Nick: D00PAR Oggetto: Un "Rosso" tra i "Neri"! Data: 16/9/2006 17.4.6 Visite: 114
Tanta gente per l'iniziativa organizzata da Azione Giovani Il presidente della Camera e Gianfranco Fini parlano di identità Differenze e punti di contatto. Molti applausi e qualche fischio. Anche il leader di An si emoziona: "Se ripenso agli anni di piombo..." di MATTEO TONELLI Fausto "il rosso" tra i ragazzi di destra "Non torni più il tempo delle violenze" ROMA - Fausto "il rosso" varca la soglia della festa dei giovani "neri" mentre su Roma si scatena un temporale che costringe gli organizzatori a spostare il dibattito con Gianfranco Fini sotto un tendone. Per il suo decennale Azione Giovani, l'organizzazione giovanile di An, ha pensato di invitare Bertinotti a discutere di identità. E non è il tema che colpisce, ma il luogo: la festa dei giovani post-fascisti. Anche per questo, la scelta di Bertinotti ha provocato curiosità e parecchie polemiche a sinistra. Bertinotti, rivela, ci ha pensato e poi ha deciso di accettare "perché ho voluto gettare un ponte anche verso una cultura così lontana per sconfiggere la cultura della violenza". Quella che ha ucciso Fausto Targetti militante di un centro sociale romano ucciso a coltellate pochi giorni fa. Bertinotti, ieri, ha incontrato la madre, e la platea della festa lo ha ricordato con un applauso. E così, pochi minuti delle 11, Bertinotti, nella veste bipartisan di presidente della Camera, fa il suo ingresso alla festa. Pochi metri dietro di lui, la moglie. L'arrivo è condito da un mezzo incidente diplomatico. Un filmato, basata sul dualismo "essere o sembrare", tema dominante della festa, prende di mira la deputata di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, opposta al sindaco di Milano Letizia Moratti. "Essere donna - recita il video quando scorre l'immagine della Moratti - e non sembrare donna", quando invece appare Luxuria. Sguardi imbarazzati. Ma si procede. La platea aspetta e accoglie l'ex segretario di Rifondazione con un appaluso. Si capisce subito che sarà una giornata senza imprevisti. Bertinotti raccoglie applausi parlando dei rischi della globalizzazione, dello squilibrio tra nord e sud del mondo, chiedendo che di Telecom discuta il Parlamento e invocando un maggiore coinvolgimento dello Stato sulle scelte economiche. Temi che piacciono ai militanti di An, in particolare quelli legati alla destra sociale, che applaudono a più riprese. Mano mano che passano i minuti la tensione che all'inizio si leggeva sui volti degli organizzatori si scioglie. Quando tocca a Fini, il leader di An non nasconde l'emozione per l'incontro: "Se ripenso agli anni di piombo..". E a quel periodo torna Bertinotti quando rivendica la bontà della sua partecipazione: "Veniamo da una storia in cui lo scontro è stato più volte fisico e militare. Vorrei che non tornassero più quesi tempi". Si va avanti così. E dopo gli applausi arriva il momento dei fischi (perché, come dice Fini "cortesia sì, ma la marmellata no"). Accade quando si parla di diverse identità. Bertinotti ammette gli errori, anche tragici del comunismo, ma rivendica, con orgoglio il termine "comunista". Ed è, quella del presidente della Camera, una rivendicazione del suo essere "compagno": "In quanto io sono l'altro con cui condivido esperienze". Troppo per la platea di An che dell'identità "quella che non cambia, quella che ci definisce, quella basata sulle radici" fa una bandiera. Vola qualche fischio che Bertinotti para così: "E' giusto che sia così: d'altronde se non avessimo idee diverse sull'identità perchè saremmo diversi? Mica vorremmo dividerci solo su Prodi". Qualche altro mugugno si sentirà sul tema delle droghe e su Cuba. Ma per capire il clima basta citare Fini che, a chi chiede conto a Bertinotti delle posizioni passate sull'invasione in Ungheria, replica: "Sarebbe come chiedere a me come mai a vent'anni consideravo i golpe dei colonnelli in Grecia e Portogallo un momento di libertà..". Il dibattito si avvia al termine. C'è spazio anche per il privato. E così viene fuori che Fini ama My Way di Frank Sinatra e Battisti e adora il film "Oltre il guardino" di Peter Sellers. Bertinotti invece, Amsterdam "una canzone che parla di venti del nord e grandi geli" e il film Usa "One Million dollar" di Clint Eastwood. E i libri? Bertinotti preferisce parlare di poesia: "Giacomo Leopardi e qualche lirica di Kipling". Fini coglie lo spunto: "Di Kipling è la poesia manifesto dei giovani di destra, che si intitola 'If'. Pronto Bertinotti ribatte: "Ma allora se la mettiamo sulla poesia io dico 'Itaca' del greco Kavafis...". Finisce così, con un applauso che unisce tutti. "E' andata bene e chi ha mosso critiche ha manifestato cecità e sordità" dice Bertinotti. "Bravo, peccato che è comunista" ironizzano alcuni ragazzi. Ma se a destra il presidente della Camera raccoglie consensi, da sinistra volano frecciate: "Andare a quella festa è un atto politico, quello di voler recuperare un rapporto politico con i post-fascisti". .:°D00PAR°:. http://www.alessioproietti.com http://doopar.deviantart.com http://www.photo4u.it/album_personal.php?user_id=9632
|