Nick: Mr_LiVi0 Oggetto: Buongiorno a tutti voi Data: 28/9/2006 8.32.35 Visite: 48
Buona giornata, se non avete il tempo di leggere il giornale date un'occhiata qui ... buone notizie in arrivo(si fa per dire) ed altre divertenti (per davvero) Redditi e casa, sarà doppia stangata di FRANCESCO FORTE La manovra della incombente Legge finanziaria si scrive "Padoa-Schioppa", ma si legge "Visco". E anzi Fisco. Usando una formula messa in voga dal super giudice Borrelli, per indicare la scelta della linea dura e pura, la ricetta è "tassare, tassare, tassare". I bastonati sono i certi medi, i piccoli proprietari, i lavoratori autonomi e i lavoratori marginali, un complesso iridato di categorie sociali per le quali il governo Prodi non ha alcuna simpatia. Come già ha dimostrato con le sue prime mosse dal decreto Bersani-Visco alle interpretazioni negative della legge Biagi da parte del ministro del Lavoro Damiani, che rappresenta nel governo le categorie del lavoro sindacalizzato e quindi protetto. Ricchi da 3.800 euroEcco, così, la prima tegola appioppata sul capo dei ceti medi: l'aumento del 4% dell'Irpef per i redditi fra i 70mila e i 100mila euro, giustificata con due pessimi argomenti. Così si abroga la riduzione di aliquota attuata dal ministro Tremonti nel quadro della riforma fiscale berlusconiana, che secondo la vulgata favorisce i ricchi e non può che essere malvagia. E dicono i sinistri che si tratta di poca cosa in quanto sono 40 euro ogni mille. Quindi, al massimo, per i 30mila euro di differenza fra i 70mila e i 100mila, il maggior onere è di 1.200 euro. Gli sgravi fiscali berlusconiani andarono soprat tutto ai redditi minori e medio bassi e hanno rilanciato l'economia e il gettito fiscale, generando il boom delle entrate di quest'anno. La seconda tesi, a favore di questo inasprimento che 40 euro su mille sono poca cosa è sballata. Ciò è vero solo per i ricchi, non per chi ha poco più di 70mila euro lordi che, tolte le imposte attuali, corrispondono a 44-46mila euro netti, ossia 3.800 euro netti mensili. Sfido a sostenere che una persona con questo reddito sia ricca e indifferente ai mille euro, come coloro che li spendono nella benzina di una gita con la loro barca. La vera spiegazione di questa scelta è che tassare i ceti medi a Prodi piace, è la sua ricetta economico politica, basata sul principio che quello che va bene a Bertinotti, a Damiani, alle grandi banche, ai ricchi con barca va bene al Paese. Ma la tegola sui ceti medi e medio piccoli non viene sola, ce ne sono altre due insieme. Infatti è prevista la devoluzione ai Comuni del potere di gestire il catasto fiscale, modificando i coefficienti catastali. Ciò comporterà nuovi oneri, per chi possiede abitazioni e negozi tassati a catasto, a discrezione dei Comuni. Che, ovviamente, quando sono governati da giunte rosse seguiranno la teoria fiscale prodiana, consistente nel tassare i ceti medi e medio piccoli. Che impresa la piccola impresa In questo caso i piccoli e medi proprietari di immobili. Se il loro reddito globale rientra fra quelli che superano i 70mila euro (magari tramite le rivalutazioni dei coefficienti catastali), questi malcapitati pagheranno di più, per due volte: perché è aumentato il loro imponibile (maggior valore catastale) e perché è aumentata l'aliquota (la maggiorazione di Irpef del 4%). Ci sono, in vista, anche gli aumenti dei coefficienti dei redditi di lavoro autonomo e delle piccole imprese tassate con gli "studi di settore". Si dirà che ciò è equo, perché i loro redditi sono aumentati. Ma si tratta di maggiorazioni automatiche, che non tengono conto delle diverse capacità contributive. Quindi, la misura ha i suoi rischi. In più