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Nick: Double Face
Oggetto: Restando in tema!!!
Data: 23/8/2006 17.49.15
Visite: 370

Un pò di cultura a tema ci vuole!!

Fica è un termine volgare e di uso comune impiegato per indicare l'apparato genitale femminile. Nelle regioni del nord Italia è diffusa la dizione "figa".

Il termine viene dal tardo latino fica come femminile di ficus, l'albero del fico, che in latino è femminile. Il significato osceno era già presente nella parola greca συκον che appunto significa fico. Si tratterebbe quindi di un calco che dal greco è passato alla lingua italiana tramite il tardo latino.

Fra le centinaia di definizioni locali, dialettali e regionali è probabilmente l'unica ad essere entrata di diritto nell'italiano corrente, anche nella variante figa, diffusa particolarmente nell'Italia settentrionale.
Il corrispondente termine maschile è cazzo, frutto di un'analoga selezione fra le definizioni locali, dialettali e regionali.

Come gli altri sinonimi, il suo significato è traslato da un termine di uso corrente (solitamente un nome di animale - mammifero, uccello o pesce - o vegetale). Il termine fica (o figa) deriva da una pianta e da un frutto, noto in italiano come fico e, nei diversi dialetti, come fica, figar, ecc.

Il termine fa parte di uno dei filoni principali della letteratura - a volte anche alta - e dello scrivere tipico della goliardia.
Numerose sono le opere letterarie parodiate: la più famosa di tutte rimane Ifigonia; ugualmente conosciuta è - nella costruzione di acronimi di pura invenzione le sigle Federazione Italiana Giovani Atleti e Federzione Italiana Giovani Artisti.







La letteratura
Il termine appare in letteratura sin dal Medioevo, sia nella forma fica sia in quella figa. Franco Sacchetti, scrittore e mercante della Repubblica di Ragusa usò il termine nella raccolta Trecentonovelle scritta in Toscana intorno al 1390.
Nella forma più diffusa, il primo uso è dovuto probabilmente a Pietro Aretino che lo adottò nella commedia Il Marescalco del 1533. Il termine fu usato da Pedante alla fine del terzo atto.

Un grande utilizzatore del termine fu il poeta e scrittore vernacolare Giuseppe Gioacchino Belli, dove la terzina più nota è la finale del sonetto Er Lavore:

Va' in paradiso si cce sò mminchioni!
Le sante sce se gratteno la fica,
E li santi l’uscello e li cojjoni.

Sempre di Belli è un altro sonetto assai noto, "La madre delle sante", datato 6 dicembre 1832 (il sonetto fa il paio con l'analogo "Er padre de li santi", steso nella medesima data) nel quale, della fica, sono goliardicamente riportati diversi sinonimi e circonlocuzioni utilizzati nel dialetto romanesco dell'epoca (alcuni scomparsi dall'uso ed alcuni sopravvissuti come termini volgari, con piccole varianti, anche nella terminologia attuale).
Come un licenzioso, ma non per questo meno affascinante, Cirano impegnato in una delle sue celebri tirate, recita Belli:

Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina,
Pe ffasse intenne da la ggente dotta
Je toccherebbe a ddí vvurva, vaccina
E ddà ggiú co la cunna e cco la potta. Ma nnoantri fijjacci de miggnotta
Dimo scella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta,
Freggna, fica, sciavatta, chitarrina, Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Ciscia, sporta, perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola, finestrella, Fischiarola, quer-fatto, quela-cosa
Urinale, fracosscio, ciumachella,
La-gabbia-der-pipino, e la-bbrodosa. E ssi vvòi la scimosa,
Chi la chiama vergoggna, e cchi nnatura,
Chi cciufèca, tajjola, e ssepportura.


L'uso come sineddoche e il cambio di genere
In riva all'Arno,
questi i modi di dire


In Toscana, patria della lingua italiana, il termine fica è usato sovente - anche al plurale fiche - in contesti che raramente sono accostabili a quelli comunemente usati in altre zone dell'Italia.
Se ne riportano qui alcuni:

Far la fica o le fiche , è - per una certa similitudine - quell'atto di spregio che consiste nel porre il pollice sopra l'indice e il medio e nell'alzar la mano così composta verso colui al quale si vuol recare scorno: Le mani anzò con ambedue le fiche (Dante Alighieri, Inferno - Canto venticinquesimo, verso 2)
"Fare fico", modo di dire che significa fallire, non riuscire, usato in Toscana, particolarmente nell'area del capoluogo Firenze, spesso in modo canzonatorio: es.: Volevi conquistare quella bella ragazza e invece hai fatto fico
Fare i fichi o anche essere un fico lesso è un altro modo di dire usato sempre in Toscana: si dice di persona non sbrigativa e non dinamica, uggiosa, viziata, bisognosa di esigenze particolari in tutte le situazioni, che la fa lunga anche sulle questioni di discussione più banali; può essere riferito anche ai bambini che fanno i capricci: Quanti fichi fa il mio fico o Quanti fichi fa il mi' pero o, semplicemente, Quanti fichi fai
Soprattutto nel gergo giovanile, il termine figa e il suo accrescitivo strafiga o figona sono spesso usati come sineddoche per indicare una "donna sessualmente attraente".

