Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.

Nick: insize
Oggetto: DISOBBEDIRE ALLA GUERRA
Data: 7/3/2004 18.12.55
Visite: 78

"4 gennaio 2004 Lettera di un soldato israeliano al capo dell'esercito"

4 Gennaio 2004

Al capo di stato maggiore, Generale Moshe Ya'alon:

Nel 51mo Independence Day israeliano, sull'Ammunition Hill, ho ricevuto da lei il grado di tenente colonnello.

Sono stato congedato dal mio dovere di riservista attivo dell'IDF dopo 31 anni di servizio, durante i quali ho partecipato come artigliere alla guerra dello Yom Kippur, alla guerra del Libano e alla Prima Intifada.

E in questo modo le restituisco i miei gradi.

Uno stato il cui esercito disperde le dimostrazioni civili con armi da fuoco non è uno stato democratico. Un esercito che educa i propri soldati a considerare possibile un crimine di questo tipo ha perso di vista i propri limiti.

Sono stato testimone del deterioramento stadio dopo stadio: vedendo l'abuso sui detenuti, contro l'ordine dell'esercito. Vedendo i soldati sparare contro civili palestinesi inermi, contro gli ordini. Ho visto la violazione delle leggi da parte dei coloni, compresi raid armati sui villaggi palestinesi. La repressione della popolazione civile con checkpoints, blocchi, chiusure e coprifuoco, secondo gli ordini. Le forze militari ignorare la degradazione, l'abuso e maltrattare i palestinesi ai checkpoints, nelle perquisizioni e nella detenzione. Sparare su bambini che lanciavano pietre, su lavoratori e su gente inerme, a quanto sembra eseguendo gli ordini. Operazioni militari, comprese le eliminazioni preventive, sapendo in anticipo che avrebbero fatto del male a persone innocenti. Sparare a cittadini israeliani per disperdere le dimostrazioni in Israele da parte della polizia, in situazioni apparentemente considerate di minaccia alla vita.

Passo dopo passo, il valore della vita diminuisce. Passo dopo passo, soldati comandanti e l'intero paese si corrompono. I valori con cui siamo cresciuti - "la purezza dell'esercito", il valore della vita, il rispetto per l'uomo creato ad immagine di Dio - sono diventati una beffa ridicola.

Adesso si è raggiunto un altro livello ancora: i soldati che sparano ai cittadini israeliani nelle manifestazioni, seguendo regole stabilite su quando aprire il fuoco. Chi ha dato queste direttive? Chi ha dato questi ordini palesemente illegali? Quale sarà il passo successivo? Disperdere le manifestazioni in Rabin Square con le mitragliatrici? Sparare ai manifestanti è un fallimento didattico e morale. Indica la perdita della capacità di discernere fra bene e male, fra difesa e omicidio. E' un fallimento dei capi dell'esercito - del capo di compagnia, del capo squadrone, del capo di brigata, il generale, ma soprattutto è il suo fallimento.

Se avessi fiducia in lei le avrei detto "rimetta a posto le cose o si assuma le sue responsabilità. Si dimetta." Ma ho perso la fiducia in lei. Voi e i vostri predecessori avete corrotto l'esercito. Non voglio far parte di questo esercito. Lei mi ha assegnato il mio grado e a lei io lo rendo.

Eitan Ronel (ex tenente colonnello)


------------------------------------------------------


"Iraq, rifiutano di pilotare l'elicottero senza sicurezza. Ora rischiano il carcere"

Dicono che sui «Ch47 Chinook», gli elicotteri che l’esercito ha inviato in Iraq, per attivare i sistemi antimissile i piloti devono azionare contemporaneamente manualmente due cavi, uno dei quali è posto all’esterno. Immaginatevi la scena: il pilota vede il missile arrivare, stacca una mano dalla cloche e con l’altra tira il cavo che lancia un "flare", una specie di «abbagliante» che depista il missile. Il mitragliere che gli è accanto, con una mano tiene una mitragliatrice che spara centinaia di colpi al secondo e con l’altra tira l’altro cavo. È la differenza che passa tra la vita e la morte. È l’equipaggiamento in dotazione dei nostri militari impegnati nelle missioni di pace. E ora è scoppiato il caso. Purtroppo nel modo peggiore, perché quattro volontari ora saranno giudicati secondo il codice militare per essersi rifiutati di volare senza le minime condizioni di sicurezza. Il reato ipotizzato dalla Procura militare è ammutinamento. Ora rischiano fino a quattro anni e mezzo di carcere per aver «svelato» come la missione italiana in Iraq manda allo sbaraglio i nostri soldati; senza equipaggiamento, senza addestramenti adeguati e con elicotteri a comando manuale. E la gogna: «Sono ottimi piloti ma pessimi soldati - ha dichiarato il generale Luigi Chiavarelli, comandante dell' Aviazione dell'esercito.
Dopo la strage

