Nick: POMPEO Oggetto: denise 2 anni di mistero Data: 2/9/2006 1.4.49 Visite: 194
MAZARA DEL VALLO. È ancora un giallo la vicenda di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, il 1 settembre del 2004. Da quel giorno sono passati due anni e l'inchiesta sulla scomparsa della piccola è andata avanti tra segnalazioni, avvistamenti, foto e colpi di scena. Oggi, il giorno di quel triste anniversario, Piera Maggio, la mamma di Denise, si dice «certa che nei prossimi mesi qualcosa accadrà. Ho la strana sensazione - sostiene - che si arriverà alla verità». Una verità che la signora Pipitone cerca disperatamente dal quel terribile 1 settembre del 2004, quando la sua Denise è sparita nel nulla, inghiottita dal silenzio. È quasi mezzogiorno, la piccola gioca davanti casa in via Domenico La Bruna. È mercoledì e c'è il mercato rionale, la strada è trafficata, la bambina è affidata alla nonna materna. Bastano pochi minuti di distrazione, la signora entra in casa e quando esce di Denise non c'è traccia. Scatta la denuncia ai carabinieri e iniziano le ricerche. Sin dalle prime ore il procuratore capo di Marsala, Silvio Sciuto, si mostra sicuro: «La bambina è viva e si trova in città - dice davanti a telecamere e giornalisti - Siamo ottimisti sulla sua sorte». L'ipotesi iniziale degli inquirenti è che si tratti di una vendetta privata maturata nell'ambito familiare. In sostanza ritengono che si tratti di un modo escogitato dalla ex moglie del padre di Denise e dalla figlia, Jessica Pulizzi, per punire Piera Maggio. Intanto mamma Piera lancia appelli perchè chi sa parli e un benefattore offre una ricompensa di 50mila euro per chi fornirà notizie sulla piccola. Per tutto il mese di settembre carabinieri, polizia, reparti speciali e unità cinofile passano al setaccio la città di Mazara del Vallo: strade, anfratti, fiumi, grotte e persino auto vengono passati ai raggi X, ma di Denise nessuna traccia e il mistero sulla sua scomparsa si infittisce. Si fanno avanti anche altri ipotesi, come quelle legate a riti occulti o traffici di organi. Intanto le iniziative per tenere alta la guardia si moltiplicano e anche Trenitalia partecipa alle ricerche tappezzando le carrozze di locandine con l'immagine sorridente di Denise. È passato poco più di un mese quando Piera Maggio manifesta sotto Palazzo Chigi, a Roma, chiedendo che si attivino anche le ambasciate per far in modo che la ricerca si estenda all'estero. Gli appelli di mamma Piera si susseguono. Incessanti su giornali, emittenti, nelle piazze: l'importante è fare rumore, far sì che la piccola Denise non sia dimenticata. E la gente non scorda il piccolo angelo di 4 anni: le segnalazioni infatti si moltiplicano. Ognuna viene vagliata, analizzata, studiata. Perchè anche il più piccolo particolare può rivelarsi utile, fondamentale. Le indagini, coordinate dal procuratore capo, Silvio Sciuto, sembrano imboccare la pista giusta il 18 ottobre del 2005. Una guardia giurata gira un filmino davanti una banca a Milano. Nel video è ritratta una bambina, chiamata Danas, in compagnia di una donna rom e Piera Maggio giura che la piccola del videoclip è la sua bambina. Le speranze si riaccendono e le immagini fanno il giro dell'Italia rimbalzando da una tv all'altra. Gli investigatori però sono cauti e hanno le bocche cucite, le ricerche si intensificano in tutto il nord del Paese. Piera Maggio lancia un appello:«Le persone che erano con la piccola a Milano si facciano vive - dice - Così si elimina ogni dubbio». La preoccupazione è che Denise possa aver già varcato i confini nazionali, ma la Farnesina assicura di avere attivato le ambasciate. Le segnalazioni si susseguono: la piccola è vista a Cremona, a Verona, nel milanese, a Bologna. Ma gli accertamenti danno ogni volta esito