Ti basta una sera per sorridere un po’ di più, sotto lo sforzo di mettere da parte tutto ciò che rosa non è. Dei chiari segnali ti dicono che - dentro - l’irrequietudine non cessa di scalpitare ma forse quella sera tu puoi essere più forte perché, in fondo, basta poco. O almeno vuoi illuderti che basti poco.
Poi la notte vola via ed un nuovo giorno si affaccia alla finestra e su di te. E ti risvegli col sapore del sorriso della sera precedente.
Ma ancora quella strana e contorta avventura chiamata vita ci mette il suo zampino e bussa alla tua porta con quel dono inaspettato che avresti volentieri rifiutato ma non puoi.
Qualcosa ti sommerge, e ormai non conti più le volte… e puoi dibatterti, puoi cercare di darti e dare una ragione ma non c’è nulla da fare.
E allora distogli la mente, pensi che le tue preoccupazioni siano misere gocce nell’oceano sconfinato dei problemi, quelle veri. E ancora una volta ricerchi affannosamente il sorriso della sera prima.
Ma quel sapore così dolce si è trasformato nel gusto acre della consapevolezza:
quella che l’abisso ancora una volta ha fregato i tuoi passi, strappandoti dalla favola, pur se solo di un semplice sorriso ritrovato per pochi attimi.
Il resto poi è solo una sequenza di condizionali, conditi da contorti "se" e "ma"...
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Perdonate la malinconia e l'eventuale tedio arrecato...