Se la nuova finanziaria verrà approvata senza modifiche, diverse saranno le innovazioni concernenti la sanità. Le modifiche, apportate per consentire una minore dispersione di fondi ed al contempo un’assistenza più efficiente, toccheranno sia il ticket del pronto soccorso, sia i ticket sanitari riguardanti le prescrizioni delle ricette. Un deterrente per chi, almeno fino ad ora, intendeva il pronto soccorso ospedaliero come un’alternativa alla figura sempre meno presente del medico di famiglia. Folle di persone che, per motivazioni blande, si recavano presso i presidi sanitari, con l’unico risultato di affollare le accettazioni ed ostacolare il lavoro dei sanitari, a discapito di chi aveva veramente urgenza di cure. Unghie incarnite, sbalzi di pressione, anche esami ambulatoriali erano considerati problemi da risolvere al pronto soccorso, anche approfittando del fatto che la prestazione fosse gratuita. Secondo le nuove normative, invece, questo non sarà più possibile. Tutti i pazienti che si recheranno al pronto soccorso per un “codice bianco” saranno soggetti al pagamento di un ticket di 23 euro per la visita medica, più 18 euro per eventuali accertamenti diagnostici. Una regola che in altre zone d’Italia vige da tempo, ma che in Campania ancora non era stata introdotta. Per quanto riguarda i ticket sanitari, invece, resterà inalterato il tetto massimo di 36.15 euro, ma si pagherà una quota fissa di 10 euro per ogni ricetta che potrà contenere al massimo 8 prestazioni. Anche questo è un accorgimento volto ad evitare un abuso, ragionando secondo la logica della morigeratezza che sopravviene quando c’è da pagare. Raffaele Dell’Aversano, direttore sanitario dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, resta dubbioso sui reali vantaggi di queste innovazioni. “Ammesso che non ci siano modifiche alla legge”, ha dichiarato, “l’introduzione del ticket anche al pronto soccorso può essere un’arma a doppio taglio: se da un lato può valere come deterrente per chi richiedere l’intervento urgente senza averne necessità, dall’altro la spesa potrebbe portare qualcuno a non ricorrere al pronto soccorso, temendo di dover pagare, anche in casi di reale emergenza”. Per quanto riguarda la limitazione sul numero di prestazioni prescrivibili, invece, Dell’Aversano riconosce che ciò influenzerà in minima parte il funzionamento del San Paolo, in quando l’attività ambulatoriale è marginale rispetto alle prestazioni fornite ai ricoverati. “Anche se”, conclude, “sono sempre dubbioso quando si tratta di regole che vanno a toccare i risparmi del paziente”. Carmine Marmo, direttore generale del Policlinico, torna invece sul problema delle esenzioni. “Piuttosto che introdurre nuovi ticket”, dice, “sarebbe meglio controllare quanti di quelli che autocertificano per l’esenzione ne abbiano veramente diritto. Al Policlinico non esiste un vero e proprio pronto soccorso, escludendo quello ostetrico, quindi il problema di ‘false emergenze’ non c’è, ma in altre strutture si presenta massicciamente. A causa di tutto, forse, una carenza nel sistema sanitario dei medici di base”. Per Tullio Cusano, direttore generale del Monaldi, l’introduzione di nuove spese non è la via giusta da seguire per risanare e rendere più efficiente la sanità. “Mi auguro di sbagliare”, confida, “ma non credo che far pesare spese sul paziente sia la scelta migliore. Bisognerebbe provvedere, piuttosto, ad un risanamento del sistema sanitario per quanto riguarda i centri dislocati sul territorio: con una maggiore efficienza dei medici di base, per esempio, non ci sarebbe l’enorme e deleteria affluenza presso il pronto soccorso. Ovviamente bisognerà vedere i risultati nel concreto, e per questo si dovrà solo aspettare”. Anche sul limite di prescrizione i dubbi sono diversi. “Partendo dal presupposto che nessuno prenda medicine per altri o per gettarle, resto perplesso riguardo l’utilità del nuovo costo e del limite introdotti, anche se evidentemente queste innovazioni si sono rese necessarie per combattere alcuni abusi. Degli eventuali vantaggi potremmo parlare soltanto alcuni mesi dopo l’attuazione”.
ue' gianlù dimmi la verità, ma in quella foto..
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