il carico fiscale sulle imprese è molto elevato, data la combinazione fra imposta sul reddito (Irpef o imposta sulle società) ed Irap. E tassare di più i piccoli operatori, date le attuali alte aliquote, ha effetti economici controproducenti. L'onere sarà doppio per quelli tassati con l'Irpef se ricadranno nello scarognato scaglione fra i 76mila e i 100mila euro. Non è finita per il lavoro autonomo. Esso avrà anche aumenti dei contributi sociali. Che riguarderanno anche i lavoratori della legge Biagi, quelli con reddito basso non strutturato. Per i piccoli risparmiatori, poi, non c'è solo l'aumento catastale, c'è anche quello delle aliquote sugli interessi dei titoli pubblici, delle obbligazioni e di ogni altro prodotto finanziario, tranne i depositi bancari. Discutere di equità fiscale, mi pare inutile con questo governo, date le sue idee di equità a senso unico, senza riguardo per il merito e per il risparmio. Ma una manovra come questa appare anche dannosa per lo sviluppo economico. L'economia italiana viene bastonata dal fisco mentre sta ripartendo. E ciò inciderà negativamente sulla ripresa. LE GAFFE DI PRODI IN CINA di RENATO FARINA Pranzi, inchini, figuracce: diario inedito di una missione imbarazzante. Scritto da chi c'era Presentiamo qui il diario di viaggio in Cina di Prodi. Lo battezzammo, il giorno prima della partenza, Romao Tse Tung, causa una certa inclinazione a prosternarsi al comunismo sia in casa nostra sia dalle parti di Shangai dove la falce e il martello hanno sparso il sangue di milioni. Ha mantenuto le promesse. Le cronache che proponiamo sono state scritte da un insospettabile dello staff, l'Anonimo Governativo. Non diremo di più sulla sua identità: il Mandarino capo è vendicativo, e non sapremmo dove sistemare il disoccupato. Ma lo capiamo. Anche un amico di Prodi a un certo punto non ne può più. Vedi e senti il Professore da una vita, e lo sopporti. Poi vai con lui in Cina e crolli andando in frantumi come un vaso Ming per lo spostamento d'aria dell'indecenza. Le mangiate e le bevute, i silenzi sfrontati e le gaffes madornali. Esempi. 1) Prodi ha parlato sì di diritti umani in Cina. Ma soltanto con i giornalisti italiani. Coi cinesi, mai. C'è stato un passaggio da piazza Tien An Men. Poteva essere l'occasione per una parolina su esecuzioni capitali di massa, infanzia violata, schiavismo nelle fabbriche, libertà religiosa coartata. Niente. 2) Piazza Tien An Men e la repressione assassina delle proteste studentesche motivò la decisione europea dell'embargo alla vendita di armi. Romano ha proposto la rimozione velleitaria di questo veto. Se l'è rimangiata dinanzi alla reprimenda del presidente della Commissione europea, il suo successore, Barroso. Questa gaffe ci costerà la bocciatura in sede Ue delle nostre mosse per impedire l'import di scarpe cinesi nei nostri porti. 3) A proposito di porti. Il sindaco di Tianjin (10milioni e rotti di abitanti) ha salutato il nostro premier come «consulente del porto» locale. Vero. Lo fu nel 1993, diede una bella mano, era presidente dell'Iri. Complimenti. Prodi è più amico degli italiani o dei cinesi? Leggete il diario e poi rispondete. Tarantella e figuracce Il disastroso viaggio di Romao Tse Tung di ANONIMO GOVERNATIVO Un sindaco saluta Prodi, «consulente del nostro porto» La missione in Cina del Professore raccontata da chi c'era NANCHINO 13 E 14 SETTEMBRE Al Grand Ballroom del metro Park Hotel di Nanchino dopo i discorsi del Governatore dello Jiangsu e di Prodi parte il filmato. Nessuno avverte che i lavori continueranno con gli interventi del neo presidente dell'Abi Corrado Faissola e della Ministra Bonino. La grande sala si svuota. Si presume che