Nick: Mr_LiVi0 Oggetto: Ma la vogliamo finire??? Data: 4/10/2006 10.26.9 Visite: 219
E non chiamatela democrazia... Bocciata l'entrata in vigore immediata del ddl che congela la Castelli Scontro Di Pietro-Mastella, minaccia di crisi Italia dei Valori si astiene al Senato. L'ira di Mastella: o Prodi gli fa votare la riforma della giustizia oppure la maggioranza non esiste Il ministro della Giustizia Clemente Mastella (Ap) ROMA - Finisce con un aut-aut al presidente del Consiglio, l'ennesimo scontro tra Udeur e Italia dei valori. «O Prodi ricorda al ministro Di Pietro che anche lui fa parte della maggioranza e lo convince a votare la riforma dell'ordinamento giudiziario, così come concordato con gli alleati, oppure saremo noi Udeur a prendere atto che la maggioranza non esiste più e ne trarremo le debite conseguenze»: così recita testualmente una nota dell'Ufficio Politico dei Popolari Udeur. LO SCONTRO - Tutto comincia quando al Senato l'Italia dei valori si astiene (e qui vale come voto contrario) su uno degli articoli del provvedimento che modifica la riforma dell'ordinamento giudiziario voluta dal centrodestra, e la maggioranza finisce sotto. Per un voto (154 no, 153 sì) , e proprio all'ultima votazione della giornata, quella che riguarda l'entrata in vigore del cosidetto ddl Mastella. In aula, infatti, viene bocciato l'articolo 5, quello che stabilisce che la nuova legge entra in vigore subito, già il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. SCONTRO - Il leghista, ed ex Guardiasigilli, Roberto Castelli esulta: «Questo voto dimostra quanto fragile sia la maggioranza, hanno sbagliato a fare il braccio di ferro». La capogruppo dell'Unione Anna Finocchiaro minimizza: «Cambieremo alla Camera». Rabbiosa e furente la reazione di Mastella per i mancati voti di Italia dei Valori: «Il ministro Di Pietro chiarisca o altrimenti si dimetta». Il Guardasigilli alterna appellativi pesanti a citazioni in latino: «Usque tandem Catilina abutere patientia nostra... la pazienza è finita, mi sono rotto i coglioni di Di Pietro». E già medita la vendetta: «A questo punto non posso far passare i provvedimenti suoi. Qui al Senato blocchiamo tutte le attività del ministero delle Infrastrutture». Poi, rincara la dose: «Qui i provvedimenti di Di Pietro sono morti». C'è bisogno di un chiarimento? «Di Pietro deve chiarire con il presidente del Consiglio, non con me». 04 ottobre 2006 POLITICA InviaStampaIl ministro delle Infrastrutture commenta il dissidio sul ddl del Guardasigilli "Non miro alla sua poltrona, attenti a non perdere il consenso del paese" Di Pietro: "Il problema non è Mastella ma la politica del governo sulla giustizia" Antonio Di Pietro ROMA - Nessun braccio di ferro con il Guardasigilli. Semplicemente il centrosinistra deve rivedere la sua politica per la giustizia. Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro spiega così, ai microfoni del Gr3, perchè ieri tre senatori dell'Idv hanno deciso di non votare un articolo del disegno di legge Mastella, facendo andare sotto la maggioranza per un voto al Senato: "Io posso anche uscire dal governo - dichiara - ma è la maggioranza che deve stare attenta a non uscire dal consenso del paese". Di Pietro prima di tutto nega di voler far fuori dal governo Mastella. "Io non ho mai chiesto questo - risponde - assolutamente no. Semmai è lui che ha chiesto di mettere fuori me dal governo. Ma non voglio scendere sul piano delle contumelie personali. E' il senso politico che noi abbiamo su alcune materie, come la Giustizia: noi dell'Idv crediamo sia necessario portar avanti la politica del centrosinistra, non quella del centrodestra, in materia di giustizia, che nei cinque anni passati ha creato tanti disastri". Il ministro contesta poi che ci possa essere un rimpasto di poltrone e che lui intenda aspirare al dicastero di Largo Arenula. "Non c'è nessun braccio di ferro con Mastella - sottolinea Di Pietro - la questione di fondo è solo una: noi dobbiamo, in materia di giustizia, prendere provvedimenti come governo e come maggioranza che rendano efficiente ed efficace l'azione della giustizia e che diano sicurezza ai cittadini, soprattutto alle parti lese; e diano umanità a coloro che sono nelle carceri. Ma che si mettano fuori o si