negativo: quelle bimbe non sono Denise dicono gli inquirenti. Mamma Piera, però, non si arrende. Non può farlo e continua con gli appelli. Si rivolge persino al Papa perchè «'preghi per la mia piccola e per chi la ha con se». Gli ho già scritto una lettera - racconta - sono convinta che una sua omelia possa scuotere le coscienze«. Poi l'ennesimo appello alle tv perchè venga trasmesso un video della piccola Denise, non solo sulle emittenti locali, ma anche sul satellite. Già perchè Piera Maggio ormai teme che la bambina possa aver lasciato l'Italia: «Ho paura - dice - che possa essere stata affidata a qualche coppia senza figli all'estero oppure che possa essere stata rinchiusa da qualche parte in attesa che cali l'attenzione e il clamore su questa vicenda». È il maggio del 2005 quando la pista della vendetta familiare trova un nuovo spunto. La sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, all'epoca dei fatti 17enne, viene iscritta nel registro degli indagati. Secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo nel sequestro della bambina. A tradirla sarebbe stata una frase, pronunciata in dialetto, mentre aspettava di essere sentita in questura pochi giorni dopo la scomparsa di Denise e registrata da alcune cimici. «Io a casa ci 'a purtai» dice la ragazza alla madre, che le chiede cosa facesse e dov'era quel maledetto 1 settembre. Agli investigatori Jessica racconta di trovarsi in una certa strada di Mazara del Vallo, ma il tabulato telefonico la smentisce: i segnali lasciati dal suo cellulare sembrerebbero confermare che nelle ore in cui Denise spariva nel nulla la giovane si trovava proprio nella stessa zona. A novembre sul tavolo degli investigatori arriva una foto scattata da un satellite americano: riprenderebbe l'attimo esatto in cui la bambina viene presa da via Domenico La Bruna e caricata su una Ford Fiesta rossa. L'ultimo colpo di scena in una vicenda che non ha risparmiato sorprese risale a maggio di quest'anno, quando nell'inchiesta spunta un nuovo indagato: è Gaspare Ghaleb, l'ex fidanzato tunisino di Jessica. Il giovane viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Marsala per false dichiarazioni. Durante un interrogatorio, mentre ricostruisce i suoi movimenti nella giornata del 1 settembre del 2004, il ragazzo racconta ai pm di non avere mai incontrato Jessica, con la quale, invece, aveva all'epoca una storia. A smentirlo, ancora una volta e come è già accaduto per la testimonianza della sorellastra di Denise, sono i tabulati telefonici a disposizione della Procura. Lo stesso procuratore Sciuto ha ribadito nei mesi scorsi dai microfoni di «Chi l'ha visto?» che nella vicenda si possono individuare due fasi: una prima che vede il coinvolgimento di Jessica e Ghaleb e una seconda in cui la piccola potrebbe essere stata affidata ai nomadi come sembrerebbe testimoniare il filmato girato dalla guardia giurata di Milano. A corroborare tale ipotesi anche il fatto che la sorellastra di Denise frequentava molti nomadi a Mazara del Vallo e potrebbe aver affidato la bimba proprio a qualcuno di essi. Anzi c'è di più. Secondo gli inquirenti la piccola avrebbe passato qualche tempo nel campo nomadi di Contrada Gasena, ad Agrigento, tristemente famoso per aver ospitato gli zingari che, lo scorso settembre, hanno assassinato durante una rapina, l'imprenditore di Taormina (Messina) Pancrazio Muscolino. Ma si tratta di ipotesi che attendono conferma. Intanto tra poco più di un mese la piccola Denise compirà sei anni. Questa sera a Mazara del Vallo (Tp) si terrà una fiaccolata per ricordare la piccola Denise Pipitone, scomparsa il primo settembre di due anni fa. La fiaccolata partirà alle ore 21 da Piazza della Repubblica per arrivare all'abitazione della famiglia Pipitone. |