Nick: Cattivo Oggetto: Cragnotti Data: 13/2/2004 12.1.14 Visite: 135
Cragnotti: le banche mi hanno lasciato solo L’indagato numero uno: «Arpe ha preteso l’acquisto delle azioni della Banca di Roma» Sotto torchio a Regina Coeli l’ex presidente della Cirio: non ho truffato nessuno, i bond erano destinati agli istituti di AUGUSTO PARBONI ROMA — Crac Cirio, interrogatori fiume nel carcere di Regina Coeli. Ieri è stata la giornata delle domande del gip, che dalla 11 di mattina fino a sera è rimasto nel penitenziario romano per ascoltare le dichiarazioni dei principali indagati del dissesto del colosso agro-alimentare. Per diverse ore l’ex numero uno della Cirio ha urlato la sua completa estraneità alle accuse, sottolineando durante tutto il suo interrogatorio con determinazione e precisione la regolarità dei movimenti bancari che lo hanno fatto finire dietro le sbarre. «Non ho ingannato e non ho truffato nessuno perché i bond sono stati dati alle banche e non ai risparmiatori, non ci sono state appropriazioni». Gli istituti di credito, secondo Cragnotti, non lo avrebbero aiutato proprio nel momento in cui era ancora possibile salvare la società agro-alimentare. «Ha offerto anche elementi significativi ai magistrati», hanno dichiarato i difensori dell’ex patron della Lazio appena usciti dal penitenziario romano di via della Lungara. «Arpe ha preteso che venisse eseguito quel contratto», ha inoltre affermato Sergio Cragnotti in riferimento all’acquisto delle azioni della Banca di Roma. Il primo a sedersi di fronte al giudice Vardaro, che due giorni fa ha quindi rinchiuso in carcere oltre all’ex patron della Lazio Sergio Cragnotti, anche il figlio Andrea e il genero Filippo Fucile, è stato Cragnotti junior, che per un’ora e mezza ha respinto tutte le accuse elencate nei suoi confronti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal pool di magistrati romani, coordinati dal procuratore agginto Achille Toro. «È un ragazzo di 30 anni travolto dagli eventi - ha dichiarato il suo difensore, l’avvocato Giulia Bongiorno - la cui unica colpa, se di colpa si può parlare, è di aver usufruito di un mondo dorato». E ancora: «Andrea è fondamentalmente il figlio di Sergio Cragnotti, un ragazzo di 30 anni che non entra nel merito dei fatti, ha risposto quel poco che aveva da dire». Andrea Cragnotti inoltre ha sottolineato che il padre prendeva tutte le decisioni e che dunque lui seguiva il genitore per imparare. E che ora non riuscirà più a lavorare una volta fuori dal carcere. Quando il gip gli ha chiesto il motivo di un suo «incasso» di 500 milioni di vecchie lire, ha risposto che si trattava di un regalo del genitore e che ora nel suo conto corrente ci sarebbero solo 25mila euro. Per quanto riguarda infine i bond «incriminati» Cragnotti junior non avrebbe dato risposte al giudice. Appena Andrea Cragnotti è tornato in cella, è stata la volta del genero dell’ex presidente della Cirio, Filippo Fucile. Secondo il giudice quest’ultimo sarebbe «coinvolto nei trasferimenti di risorse finanziarie da società controllate e controllanti; dei drenaggi di mezzi economici della Cirio Finanziaria spa alle società "correlate", intervenuti tra il luglio del ’98 e la metà del ’99, espressione di una precisa strategia di politica finanziaria della quale Fucile, come direttore finanziario, era direttamente e attivamente partecipe». Gli avvocati degli indagati hanno comunque annunciato ricorsi al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca delle misure restrittive, poiché non sussisterebbero i pericoli di reiterazione e di inquinamento delle prove, come sostenuto invece in 123 pagine dal gip romano. E proprio nel provvedimento restrittivo il giudice ha scritto che l'acquisizione della Bombril ha fatto raddoppiare, nel giro di un mese, i crediti concessi dalla Cirio Finanziaria Spa ad altre società del gruppo agro-alimentare. «Da 420 miliardi di lire - continua il gip - al 30 novembre 1999, i crediti, poi divenuti inesigibili, sono saliti a 875 miliardi al 31 dicembre 1999». Secondo il gip, in relazione all'acquisizione della Bombril, l'assenza di giustificazione economica per le operazioni di finanziamento da parte della Cirio Finanziaria verso Cirio International Bv e Bombril Overseas trova riscontro nei verbali delle riunioni del collegio sindacale della stessa Cirio Finanziaria, e nella risposta fornita dall'organo alle richieste di chiarimenti avanzate dalla Consob. Infine Paolo Micolini, ex presidente di Coldiretti, agli arresti domiciliari, sarà interrogato lunedì a Roma dal magistrato che conduce l'inchiesta sul fallimento dell'impero di Sergio Cragnotti. Da iltempo.it |