facciano leggi che minano l'indipendenza della magistratura questo non è possibile". "Il mio invito - osserva - è non a personalizzare la situazione tra me e Mastella, ma a prendere coscienza di fondo che la giustizia è una materia su cui il centrosinistra non può abdicare". Ma i suoi senatori torneranno a votare con gli altri del centrosinistra il provvedimento Mastella? "Non metteremo a rischio nè la coalizione di governo nè questa maggioranza - assicura - però non è una buona ragione perchè poi si passi sopra su ragioni fondamentali per cui ci siamo messi a fare politica: rilanciare la giustizia all'interno delle istituzioni ed evitare che sprechi, corruzione e malaffare regnino nel nostro Paese". Di Pietro poi torna a criticare l'indulto, dopo le proteste della gente di Foligno per lo sconto di pena a Luigi Chiatti: "Credo che un ripensamento operoso da parte del centrosinistra in materia di giustizia sia necessario. Non è semplicemente prendendosela con Di Pietro, ogni volta che rilancia quest'idea, che si risolvono i problemi. Mi possono anche mettere fuori dal governo e dalla maggioranza, ma rischiano di andare loro fuori dal consenso del Paese...". (4 ottobre 2006) POLITICA InviaStampaIl ministro delle Infrastrutture commenta il dissidio sul ddl del Guardasigilli "Non miro alla sua poltrona, attenti a non perdere il consenso del paese" Di Pietro: "Il problema non è Mastella ma la politica del governo sulla giustizia" Antonio Di Pietro ROMA - Nessun braccio di ferro con il Guardasigilli. Semplicemente il centrosinistra deve rivedere la sua politica per la giustizia. Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro spiega così, ai microfoni del Gr3, perchè ieri tre senatori dell'Idv hanno deciso di non votare un articolo del disegno di legge Mastella, facendo andare sotto la maggioranza per un voto al Senato: "Io posso anche uscire dal governo - dichiara - ma è la maggioranza che deve stare attenta a non uscire dal consenso del paese". Di Pietro prima di tutto nega di voler far fuori dal governo Mastella. "Io non ho mai chiesto questo - risponde - assolutamente no. Semmai è lui che ha chiesto di mettere fuori me dal governo. Ma non voglio scendere sul piano delle contumelie personali. E' il senso politico che noi abbiamo su alcune materie, come la Giustizia: noi dell'Idv crediamo sia necessario portar avanti la politica del centrosinistra, non quella del centrodestra, in materia di giustizia, che nei cinque anni passati ha creato tanti disastri". Il ministro contesta poi che ci possa essere un rimpasto di poltrone e che lui intenda aspirare al dicastero di Largo Arenula. "Non c'è nessun braccio di ferro con Mastella - sottolinea Di Pietro - la questione di fondo è solo una: noi dobbiamo, in materia di giustizia, prendere provvedimenti come governo e come maggioranza che rendano efficiente ed efficace l'azione della giustizia e che diano sicurezza ai cittadini, soprattutto alle parti lese; e diano umanità a coloro che sono nelle carceri. Ma che si mettano fuori o si facciano leggi che minano l'indipendenza della magistratura questo non è possibile". "Il mio invito - osserva - è non a personalizzare la situazione tra me e Mastella, ma a prendere coscienza di fondo che la giustizia è una materia su cui il centrosinistra non può abdicare". Ma i suoi senatori torneranno a votare con gli altri del centrosinistra il provvedimento Mastella? "Non metteremo a rischio nè la coalizione di governo nè questa maggioranza - assicura - però non è una buona ragione perchè poi si passi sopra su ragioni fondamentali per cui ci siamo messi a fare politica: rilanciare la giustizia all'interno delle istituzioni ed evitare che sprechi, corruzione e malaffare regnino nel nostro Paese". Di Pietro poi torna a criticare l'indulto, dopo le proteste della gente di Foligno per lo sconto di pena a Luigi Chiatti: "Credo che un ripensamento operoso da parte del centrosinistra in materia di giustizia sia necessario. Non è semplicemente prendendosela con Di Pietro, ogni volta che rilancia quest'idea, che si risolvono i problemi. Mi possono anche mettere fuori dal governo e dalla maggioranza, ma rischiano di andare loro fuori dal consenso del Paese...". (4 ottobre 2006) My Speed Limit ??? 400 Km/h |