tutto sia terminato. Corrono per i corridoi segretari, assistenti ed addetti al protocollo per richiamare tutti in sala. Ma la metà della gente è ormai all'assalto del buffet lunch. Così Faissola parla a mezza sala e la Ministra, che conclude, ancora a meno. Nervosa la Bonino. Si dà l'ordine che a Canton si invertano gli interventi e si convincano gli imprenditori a rimanere seduti fino alla fine. Vedremo. L'aereo di Stato è atterrato a Nanchino. Con la valigia del consigliere diplomatico del Ministro del Commercio Internazionale viaggia anche la Coppa del Mondo conquistata a Berlino da Cannavaro e soci. Tre chili d'oro per il colpo mediatico della responsabile del resuscitato ministero. Pochi lo sanno. Molti lo ignorano: soprattutto le autorità doganali cinesi. Da Nanchino a Canton le autorità dello Jiangsu hanno messo a disposizione ben tre voli gratuiti per la delegazione italiana. Un gesto di cortesia che vorranno veder ricambiato in Italia alla loro prossima visita a novembre. Saranno circa mille. Chi pagherà? Prima di trasferirsi a Canton tutti in visita allo stabilimento Fiat lungo la strada per l'aeroporto. Marchionne e Montezemolo sono al centro delle attenzioni di cinesi. Prodi e i suoi avvertono la cosa. Di Pietro e D'Antoni nessuno se li fila. L'ambasciatore Menegatti è di casa e continua a saltellare come quando, da addetto stampa, girotondava intorno all'allora titolare degli Esteri Susanna Agnelli. CANTON 15 SETTEMBRE A Canton, nella sala dell'Hotel Dong Fang viene allestito il Forum sulle piccole e medie imprese. Posti a sedere oltre 1200. In prima fila 80 posti d'onore; 40 sono riservati agli italiani. Nella notte, mentre operai silenziosi tirano su striscioni di benvenuto, i "protocolli" di Palazzo Chigi e quelli di Confindustria si strappano di mano i segnaposto. Arrivano poi le segretarie dei sottosegretari a reclamare anche per loro una pole position. «...Se non c'è visibilità che cosa siamo venuti a fare fino in Cina?...». Tutti reclamano priorità e segnalano personalità che non possono assolutamente sedersi in seconda fila. Si fa mattina lasciando in sala a presidiare i "cavalieri" di carta i propri più fedeli guardaspalle. Altri tempi quelli di Ciampi. In dieci minuti il protocollo dava le disposizioni. Nessuno aveva da ridire e tutti erano soddisfatti. Al mattino l'inaugurazione della Fiera Internazionale della Piccola e media impresa. In fondo al padiglione centrale è stata posta la Coppa del Mondo, blindata e sorvegliata a vista. Dopo le macchine tessili, i punti caffè Lavazza e la Ferrari ospitata nel padiglione dell'Emilia Romagna è questa l'attrazione di maggior successo. La Lombardia regala un collegamento in diretta con una fabbrica di Busto Arsizio. Prodi è di fretta per non perdersi il Seminario di Banca Intesa e la Bonino si limita a pontificare sul primato della tecnologia e sul suo impegno a dare una rinnovata immagine dell'Italia produttiva all'estero. Le sue parole sono presto soffocate da una ossessiva "pizzica" che, con volume crescente, parte dallo spazio della Regione Puglia. Tamburi e tamburelli, pifferi, chitarre e fisarmoniche nonché una sinuosa e tarantolata giovincella attorniano l'imbarazzata ministra a cui gli scatenati salentini dedicano cinque minuti di tecnologia folklorica. Banca Intesa apre il seminario con un parterre invidiabile: Prodi e mezzo governo. Passera fa gli onori di casa e il sinologo di regime Federico Rampini introduce e presenta l'utilità del fondo di investimento Mandarin. Al piano di sotto prende vita il seminario del San Paolo-Imi. I giornalisti cinesi non comprendono cosa sia la fusione tra le due banche di cui si è a lungo parlato. Forse una