Nick: Fake Oggetto: re:P2P Data: 5/3/2004 11.14.13 Visite: 31
A parte che questo post è stato inoltrato quando è uscito, 2 giorni fa, ma ieri Stanca ha detto chiaramente che il governo si deve fare i cazzacci suoi per quanto riguarda internet e intervenire solo per questioni di interesse pubblico. ---------------------------------------------------------------------------- Il ministro Stanca fissa i paletti dell'influenza politica sulla Rete "Gli esecutivi intervengano solo sulle questioni pubbliche" "I governi non interferiscano con lo sviluppo di Internet" ROMA - "Ricordo quando Lucio Stanca lavorava nel settore privato e diceva di voler andare in pensione. Probabilmente non ha ben capito il significato della parola 'pensione'". Vint Cerf, uno dei padri di Internet, accoglie con una battuta il ministro dell'Innovazione Tecnologica giunto in visita al primo meeting dell'Icann ospitato in Italia. "E' vero", conferma il ministro. "Stavo sognando di andare in pensione, e poi mi sono messo a fare il ministro". Ma il passaggio dal privato al pubblico non impedisce al ministro di definire "un enorme errore" l'eventuale completo controllo governativo sulla Rete. "I governi devono intervenire soltanto quando sono in gioco questioni di rilevanza pubblica", ha dichiarato il ministro durante la conferenza stampa in compagnia dello stesso Cerf e di Paul Twomey, presidente dell'Icann. Può fare qualche esempio di situazioni nelle quali sarebbe necessario l'intervento dei governi? "Gli esempi da fare sono infiniti: basti pensare al bilanciamento tra la privacy e la sicurezza. Oppure al problema, molto sentito in Italia, della pedofilia e della pornografia online. Oppure, ancora, la firma digitale, che consente di dare valore legale ai documenti scambiati su Internet. Una tecnologia di questo genere, che in Europa è una realtà, non potrebbe mai essere sviluppata da aziende private. Per non parlare dei rapporti con la pubblica amministrazione: se vogliamo arrivare al punto che il cittadino possa comunicare, ad esempio, il cambio di residenza attraverso un sito Web, dobbiamo evidentemente impedire che chiunque possa modificare i dati personali di chiunque altro. Dobbiamo creare un'identità elettronica. E questo è un compito che può essere svolto soltanto dai governi". - Pubblicità - Ma in concreto come agiranno i governi su Internet? "Il Summit Mondiale organizzato tre mesi fa a Ginevra ha prodotto una dichiarazione di principi che è una sorta di Magna Charta della società dell'informazione. Ma siamo solo all'inizio del nostro percorso. Molti aspetti andranno chiariti da qui al prossimo summit, previsto per il 2005 in Tunisia. Ad esempio bisogna chiarire cosa si intende per "Internet governance": nella dichiarazione, infatti, si parla di "Internet management". Siamo a Roma e stiamo parlando anche di e-government. Qual è il suo giudizio sull'annunciata adozione di software open source da parte dell'amministrazione comunale capitolina? "Non abbiamo nessuna preclusione ideologica pro o contro l'utilizzo di software open source. L'ideologia, che è una cosa rigida, non va d'accordo con la tecnologia, che per definizione è in continua evoluzione. La nostra opinione è che le amministrazioni debbano scegliere di volta in volta la soluzione software migliore, indipendentemente dal fatto che sia open source o proprietaria". (a.b.) (4 marzo 2004) (fonte http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/scienza_e_tecnologia/icann/stanc/stanc.html) |