Nick: Rr.Selavy Oggetto: 23:15 Rai Tre Data: 9/8/2006 22.48.16 Visite: 123
Milano, Piazza Duomo. Un misterioso pacchetto passa di mano in mano in un vorticare di persone che si incrociano, se lo scambiano, sotto lo sguardo vigile di un palo. Qualcosa però va storto. In quel pacco che doveva contenere 300.000 "dollari americani" c’è solo carta straccia. Il boss che gestisce l’operazione, "l’Americano", dopo aver fatto eliminare tutte le staffette coinvolte, giura vendetta anche contro un suo uomo fidato, Ugo Piazza, finito in galera proprio all’indomani dell’operazione fallita. Tre anni dopo, quando Piazza torna libero, "l’Americano" ingaggia con il suo vecchio uomo fidato una guerra fatta di intimidazioni e sottili giochi di nervi, prima facendolo perseguitare da alcuni suoi sgherri, poi reintegrandolo con la famiglia e coinvolgendolo in pericolosissime operazioni. Fino al momento della resa dei conti finale…
 Interessante poliziesco a tinte noir diretto magistralmente da un ispirato Fernando Di Leo, che quì firma il suo lavoro più celebre. Girato nel 1972, fa parte di una entusiasmante trilogia ideale che comprende oltre a Milano calibro 9 anche La mala ordina e Il boss. Il film propone una galleria di personaggi caratteristici della società degli anni della contestazione, come Ugo Piazza (Gastone Moschin) dagli occhi di ghiaccio e dalla mente lucida, l'imponente e grintoso Mario Adorf ossia Rocco Musco, uomo d'onore e fedelissimo dell'Americano (Lionel Stander), la bellissima Nelly interpretata da una Barbara Bouchet di straripante sensualità, e Chino (Philippe Leroy) killer di professione solitario e misterioso. Tutta la trama ruota attorno alla scomparsa di 300.000 dollari, provenienti da traffici loschi gestiti dalla mala, forse rubati da Ugo Piazza o da Rocco Musco o da qualcun altro, che porteranno solo piombo e morte a fiumi. Di forte impatto è lo scontro ideologico-metodologico tra i due commissari che si occupano del caso ""Americano"" a Milano, il destrorso Frank Wolff che crede in una violenza deterrente alla violenza, e il sinistrato Luigi Pistilli per il quale la criminalità è solo l'effetto più devastante di una causa immensamente più complessa, radicata nelle maglie del tessuto sociale dei paesi occidentali. La sequenza finale è da seguire tutta in apnea, in un tripudio di violenza e colpi di scena che culmina con la verità più amara.
 Sono il mio contributo all'arte |