sta sotto e l'altra sopra? Mah! Nel primo pomeriggio inizia il forum. La prima fila di parte italiana contesa durante la notte come una trincea del Carso è semivuota. Prodi e signora. Accanto l'ambasciatore Menegatti. Poi Corrado Passera, Enzo Cipolletta, Corrado Faissola, Franco Riccardo Levi, Luca di Montezemolo e Giuseppe Morandini. Un annoiato Roberto Poli, presidente dell'Eni, continua a guardare l'agenda. Umberto Vattani si inchioda al tavolo di prima fila e... scrive... scrive... scrive, visto che non lo fanno parlare. Qualche sedia viene presa d'assalto dagli addetti stampa di Abi per non far notare quello che gli ospiti cinesi stanno osservando tra la meraviglia e l'indignazione. Parla per primo Prodi. Sono le 14.30. Il pranzo ad inviti offerto da palazzo Chigi è appena terminato. C'è una atmosfera da "abbiocco". I piccoli e medi imprenditori veneti e brianzoli si attardano al caffè e nulla li spinge in sala ad ascoltare uno strascicato Presidente. Tra i più notati per agitazione da corridoio il presidente della Confartigianato Guerrini che, seppur invitato, è stato respinto dalla sala del pranzo ufficiale perché, riferisce, tuttii posti erano ormai già occupati. Imbucarsi, anche a Canton, rimane una costante delle abitudini italiane. A lavori ormai iniziati (più di mezz'ora) entra in sala la Bonino col suo seguito un po' romano e un po' vallone. Segue dopo qualche minuto D'Antoni che non smette mai di sorridere. In coda, man mano passano i minuti, arrivano anche Di Pietro e il Presidente della Cna Malavasi che stenta a farsi riconoscere. Poi un paio di sottosegretari e infine un rumoroso Marrazzo con i suoi 53 accompagnatori al seguito: record strappato alla Liguria di Burlando con ben 15 ospiti di vantaggio. Sul grande palco, nel frattempo, si susseguono i discorsi. In settima fila, visibilmente infastiditi e giustamente offesi, siedono gli ammnistratori delegati di Sace Tellini e di Simest D'Aiuto: società ben più utili per le imprese italiane che non la pletora di assessori regionali e di sottosegretari sbarcati nel Grande Paese di Mezzo. Scrolla il capo Comazzi da Novara, industriale meccanico e capo dei consorzi export di viale dell'Astronomia. L'allegra compagnia dei "piastrellisti�? di Sassuolo non bada al "posizionamento�?, contenta degli affari che si prospettano e fiera di avere tra di loro colui che ha aperto a Maranello la concessionaria della Porsche. D'Antoni vaga di sedia in sedia. Ammicca, si sbraccia, saluta da lontano e mima «...Telefonami o ci vediamo dopo...». Nel frattempo scopre che nella borsa dei convegnisti c'è uno sfizioso quaderno per appunti. Non ci pensa un minuto per farsene un pacco sottraendoli alle borse appoggiate alle sedie degli assenti. Col quaderno, relazioni, statistiche e penna biro in borsa c'è anche una bottiglietta di acqua minerale. A queste ci pensa Di Pietro, assetato e brontolone: non gli danno la parola graziando, in questo modo, gli interpreti. A svegliare la sala arriva Montezemolo con un breve intervento a braccio. Dopo Vicenza ha capi to di che pasta sono fatti i suoi associati. Ricorda le missioni guidate da Ciampi. Ringrazia il Direttore Generale dell'Ice Ugo Calzoni appena giubilato dalla Bonino in nome dello spoil system. Da una fila, a metà sala, si alza il manager bresciano tra gli applausi sentiti e prolungati della delegazione industriale. Corrado Passera si defila e se ne va. Poi anche il vicepremier cinese. Poi Di Pietro. Il cerimoniale di Palazzo Chigi ha fretta di portare via Prodi per imbarcarlo sul volo per Shanghai. Sul maxi schermo si proietta un filmato sul made in Italy. Al buio si sentono le sedie rimosse e la sala che si svuota. Quando