Nick: Terry_J Oggetto: Vecchi giochi Data: 31/1/2004 15.40.5 Visite: 332
Oggi ho avuto l’onore e il piacere di avere papà come ospite a pranzo. Quando ero piccola mi piaceva molto mettermi nel lettone di mamma e farmi raccontare vecchi aneddoti di famiglia, e immaginare tramite le sue parole lei e gli altri parenti da piccoli. Così dopo il telegiornale ho messo sotto torchio papà e mi sono fatta raccontare come giocavano lui e i suoi amici da piccoli. Questi sono i giochi con cui si divertivano i bambini casoriani di circa 50 anni fa: - Mazz e pivz: in italiano "gioco della lippa". Il gioco consisteva nel mettere un’asticella a terra, colpirla ad un’estremità con una mazza + grande in modo da farla saltare, e colpirla di nuovo prima che ricadesse a terra. Vinceva chi la lanciava + lontano. - Saccò: praticamente uno del gruppo doveva mettersi accovacciato a terra (in gergo, faceva "a mamm") come se stesse seduto, un altro compagno metteva la testa tra le sue gambe, un altro si metteva dietro quest’ultimo e così via, in modo da formare una specie di treno (e non fate i maliziosi ). Fatto questo, lo sfidante doveva saltarli tutti in modo da arrivare dalla "mamma", e i vari vagoni, al suo passaggio, dovevano agitarsi in modo da farlo cadere. Durante il gioco si usava urlare "Saccòòòò vuò i all’infern?? Ra ‘na capat e fuitenn!!!" Se il malcapitato cadeva, prendeva il posto "ra mamm", e logicamente nessuno voleva farla xkè era la posizione + scomoda!!! Quando cadeva, tutti urlavano "A maronn cio vver e ciò vvò!!!" - Un int a lun: praticamente il gioco della cavallina. - Arancia, pera, limon e fraule: il salto della corda. Due ragazzini tenevano le estremità della corda mentre un altro la saltava, e ad ogni salto si cantilenavano i nomi di questi frutti. - O cauraron: un paio di amici dovevano fare gli ostacoli, cioè si stendevano a terra con le gambe divaricate, e gli altri, a turno, dovevano saltarli senza toccarli, tipo salto in lungo. Gli ostacoli poi cambiavano posizione in modo da rendere il salto sempre + difficoltoso. - O gioc re ritrattiell: il gioco dello schiaffo con le figurine. All’epoca, oltre alle figurine dei calciatori si usavano anche quelle dei divi del cinema come John Waine, Stanlio e Ollio, ecc. Peccato che non le hanno conservate! - Ferdinand e fit fit, praticamente gli antenati delle bottarelle di adesso. "E ferdinand" erano palline arancioni, e si dovevano gettare a terra con 1 colpo secco x far sì che scoppiassero. "E fit fit" erano neri e + piccoli, e bastava sfregarli x farli scoppiettare. Papà mi raccontava che prima a Casoria, dove ora c’è la posta centrale (abbasc o pruvulin), prima passava il tram. Allora lui e i suoi amici stendevano ferdinand e fit fit sui binari lungo tutta la strada, dopodichè si mettevano all’inizio della stessa e aspettavano che passasse il tram. Quando passava gli si attaccavano dietro e ridevano allo scoppio dei petardi. Logicamente, alla fine della corsa la carica di ferdinand e fit fit era maggiore… il botto finale insomma! - Con ferdinand e fit fit si faceva un gioco un po’ + pericoloso. Si prendeva una grossa chiave, una di quelle enormi chiavi dei vecchi portoni di legno che ora non si usano +. Siccome queste grosse chiavi erano cave all’interno, ci si infilava dentro un gran quantitativo di petardi, quindi ci si chiudeva il tutto con un grosso chiodo. Poi si prendeva un pezzo di spago e si annodava un’estremità all’impugnatura della chiave e l’altra alla capocchia del chiodo, e si lanciava il tutto verso una parete in modo da farci urtare la capocchia del chiodo, che così rientrava di + nella chiave facendo scoppiare il tutto. Dice papà che parecchi ragazzini ci hanno rimesso le dita durante la preparazione, infilando il chiodo! - In ultimo mi ha raccontato una cosa che mi ha lasciata un tantino sconcertata… con delle trappole simili alle trappole per topi, catturavano gli uccellini, li cucinavano e li mangiavano!!! E tiemp e uerr nun s jett nient…. E i vostri genitori come giocavano da piccoli?
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