Con analogo significato è usata anche la forma maschile, figo, ovvero "ragazzo/uomo attraente".

Da notare anche l'uso del diminutivo fighetto o addirittura fighetta (con articolo maschile) con significato di "damerino", ragazzo dai modi e dall'abbigliamento marcatamente curati allo scopo di piacere, con connotazione ironica o spregiativa.

Il termine e la sua corrispondente forma maschile sono stati usati nel gergo giovanile degli anni novanta come aggettivi e interiezioni col significato neutro di "bello":

"La tua moto è fighissima!" (qui il parlante intende rivolgere all'interlocutore un forte apprezzamento per la sua moto);
"Figo!" (dove la "i" è spesso prolungata a piacere del parlante; qui si intende apprezzare un fatto appena accaduto o sentito o un oggetto appena visto o di cui si è appena sentito parlare).
Se ne registra inoltre l'utilizzo come intercalare in varie parti d'Italia, tra cui le zone di Milano, Lodi, Bergamo, Pavia, Piacenza e Parma.

Esistono inoltre diverse forme derivate, sia comuni sia artistiche:

figata (cosa figa);
figoso (che rende fighi o che è figo);
Bella Figheira è stato un personaggio interpretato da Anna Marchesini nella parodia de I promessi sposi fatta insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi.
Altro termine derivato che, avendo ormai perso quasi tutta la carica originaria di volgarità, è entrato nel gergo comune, tanto da essere usato da persone di tutte le età, è sfiga, col significato di sfortuna.

È interessante notare come in questo caso la "s" privativa iniziale ("sfiga" significa letteralmente "mancanza di figa") mentre da un lato ribadisce l'accezione positiva del termine base, assimilato ai concetti di fortuna, abbondanza, fertilità, con l'implicita deduzione che chi non ha un partner femminile è una persona sfortunata, sfigata, dall'altro, poiché, almeno in teoria, si potrebbe attribuire solo a maschi, sottointende una visione culturale maschilista dei rapporti fra i due sessi.

Da sottolineare che il termine con la c, da fico (la foglia con cui si coprì Adamo alla cacciata dall'Eden), ed il genere femminile sono utilizzati per indicare i genitali, mentre la sostituzione della c con la g (figo e figa) ha assurto, col tempo, al significato di bello, attraente e desiderabile (così come è indesiderabile la sfiga).


Lessico
Come accade per il corrispettivo cazzo, termine volgare dell'organo di riproduzione maschile – il pene – anche per il lemma fica ci sono numerose altre denominazioni dialettali, colloquiali, familiari o, semplicemente, volgari che indicano l'organo genitale femminile.
Alcuni di esse affondano le radici nella notte dei tempi; altre sono di più recente creazione e possono essere a tutti gli effetti considerate dei neologismi.
Ne vengono elencate qui in ordine alfabetico alcune fra le più note.


A
Azzittapreti; Albicocca;

B
"L'origine del mondo"





Quello qui riprodotto è forse il più celebre quadro mai dipinto sull'organo genitale femminile.
Opera del pittore francese Gustave Courbet, è custodito al Museo d'Orsay di Parigi.
È una pittura ad olio su tela di 46 cm. di altezza per 55 cm di larghezza.
Quadro destinato ad essere nel tempo tanto discusso quanto ammirato, per la naturalezza e il realismo - crudo e al tempo stesso sincero - della raffigurazione, fu realizzato da Courbet nel 1866.




Bagascia; bagiana; Barbigia (espressione di alcuni Daonesi TN); Barzigola; Belàn (espressione savonese); Bernarda; Bigioia (espressione usata in piemontese Brëgna/Brigna (espressioni piemontesi, propriamente significano "prugna"); Brogna/Brugna (espressione mantovana) e piacentina (dove nel dialetto locale è detta Brügna); Buco Böcc (termine ticinese, "Böcc l'é böcc l'usel al g'ha mia l'öcc", traduzione "Buco è buco, il pene non ha l'occhio"); Boffa (abruzzo) Buco Nero (erronea locuzione giovanile comunemente riferita all' oggetto stellare);