prende la parola la Bonino si rivive la stessa scena di Canton. Faissola, lasciato per ultimo, parla a non più di cinquanta persone. L'allegria tornerà tra qualche ora alla serata offerta dalla Regione Puglia al Mariott China Hotel. Sala d'onore del Marriott. Trecento invitati ma solo una quarantina di cinesi. Sfilata di moda pugliese. Abiti da sposa. "Pizzica�? a volontà e un discorso del Presidente della quarta commissione regionale da mettere in cornice. «...il paesaggio salentino modificato dall'antropica attività...» e vai di questo passo. Impazzisce l'interprete che ad un certo momento se la cava dicendo che l'Italia è bella. Una nervosa Bonino prende la parola. Cita tra l'altro l'India ma l'interprete ufficiale sorvola su una parola considerata tabù. L'ambasciatrice della tecnologia italiana nel mondo deve assistere anche alla degustazione di ben 400 chili di orecchiette. Per finire, trascinata da un console nervosissimo, viene portata a sentire un concerto napoletano di Lina Sastri. La Ministra terminerà i suoi tour regionali alla serata Lazio, seduta per terra, messa al tappeto dalla stanchezza e dalle fettuccine.SHANGHAI 16 SETTEMBRE A Shanghai Prodi ed il seguito lasciano l'Okura Hotel. Si è unito al gruppo anche il ministro Mussi e, in disparte, il sindaco di Milano Letizia Moratti affiancata dal Rettore del Politecnico Bailo. Vanno a visitare i progetti ed i lavori dell'Expo 2010 che sorgerà sulle rive del grande fiume dove fino a poco tempo fa acciaierie fumose e immense sfornavano ghisa e lingotti. Più che un agitato Prodi (il va e vieni di Riccardo Franco Levi e di Sircana si fa intenso) è bello vedere la corsa degli ambasciatori Menegatti e Vattani a mostrarsi, sgomitando, in prima fila soprattutto accanto ai potenti investitori cinesi. Tutti e due non nascondono l'ambizione di essere nominati Commissari del padiglione italiano (75 milioni di euro): l'uno invocando una giusta uscita di fine carriera e l'altro pronto a barattare la presidenza dell'Ice da tempo reclamata a gran voce sia dalla Bonino che da Prodi. Menegatti ha spianato tutte le sue abili reti incollandosi, in primo luogo, alla signora Prodi e facendo fare melina turistica a Pechino e a Tjanjin a tutti i ministri e sottosegretari al seguito. Vattani, famoso per i colpi di mano, è venuto in Cina molti giorni prima della delegazione governativa. È stato ad Hong Kong, poi a Macao, due volte a Shanghai, a Pechino. A Canton tra luglio e settembre ha visto almeno tre volte il potente vicegovernatore Tong. Ricchi banchieri a Macao, vecchie conoscenze della diplomazia in Cina e generone romano sono le truppe avanzate del partito che tifa per Vattani commissario. Menegatti conta sul podismo praticato a lungo e sulla Farnesina che ha "in gran dispet to�? l'ex segretario generale e perenne presidente del Circolo che frequenta più dell'ufficio Ice all'Eur. PECHINO 17 E 18 SETTEMBRE A Tianijn il benvenuto a Prodi da parte del potente sindaco della città crea non poco imbarazzo allorché ricorda e ringrazia «il consulente del nostro porto». Stupore generale: Prodi consulente dei cinesi? La risposta del premier lo conferma, e piega che era più facile fare quel mestiere che poi dedicarsi alla politica. Si visita la vecchia concessione e si inaugura la targa di un ufficio dell'Istituto del commercio estero in un palazzotto completamente vuoto e privo di impianti. Gli incontri con la stampa italiana si fanno più difficili. Ammessi i più intimi. Telecom ha scombussolato le cose. I collegamenti in diretta programmati col festival dell'Unità a Pesaro sono stati annullati apparentemente senza ragione. Una commissione che doveva essere economica ed era nata