
Per prepararmi ad un viaggio a Budapest ho deciso di studiare un po' di storia ungherese.
Tra i libri che ho letto uno di particolare interesse è stato "Ungheria 1956. La rivoluzione calunniata." di Federigo Argentieri.
Non è un libro sui fatti della rivolta popolare del 1956 contro il regime sovietico (repressa poi nel sangue dall'Armata Rossa), ma un'analisi del comportamento del PCI (Partito Comunista Italiano) di fronte al primo atto palesemente imperialista dell'Unione Sovietica.
Attraverso documenti e testimonianze emerge la figura dell'allora segretario del PCI Palmiro Togliatti. Il politico, esponente di spicco del comunismo internazionale, dopo qualche vacillamento, appoggiò e plaudì l'intervento armato russo a normalizzazione della rivolta.
Ne seguirono defezioni all'interno del partito e del movimento che crearono la prima grande crisi del PCI e dei suoi rapporti con le altre forze moderate di sinistra.
Togliatti, in sostanza, appoggiò anche la condanna a morte del capo del nuovo governo ungherese Imre Nagy. Nonostante quest'ultimo fosse l'espressione di una rivolta operaia e popolare.
Questi fatti, secondo Argentieri, sono sempre stati più o meno negati dai successori del PCI.
Una verità scomoda che solo ultimamente, in occasione del cinquantesimo anniversario della rivolta, è iniziata ad emergere.
Un buon documento ed un'accurata analisi.
http://www.librando.net/dev/projects/read.asp?pid=3&docid=955
Concorso Letterario "Le parole del desiderio"
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