Nick: JaNNiNoQuai Oggetto: il bonty Data: 5/10/2006 21.9.55 Visite: 135
un vascello famoso La missione del Bounty a Tahiti era veramente speciale. La rivoluzione americana aveva rotto un lungo e proficuo triangolo commerciale nel quale, fra le altre cose, Philadelphia, New York, ed i porti americani del Nord America mandavano farina per nutrire gli schiavi in Jamaica, nelle Barbados, e altre isole dello zucchero, prendendo in cambio zucchero e rum, che potevano essere scambiati con prodotti britannici. Gli Inglesi, alla fine della guerra, misero fine a questo sistema, con grande dispiacere degli americani e soprattutto delle isole dello zucchero, dove gli schiavisti avevano difficoltà a nutrire gli schiavi. Dal primo viaggio con l'Endeavor nel Pacifico del capitano John Cook venne l'idea per una possibile soluzione. Joseph Banks (poi Sir Joseph), il ricco naturalista che lo seguiva nella spedizione, fece notare che la parte interna dell'albero del pane poteva essere un buon sostituto del pane. Sfruttò le sue amicizie al governo, al quale era molto vicino, e ottenne l'autorizzazione per mandare un vascello fino a Tahiti per prendere un migliaio di alberi del pane per alimentare gli schiavi delle Indie Occidentali. Il comando della marina procurò una piccola nave a tre alberi, la Bethia, di 230 tonnellate (più piccola di qualsiasi altra nave di Cook) a quasi metà del prezzo della Resolution She, e rinominata ufficialmente come H.M.S. Bounty. L'equipaggio di 47 uomini ebbe poco spazio perchè una grande parte della nave fu trasformata in una "serra galleggiante", con, ad occuparsene, un giardiniere speciale ed un assistente. Un risultato dello scarso spazio fu che non c'era spazio disponibile per nessuno dei marines, che avevano il compito di proteggere gli ufficiali. Il comando andò al luogotenente William Bligh , anche grazie all'influenza di Banks. Il Bounty salpò da Portsmouth il 23 Dicembre 1787.
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