con caratterizzazioni imprenditoriali (tre milioni e mezzo di euro l'investimento di Ice e di Confindustria) è stata assorbita come una appendice della missione politica di un Prodi che scopre ed apre all'Italia le porte della Cina. Mentre la Bonino parla di svolta storica e Prodi si vanta di dover ripartire dall'anno zero, i cinesi vedono concretizzati i protocolli del ministro Marzano sulla difesa della proprietà intellettuale (2004) quelli sottoscritti da Scajola in materia di linee di credito (2005) e le iniziative del progetto Marco Polo portate avanti dal viceministro Urso e dal suo omologo Bo Chi Lai anche in piena Sars. Una novità l'auspicata apertura al mercato delle armi. Ci penserà l'Europa a smentire immediatamente il governo. Con gli inni nazionali sulla Tien An Men si chiude. Riparte con l'aereo di stato la delegazione governativa. Giovanni Bazoli capitato a Pechino per un colloquio riservato in Ambasciata prosegue per Singapore. I giornalisti commentano la bufera che si è scatenata sul caso Telecom. Prodi pensa all'Onu, alle dimissioni del proprio cassiere e al collega iraniano che ha scelto proprio lui come anello di congiunzione tra la rinnovata corsa all'atomo e le preoccupazioni dell'Occidente. La Coppa del Mondo è per fortuna in buone mani. La custodiscono le guardie del Sun Bai in attesa che consoli, ambasciatori e protocolli la rimettano in fretta dentro una valigia... diplomatica e la riportino in Italia per la gioia di tutti gli sportivi. Nel frattempo le cancellerie europee hanno sottolineato le aperture prodiane e boniniane alla Cina. Avranno buon gioco quei governi che si apprestano a bocciare le misure di difesa dalle importazioni in dumping che minacciano di uccidere l'intero comparto calzaturiero italiano. LA MISSIONE LA DELEGAZIONE Prodi è stato accompagnato dai ministri Di Pietro, Bindi, Bonino e Mussi e dal presidente della Confindustria Montezemolo. Dopo la prima tappa il 13 settembre a Nanchino, la delegazione governativa ha proseguito per Canton, Shanghai, Tianjin e Pechino; la missione è terminata il 18 settembre L'OBIETTIVO Quella di Confindustria, Abi, Ice rappresenta la più grossa missione mai ricevuta nella regione del sud est cinese. L'obiettivo era quello di accrescere la collaborazione industriale a supporto delle piccole-medie imprese nelle relazioni di business: un rappresentante della regione sarà, già da ottobre, in Italia, in Confindustria, per agevolare il lavoro di quelle imprese che vorranno venire ad investire in Jiangsu JIANGSU La provincia del Jiangsu, nel sud est della Cina, è una delle realtà più dinamiche del gigante asiatico. Si colloca al terzo posto tra le province cinesi e cresce a ritmi più sostenuti rispetto alla Cina nel suo complesso, con un incremento di produzione del 14,5 per cento nel 2005 contro un 9,9 per cento totale ITALIA E JIANGSU L'Italia è oggi il secondo fornitore dello Jiangsu ed il quarto investitore tra i Paesi europei, con nuovi progetti per un controvalore di 418 milioni di dollari nel 2005, più che raddoppiato rispetto ai 192 milioni dell'anno precedente, con una crescita del 118 per cento GLI ESITI Prodi ha concluso la sua visita in Cina chiedendo alla comunità internazionale di sospendere l'embargo delle armi che colpisce la Cina dal 1989. Il premier ha assistito anche alla firma di uno storico accordo tra Fiat e Saic Motor Corporation, uno dei più grandi gruppi automobilistici cinesi. In base a questo accordo, Iveco e Saic hanno costituito una società di investimento paritetica denominata Saic Iveco Commercial Vehicle Investment Company I NUMERI 384 IMPRESE Oltre 450 imprese, 26 associazioni industriali, 20 banche, le grandi