Nick: DeK Oggetto: Un sogno Data: 7/2/2004 18.41.53 Visite: 136
Tratto da "L'uomo del giorno dopo" di David Brin -- La neve e la fuliggine coprivano i rami spezzati e la corteccia avvizzita dell'antico albero. Non era morto, ancora del tutto, e qua e là piccoli verdi germogli lottavano per emergere, anche se non se la cavavano molto bene. La fine era prossima. Apparve un'ombra, ed una creatura si posò sul legno, un vecchio e ferito essere del cielo, altrettanto vicino alla fine quanto lo era l'albero. Con le penne afflosciate, cominciò laboriosamente a costruire un nido... un luogo in cui morire. Un rametto dopo l'altro, l'uccello frugò fra la legna secca sparsa per terra, accumulando ciò che trovava fino a quando fu evidente che non si trattava affatto di un nido. Era una pira. La creatura insanguinata e morente si sistemò su di essa ed emise un sommesso suono musicale quale non si era mai udito prima. Una fiamma cominciò a sbocciare, e presto circondò la bestia con lambenti lingue purpuree, seguite da uno scoppio di fiamme azzurre. E l'albero parve reagire. Gli antichi rami rovinati si piegarono in avanti verso il calore, come un vecchio che si scaldasse le mani. La neve rabbrividì e cadde al suolo, le zone di verzura crebbero e pervasero l'aria con una fragranza di rinascita. Non era la creatura sulla pira a rinascere, e questo sorprese Gordon, anche nel sonno: il grande uccello venne consumato, e di esso rimasero solo le ossa. Ma l'albero fiorì e dai suoi rami in fiore altre cose emersero per solcare l'aria. Gordon le fissò con meraviglia quando vide che si trattava di palloni, aeroplani ed astronavi. Sogni. Essi fluttuarono via in tutte le direzioni, e l'aria si riempì di speranza. |