Nick: harding Oggetto: i ricordi Data: 6/2/2004 21.50.2 Visite: 137
Ci vuole sempre un po' di tempo affinchè i ricordi diventino racconti. Il tempo sufficiente a setacciarli dagli elementi impuri e banali quali i particolari che magari si iterano nella vita di ogni giorno e quindi poco interessanti. Utili solo a sporcare il pensiero. Rimangono poi solo i colori e gli odori. E questi si dispongono docili fra le righe di quello che è un concetto e, forse, un qualcosa che ti sopravvive. Ci sono alcuni racconti che sono circolati nella mia famiglia che io ricordo come se fossero i miei ma non è così. Altri racconti hanno una provenienza che è difficile definire. Ricordo una volta in cui raccontai ai miei del momento in cui li vedevo in stato di sovraeccitazione davanti ad un televisore in bianco e nero. Mi sembrava che stessero vedendo una partita di calcio e che loro fossero giovani e felici. Erano nella loro stanza e gli scuri del balcone erano accostati. Era estate e faceva caldo. Mia madre aveva una maglietta verde mentre mio padre era a torso nudo. Loro si guardarono e ammisero di aver vissuto quel momento descritto con tanti particolari. Il particolare vero era, invece, che l'estate era quella del '70 e loro stavano guardando una partita dell'Italia in Messico. Io sarei nato un anno e qualche mese dopo. Cosa ne sappiamo noi dei ricordi e dei racconti? Potrebbero vivere di vita propria e nell'aria. Pronti ad essere colti e usati solo per riempire circonvoluzioni cerebrali, stati d'animo o discorsi di fine serata. Ricordiamo per essere ed anche per voler essere ma, in realtà, sono loro che hanno noi. |