università pubbliche e private per un totale di oltre 500 operatori hanno partecipato alla trasferta. Ad oggi sono 384 le imprese italiane che hanno investito nel Jiangsu per un ammontare totale di 1,6 miliardi di dollari. Tra di esse, anche il gruppo Fiat (presente anche con Iveco). Complessivamente, il gruppo Fiat ha registrato nel 2005 in Cina 920 milioni di dollari di ricavi, con investimenti per un miliardo in sedici stabilimenti sull'intero territorio cinese CONCORRENZA SLEALE L'importazione massiccia di prodotti made in China rischia di penalizzare la produzione nostrana, specie nei settori delle calzature e dell'informatica. Nel primo semestre del 2006 sono state importate in italia scarpe cinesi per un valore di 667.669 euro; l'import di elettronica ha invece raggiunto il valore di 1.555.518 euro CRESCITA SUPER Negli ultimi vent'anni l'economia cinese ha effettuato progressi sempre più vistosi: il ritmo di crescita è stato ampiamente superiore al tasso medio mondiale, tanto che la Cina è diventata la quarta economia più grande al mondo nel 2005. Grazie a simili dati, la Cina appartiene al ristretto gruppo di Paesi in via di sviluppo che si trovano tuttavia su una traiettoria di convergenza economica verso i livelli di reddito dei paesi industrializzati PNL ALLE STELLE Il Prodotto Nazionale Lordo (Pnl) della Cina nel 2002 è stato di 1.240.621 milioni di dollari. Il Pnl pro capite nello stesso anno ammontava a 970,4 dollari. Il tasso di inflazione si attesta a quota uno virgola cinque per cento. La valuta corrente è il renminbi o lo yuan IL LATO OSCURO La disoccupazione ufficialmente non esiste: dati non ufficiali parlano però di una quota pari al dieci per cento degli abili al lavoro che non ha un impiego Scarpe: l'Europa taglia i dazi anti-Cina Si allarga il fronte degli Stati europei favorevoli all'estensione dei dazi europei sulle scarpe cinesi e vietnamite: al termine della riunione dei rappresentanti permanenti dei Venticinque tenutasi ieri a Bruxelles, Cipro si è dichiarata «pronta a considerare» una nuova proposta di compromesso messa sul tavolo dalla Francia che - secondo quanto rivelano fonti europee - prevede il prolungamento dei dazi per altri due anni, invece che di cinque come proposto dalla Commissione Ue. Dalla riunione non è emerso un accordo definitivo. Il prossimo incontro si terrà mercoledì, due giorni prima della scadenza delle misure attualmente in vigore. Durante il giro di tavolo tenuto ieri dai rappresentanti permanenti della Ue, i delegati di Austria, Belgio e Gran Bretagna si sono astenuti dal prendere la parola. Soprattutto i primi due paesi e potrebbero alla fine acconsentire al prolungamento dei dazi antidumping. Dopo l'ammorbidimento di Cipro, basta soltanto un altro voto per ottenere la maggioranza in Consiglio che consenta l'adozione delle nuove misure. Questo potrebbe essere ottenuto, secondo alcune fonti, anche da uno dei tre paesi Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania). Secondo quanto riferiscono fonti europee, l'Italia ha fatto sapere di essere disposta ad «accettare la nuova proposta di due anni», anche se a malincuore. I rappresentanti dei Venticinque si riuniranno mercoledì prossimo per l'ultimo tentativo di raggiungere un'intesa prima della scadenza delle attuali misure. La formalizzazione definitiva dell'accordo potrebbe arrivare il giovedì successivo quando i ministri degli Interni Ue si riuniranno a Lussemburgo. Il giorno dopo scadranno gli attuali dazi del 19,4% e del 16,8% sulle scarpe importate rispettivamente da Cina e Vietnam. La proposta attualmente sul tavolo prevede dazi ridotti rispettivamente al 16,5% e al 10%. My Speed Limit ??? 400 Km/h |