C
Caverna; Cecca (parola campana, soprattutto dell'entroterra); Cella (parola abruzzese, soprattutto dell'entroterra marsicano); Cestunia (espressione napoletana che significa propriamente tartaruga); Ciaccara; Cianno, cionna e ciunna (sinonimi usati in maniera diversa nei diversi paesi e città della Daunia, e derivanti probabilmente dal più comune "piccione" o dal più lontano termine latino "cunnus"); Cicala (espressione aretina); Cilla (espressione senese), cillina (espressione genovese); Cioncia; (nota in calabria a san lucido (cs) come pene e non come fica; il corrispettivo femminile è ciunno; Ciorciola; Ciorgna (espressione piemontese); Ciospa; Ciucia (espressione napoletana); Ciuccia (espressione abruzzese); Ciuètta (espressione abruzzese-marchigiana); Ciuffola; Cocca; Cocchia (espressione centro-marchigiana); Conchiglia; Cosa; Cozza; Cunno, cunnu Ciunno (dialetto calabrese, san lucidano)(espressione calabrese e della Lingua sarda di origine latina, cunnus); Curcio (espressione salentina) Ciotu (espressione cirotana - di Cirò (KR)


F
Faddacca (espressione siciliana) Fagiana; Farda; Farfalla; farfallina; Fecca, Fedda Fessa, Fissa; Fia (la pronuncia toscana occidentale ha ridotto al grado 0 la consonante velare nella parola fica); figa; filippa; Fiorellino Fodero; Fregna (espressione romana e abruzzese); Fresca (espressione umbro-marchigiana); Frice (Espressione Friulana); Frittola; Fuffa; Fuinera (espressione milanese) Faica


G
Galleria; Gonza; Gnagna; Gnocca; Gigia; Giggia.


L
Lurba (espressione dialettale pavese)


M
Mafalda; Micia; Mona, Monazza (espressione usata in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia); Mozza (espressione abruzzese); Mussa (espressione ligure)


N
Narda; Natura; Neira (piemontese: "nera") Ndacca (espressione usata in Campania)


P
Pacca (espressione usata a San Marco in Lamis); Pacchiarello (espressione Jenkkiana); Pacchio (espressione siciliana); Paciana Pacioccio (espressione sassarese); Panino; Parpagna Passera; Patacca; Patagnacca; Patagnocca; Patàna (attestazione campana); Pataràcia (dialetto chioggiotto); Patata, patatina; Patonza; Patonzola; Pattàle (espressione del basso Salento); Pelo; Pelosa; Pelotta; Pertuso (espressione tarantina dal detto :"Per la legge del rattuso ogni buco è pertuso") ; Péttine (in napoletano); Pèscia (tra Napoli e Foggia per indicare il femminile di "Pesce") Pesce (in dialetto tarantino, che in napoletano indica l'organo maschile); Piccione (espressione usata con diverse varianti dialettali nel meridione d'Italia; all'origine un'analogia con l'omonimo volatile); Piciuffa; Pilu (Calabria meridionale e Sicilia nord-orientale) Pilusera; Pinca (espressione dialettale di San Giovanni Rotondo); Pipa; Piricocco, Piricoccu (albicocca in lingua sarda); Pisaia (Espressione dialettale Romagnola); Pisciotto (Espressione dialettale Calabrese); Pisella (espressione familiare); Pitaffio; Pittignone (può diventare "Pittignone gonfio"); Poscia (dialetto campano) Potta (dal latino puta, è la parola usata dall'Aretino nei suoi Sonetti lussuriosi e Dubbi amorosi); Pòta (in dialetto bergamasco, utilizzato anche come intercalare); Prugna; Pucchiacca; Pucciacca (o Picciacca); Puscio (dialetto di Accettura) Pussi


S
Sarchiapona; Sépa, sepolìna (espressione dal dialetto chioggiotto riferito alla Seppia); Sfessa;(fessura-spacco in dialetto ferrarese) Sgnacca; Sgnacchera; Sorca; Spaccazza, spaccozza; Spacco; Sticchiu (espressione siciliana); Sforna Creaturi (napoletano arcaico); Spremicappella; Saccoapelo (del cazzo);


T
Tabacchèra; Tana; Tegia (da -licar la tegia, leccare la padella - in ferrarese); Topa; Topina; Tunnel

U
Udda (sardo nuorese)


V
Vagia (con la 'g' dolce); Vagina (è, questo, il nome corretto in lingua italiana dell'organo genitale femminile; il suo uso nel linguaggio colloquiale può risultare goffo o eufemistico); Vello (espressione tipicamente abruzzese); Vergogna; Vongola; Vulva


Vivi lascia vivere e non rompermi i coglioni!!
Scinn a quoll'si no t' spar



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