Oggetto: GRAZIE DEPO
Data: 10/3/2004 16.38.11
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I bianconeri perdono Del Piero (sospetto stiramento, Europeo a rischio) e poi la partita per un gol di Pandiani. Traversa di Appiah. Deportivo ai quarti.
TORINO, 9 marzo 2004 - A terra, in tutti i sensi. La Juventus perde Alessandro Del Piero al 6', la partita (1-0) con il Deportivo (nel ritorno degli ottavi) e la Champions al 12' quando su un lancio lungo, Montero "aggiusta" il pallone a Pandiani, stop e sinistro micidiale. Addio Europa. C'è tutto il momento nero della Juve in quei minuti: la fragilità delle gambe, l'abbondanza di infortuni (sono sette con Del Piero, ma anche Miccoli alla fine zoppicava per un affaticamento muscolare) e la debolezza della difesa. Con chi prendersela? Un po' con tutti, anche con il guardalinee che ferma per otto volte Di Vaio in fuorigioco e almeno in quattro occasioni sbaglia.
Ma niente alibi, questa Juve ha finito benzina e gioco da tempo, fa quel che può, con gli uomini che restano. Lippi si boccia da solo: in avvio piazza Legrottaglie, che già non è nel suo momento migliore, a centrocampo su Valeron davanti alla difesa schierata a tre, per poi tornare al 1' della ripresa sui suoi passi con Pessotto e la linea a quattro. Lui è bravo negli esperimenti, da quando è arrivato Camoranesi si è inventato Zambrotta terzino sinistro, ma ci è voluto del tempo perché "Zambro" convincesse anche il Trap.
Questa sera non c'è lui, non ci sono Trezeguet, Birindelli, Iuliano, Tudor (ma che fine ha fatto?). Recupera Chimenti all'ultimo, ma non serve. A sorpresa compare Maresca in panchina, ma naturalmente non entra (una frattura alla vertebra non passa così facilmente). E come se non bastasse arriva l'altra batosta, Del Piero, dopo 6': sospetto stiramento al polpaccio destro, almeno un mese di stop, più probabilmente 50 giorni (come è già successo in questa stagione, nella gara con la Roma): è a rischio anche la convocazione per l'Europeo. Una sciagura, soprattutto per la Juve. Dovevano essere le "seratine di Ale", così aveva detto Lippi a La Coruña, ma lì "il ragazzo" di Lippi ha sbagliato un gol clamoroso, qui va al cross al 6' e si arrende alla fitta al polpaccio destro, che lo stende al suolo e ammazza psicologicamente la Juve. Problema vecchio. Il Depor non è il Brescia e soprattutto la Juve in Europa non ha la convinzione del campionato.
Il gol di Pandiani (preferito a Tristan da Irureta) dopo tre minuti le spezza definitivamente le gambe e conferma che questa difesa è vecchia e fragile, nonostante Lippi la blindi e protegga, come l'ultima volta a Brescia. Se manca Trezeguet sono inutili i lanci lunghi, Andrade è un gigante davanti a Miccoli e Di Vaio. Se manca Nedved, si spegne la luce. Il Pallone d'Oro aveva deciso a Brescia con un gol dei suoi, ma non convinto per brillantezza e forma: tutto confermato, senza il colpo decisivo, però. La vacanza non è poi servita così tanto, o forse il ceco ha pagato un'emozione troppo grande. Ce lo dirà.
Così il primo obiettivo, il più bello, il più importante dopo tre finali perse (con Lippi), l'ultima ai rigori nel maggio scorso a Manchester contro il Milan, sfuma ancora una volta. Crollano le statistiche che volevano i galiziani mai vincenti a Torino. Il Deportivo gioca all'attacco, con tre trequartisti (Victor, Valeron e Luque) dietro a Pandiani e dopo 12', con la testa sgombra e il risultato in tasca (la Juve doveva segnare tre gol visto l'1-0 dell'andata), fa possesso palla in tranquillità, perché la Juve che non pressa glielo lascia fare. L'unico a faticare veramente è Capdevila che ha tra i piedi Camoranesi, l'uomo più in forma dei bianconeri, l'unico.
Ci prova Mauro, come ci prova Miccoli. Ma non è serata, non ci sono spazi e si sbaglia troppo. Non c'è neanche la fortuna ad assisterli. Appiah tenta il pallonetto da lontano e colpisce l'incrocio dei pali, nel finale lo imita Naybet nell'unico contropiede vero degli spagnoli. Lippi si gioca la carta Chiumiento (per Camoranesi), è l'unico che gli resta in panchina: ha carattere e piedi buoni l'eroe della Primavera, ma può fare poco. Irureta ribatte con Fran (buona tecnica) per Luque (spento rispetto all'andata quando segnò), poi Duscher (centrocampista di interdizione) per Valeron, e Tristan per Pandiani. Ma in realtà basta difendersi e il Depor lo fa con tutti i suoi uomini. Sei tiri a tre verso la porta, sei angoli a uno, 80% contro 40% di possesso palla: tutto per i bianconeri, ma nessun gol e addio Champions. Ai quarti ci vanno gli spagnoli. L'unica bella emozione a strisce la regala la curva che chiama i suoi, nonostante l'eliminazione. "Non vi lasceremo mai", cantano. E a Nedved viene da piangere. Avesse tempo, almeno. Non ce l'ha. Alla Juve non resta che lo scudetto (e la coppa Italia) e domenica c'è il Milan che ha sei punti in più.