L’episodio è avvenuto nel dicembre scorso a Tallil, vicino Nassiriya. I quattro piloti erano partiti per la missione «Antica Babilonia» nel momento più caldo, subito dopo la strage alla caserma dei carabinieri. Arrivavano dalla base militare di Viterbo e avrebbero dovuto prestare servizio nell' aeroporto gestito dal sesto Reparto operativo autonomo dell'Aeronautica militare, dove l' esercito è presente con oltre 100 soldati e 7 elicotteri (tre Chinook Ch47 e quattro AB412). Gli elicotteri dell’esercito fanno soccorso medico, evacuazioni sanitarie, ricognizioni, controllo del territorio ed altre attività operative. A loro era stato chiesto di fare ricognizioni notturne per limitare i rischi di essere intercettati dai missili terra-aria.
Secondo una prima ricostruzione i quattro militari non si sarebbero rifiutati di volare, ma avrebbero chiesto ai superiori un periodo di addestramento. Tanto per avere un’idea delle reali condizioni di sicurezza a cui sono costretti i soldati italiani, nemmeno anche l’addestramento è stato loro negato. La versione del generale Tonon, comandante del raggruppamento aviazione dell' esercito di Viterbo, dissente: «I quattro piloti del gruppo di volo inviato in Iraq - spiega - una volta messi al corrente della minaccia in loco, hanno dichiarato di non sentirsi troppo preparati, insicuri e poco protetti, spiegando al comandante che non se la sentivano di affrontare i rischi. Sono stati quindi rimpatriati ed il comando ha proceduto ad un' inchiesta tecnico-disciplinare che si è conclusa con delle sanzioni per i quattro».

I piloti sarebbero allora stati rimpatriati in Italia senza tante spiegazioni. Poi su segnalazione dei diretti superiori, in primis il generale Luigi Chiavarelli, comandante dell’aviazione dell’Esercito è stato aperto il procedimento disciplinare. E qui al danno si aggiunge la beffa perché nelle missioni di pace in terra straniera si applica il codice militare di guerra. L’inchiesta è passata alla procura militare dove il procuratore Antonino Intelisano ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di ammutinamento che per il codice di guerra è reato gravissimo.

Il velo strappato
Non si conoscono i nomi dei quattro «ammutinati», si sa soltanto che sono i due sottufficiali e due ufficiali, e che tre di essi sono sposati. Il loro caso però rischia di diventare un simbolo e ha spaccato il mondo militare prima ancora che quello politico. Perché se il generale Chiavarelli parla di «schiaffo agli altri 113 loro colleghi che dall' arrivo Nassiriya hanno già effettuato oltre 400 ore di volo in missioni diurne e notturne, senza correre alcun rischio», altri militari dell’Esercito hanno strappato il velo sulla verità. «Mi sembra assurdo - spiega il maresciallo capo Pasquale Fico, delegato Cocer - che un mitragliere debba tenere una mano sulla mitragliatrice e una su un cavo che aziona un sistema antimissile artigianale. Questi quattro piloti rischiano anni di galera per aver sollevato un problema serio sulla sicurezza che riguarda tutti».
I Ds hanno chiesto al Governo di riferire in Parlamento. «Avevamo sollevato con un' interrogazione parlamentare del 2 dicembre scorso - spiega Marco Minniti - il tema della sicurezza dei reparti volo dell' esercito impegnati in Iraq. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ora è urgente, alla luce della vicenda che colpisce in prima persona quattro elicotteristi italiani, che il governo venga in Parlamento prima o nel corso della discussione del decreto di proroga di partecipazione alle missioni italiane all' estero».





Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico|Successivo


DISOBBEDIRE ALLA GUERRA   7/3/2004 18.12.55 (77 visite)   insize
   re:DISOBBEDIRE ALLA GUERRA   7/3/2004 18.39.25 (27 visite)   MuS|CA'
   re:DISOBBEDIRE ALLA GUERRA   7/3/2004 19.24.7 (30 visite)   Copia&Inc
   La Guerra di Piero   7/3/2004 19.31.11 (33 visite)   Franti (ultimo)

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 07/03/2004
Visualizza tutti i post del giorno 01/08/2025
Visualizza tutti i post del giorno 31/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 30/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 29/07/2025
vai in modalità avanzata