante altre sfide epocali possiede una virtù importante, un’attrazione fatale: deve essere ancora giocata. La bellezza della vita sta in quello che deve ancora avvenire, nelle verità che aspettano di essere rivelate.

LIPPI - Al di là delle passioni, si agita nelle nostre menti e nei cuori il senso del capolavoro. L’onestà induce a confessare: nessuno si aspettava questa Italia. Il Mondiale aveva un pronostico unico e universale: Brasile. Già prima dello scandalo. Quando esplose Moggiopoli, nacque l’idea paradossale, la favola consolatoria: che dalla spazzatura in cui il nostro calcio stava per essere seppellito, potesse nascere l’impresa più grande, la meraviglia assoluta. Erano chiacchiere, farneticazioni passionali, tanto per non trasformare il viaggio in Germania in un funereo corteo di espiazione. Cosa ci si poteva aspettare da un nervosissimo Lippi, sfiorato da compromissioni familiari sulla vicenda Gea, o da un Cannavaro che cantava gli elogi di Moggi, oppure da Buffon costretto a lasciare il ritiro per chiarire dinanzi ai giudici la sua estraneità a un giro di scommesse?

L’ARTE E L’ANIMA - Sia benedetta la fantasia della vita. Su quello sfondo in apparenza marcio fiorisce uno dei massimi prodigi della storia sportiva italiana. E messer Lippi, anche se si chiama Marcello e non Filippo, come il genio del primo Rinascimento, estrae il pennello e si mette a dipingere le tante Italia che devono stupire il mondo. Il primo quadro è perfetto, il secondo un po’ pasticciato, poi pezzi da collezione uno dietro l’altro.
E l’arte si sposa con un’anima e insieme vivono felici sino a coronare il massimo dei sogni, la più epica delle imprese: battere la Germania padrona del Mondiale, nello stadio di Dortmund dove non perde da 70 anni. Cielo, che serata. E chi potrà mai dimenticare quei tempi supplementari dove l’estrema fatica si mescola con la poesia e, nei momenti irrimediabili, segnati dal destino, il debuttante Grosso inventa un gol degno di Ronaldinho? E Del Piero risorge in un attimo...
L’ULTIMA TAPPA - Quel martedì sera il Mondiale avrebbe potuto anche chiudersi per noi, tanto ci aveva reso felici. Ma il paradiso reclama l’ultima tappa. E adesso quella notte di ebbrezza in cui gli azzurri fecero piangere la Germania, corre il rischio di passare alla storia come una "grande incompiuta". Bellissima e infelice. Non merita questa offesa. E allora azzurri, lo so che nello sport non ci sono traguardi obbligati: diventano odiosi, pericolosi, inquinanti. Ma stasera questo titolo mondiale non può ballarci davanti senza che voi lo raccogliate: per il vostro orgoglio, per rispetto di quello che avete fatto, per onorare la memorabile serata in cui avete festosamente espugnato la Germania, per l’Italia che vi sta adorando non per becera febbre tifosa, ma perché è bello sentire gli elogi che, per vostro merito, ci arrivano da ogni parte del mondo.
E dietro il calcio, si riscopre uno dei massimi patrimoni di arte, natura, archeologia, di fantasia che il Creatore abbia inventato. Voi, cari azzurri, dovete fare di questo 9 luglio 2006 una delle date memorabili di una vita: stava nascendo mio figlio, ero appena diventato nonno, stavo facendo gli esami di maturità, ho incontrato la ragazza che sarebbe diventata mia moglie. A ciascuno il suo ricordo, con voi sullo sfondo. E, fuor di retorica, una convinzione ci sorregge: che l’Italia in campo stasera avrà più risorse dell’accademica Francia, alla fine del suo nobile ciclo mondiale ed europeo.
LA BEFFA DEL 2000 - Pensierino finale. Ricordate, azzurri, la finale europea del 2000? Noi l’abbiamo qui, sulla pancia dopo sei anni. Eravamo in vantaggio a un minuto dalla fine. Il portiere francese Barthez batteva una punizione dalla sua area, tutta la nostra difesa era schierata. Nacque il più incredibile dei pasticci. E l’Italia di Zoff, con quell’incredibile harakiri, regalò alla Francia il titolo continentale. Fu una delle più gradi beffe della storia del calcio. Ragazzi, cancellatela voi. E lei, Messer Lippi, dia l’ultima pennellata al suo capolavoro.

forza ragazzi fateci sognare ancora



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