Nick: insize Oggetto: CIAO POTERE D'AQUISTO Data: 31/1/2004 13.16.34 Visite: 171
Italia, stipendi più leggeri crolla il potere d'acquisto Studio Ubs nelle capitali dei dodici paesi della zona euro su un paniere di 111 tra beni e servizi. Un ingegnere di Roma può acquistare metà dei carrelli spesa di un suo collega di Berlino. Gli stipendi degli altri cittadini europei li guardiamo dal basso. E non importa che il lavoro sia ancora visto con rispetto, come nel caso di un bancario o di un ingegnere. A confronto con gli altri paesi dell'euro anche l'invidiato impiegato di banca fatica ad arrivare alla fine del mese. E anzi è soprattutto il ceto medio, ancora più delle fasce sociali deboli, a toccare il fondo della classifica europea. Il confronto delle retribuzioni e del potere di acquisto, prende spunto dai dati omogenei della banca Ubs che ogni tre anni (l'ultima volta nel 2003) stila la classifica dei salari e del costo della vita in tutto il mondo. Il rapporto Ubs è stato poi integrato dalle informazioni sui contratti italiani delle categorie prese in esame (fotografate al marzo scorso e non comprensive di rinnovi contrattuali) fornite da Cgil, Cisl, Uil, Rdb Cub. Infine, il reddito annuale di ogni categoria, al netto delle spese per tasse e sanità, è stato diviso per il costo di un paniere di 111 beni e servizi, lo stesso per ogni capitale dell'Eurozona. È il costo della vita, il "carrello della spesa" virtuale che comprende alimentari, spese per i trasporti, la casa, i servizi. I risultati lasciano l'amaro in bocca: in media con gli stipendi italiani si comprano solo 9 di questi carrelli, posizionandosi agli ultimi posti. E non è certo colpa del costo della vita visto che lo stesso paniere di beni e servizi, a Roma costa solo 1.399 euro, contro i 1.702 di Parigi. Ecco alcuni esempi. Una maestra elementare italiana con meno di 10 anni di esperienza, riesce a comprarne 10 "carrelli" col necessario per andare avanti, contro i 28,7 di una collega lussemburghese (il cui costo della vita è nettamente più alto) o i 18,8 di un'insegnante elementare berlinese. Al contrario, se per assurdo un insegnante lussemburghese fosse catapultato a Roma col suo stipendio, riuscirebbe a vivere da nababbo: con i suoi 43 mila euro netti l'anno potrebbe acquistare per 30 volte il paniere di beni e servizi della capitale. Allo stesso modo, gran parte delle figure professionali italiane, confrontate con l'Europa, si piazzano agli ultimi posti nel rapporto tra introiti e spese vive da affrontare. Ecco altri esempi. Un "responsabile di produzione" in un'industria farmaceutica, chimica o alimentare incassa 15mila euro l'anno: è all'ultimo posto in zona euro, preceduto anche dal collega di Lisbona. E non va meglio ad un ingegnere di un'azienda elettronica con poca esperienza, 35 anni, sposato, 2 figli a carico: anche per lui i 14mila euro netti all'anno durano per 10 carrelli, contro i 19 di Berlino, i 21 di Dublino, i 22 di Madrid e i 16 di Parigi. Tempi duri anche per i cuochi part-time, l'esercito dei "saranno Vissani" della cucina italiana che, da quota 13mila euro annui netti, guardano dal fondo della classifica tutti gli chef a tempo parziale dell'Eurozona, dai colleghi parigini (che intascano in media 23mila euro) a quelli olandesi che portano a casa oltre 18.200 euro.
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