Nick: Ulisse Oggetto: Adieu Data: 15/2/2004 12.47.57 Visite: 115
Anch’io sono stato molto toccato dalla tristissima morte di Marco. Ho appreso la notizia al televideo stanotte. La mia mente è tornata da sola, in automatico, al giugno del ’98. Ero a Genova e mi apprestavo a partire per Paris. Nn riuscivo a concentrarmi molto sul lavoro, perche’ nn potevo staccarmi dalla pagina della Gazzetta con gli aggiornamenti in tempo reale sul Giro d'Italia. Il mio amore per il ciclismo, sopito dopo i 20 anni, ritornò dentro me prepotente facendomi pensare ad un rispolvero della mia bici da corsa, grazie a un eroe che mi sembrava formidabile e invincibile. Durante il lavoro, attraverso il web, seguivo le fasi della corsa, e poi di corsa in albergo, incollato al video per assistere alle sue imprese. Lo sport sa essere elettrizzante ed esaltante, e tanti sono i gesti che accendono la fantasia di chi assiste alle gesta dei campioni. Credo che possa sicuramente annoverarsi tra i più esaltanti il "segnale" della fuga di Marco Pantani. Lo scriveva Bobomix qualche messaggio fa’…. Quando la pendenza si faceva impossibile, e i ciclisti già stremati dalla fatica e dal gran caldo erano uniti in un unico serpentone, si aspettava solo quel momento, quella indiscutibile scarica di adrenalina. Quando il pirata si sfilava dalla testa la mitica bandana e si alzava sui pedali. Il boato della folla accoglieva quel gesto imperioso e trionfale, e il campione si staccava dal plotone, al quale infliggeva distacchi abissali. Brividi per me. In tutto il mondo diventò un mito. Venne il trionfo al giro d'Italia, e poi quello magico al Tour De France. Fece innamorare di se perfino i francesi, così restii a riconoscere il valore dei campioni stranieri. Fantastico. Quell’estate, il pirata," ballò una danza" indimenticabile. L'anno successivo sembrava dovesse bissare i suoi trionfi, ma nel romanzo della sua vita si stavano aprendo le pagine più brutte... il presunto doping, la squalifica, e l'inizio del precipizio che doveva concludersi nella sua Romagna, nella solitudine di un sabato pomeriggio diverso dagli altri. Niente bandana al vento. A torso nudo e con un paio di jeans, la resa definitiva di un campione incapace di rassegnarsi alla sua caduta, inesorabile. Sinceramente mi passano molte cose per la testa ora. Ci sarebbe tanto da scrivere, tanto da dire a cominciare da: "cos'è il doping?" Solo delle maledette sostanze elencate in un documento delle federazioni sportive che se assunte alterano e/o migliorano la prestazione. Il problema è che nn si può vivere in una società che ti obbliga ad essere sempre al massimo, e nn solo per vincere ma a volte anche solo per stare nel gruppo, e poi sentirsi accusare se per riuscirci ci si aiuta. Doping per me nn si scrive solo "anabolizzante","nandrolone" etc... Doping è alterare le proprie prestazioni ricorrendo ad aiuti esterni..... e' bere per vincere la propria timidezza nell'approcciare una donna, e’ prendere un ansiolitico per tenere a bada le pressioni del tuo "capo" che ti vuole rilassato e al massimo, e’ ottenere favori per occupare posti di lavoro che da solo nn avresti mai, e’ prendere una Tachipirina per far abbassare la temperatura e nn mancare a quell'appuntamento importante che altrimenti viene dato ad un tuo collega "concorrente", e’ ottenere soldi da una banca per realizzare un qualcosa che da solo e con le tue forze nn saresti riuscito a realizzare, e’ costruire una squadra di calcio altamente competitiva senza avere i soldi per pagare i calciatori, e’ prendere "coca" per tenere una striscia quotidiana in Tv. Ma si sa, un certo tipo di doping nn legato allo sport, nn solo è accettato, ma anche "spinto", incoraggiato. "Prendi questo e sarai come Lui", "fai questo e sarai come lei". "mangia meno che poi ti filano", "se sei stanco nn riposare prendi quella cosa e vedrai che "stracci" il tuo collega e gli freghi il posto". In fondo lo fanno tutti, nn avrai mica la pretesa di essere tu un "puro", "puro" che, tradotto significa "coglione", nella società della competizione estrema. Solo tu Marco dovevi accettare di star male senza curarti. Nn lo hai fatto e sei stato giustamente punito e additato come esempio da nn seguire. Hai finalmente capito la lezione ed hai smesso di richiedere aiuti esterni, sei diventato un uomo. Peccato che nn potrai mai dimostrarlo a nessuno perchè quello che gli altri definiscono dall'alto delle loro "prestazioni alterate", "onestà", "pulizia morale", "lealtà" ti hanno fatto decidere che nn eri all'altezza del mondo per cui l'unica possibilità era ritirarsi. Nn so se è rimasto solo vittima di un maledetto sistema nel quale ci sentiamo un po’ tutti sistemisti... So soltanto che il ricordo di quei meravigliosi pomeriggi dell'estate 1998 e di Marco rimarranno per sempre indelebili nei miei ricordi. Scusate se ho aperto l’ennesimo thread al riguardo, ma sono molto amareggiato. ///U. |