Nick: falconero Oggetto: Ancora sull'Etica Data: 13/3/2004 17.31.25 Visite: 156
Ho già dato una risposta singola a tutti i miei interlocutori del post precedente e, non ho potuto fare a meno di notare che, in qualche risposta, si è vista un’impronta tipicamente relativista: una risposta è stata che non si può costruire un’etica di stato, perché ognuno ha un’etica diversa dall’altra. Ma il relativismo a cosa a porta? A nulla, assolutamente a nulla…anzi alla distruzione di ogni organo costituito. Ammettere il pieno relativismo ad esempio significherebbe dissolvere anche la comunità di IRC perché si porrebbe in evidenza NON che siamo tutti Napoletani, ma che uno vive a soccavo, uno a terzigno, un altro a giugliano..etc..etc…Cosa che – come è palese – è assurda. Di qui ogni associazione apolitica o politica che sia (culturale, sportiva, ecologista…etc…etc) perderebbe ogni ragion d’essere perché mancherebbe quel presupposto alla vita di un organo costituito che è UN FINE COMUNE. Persino lo Stato (il cui compito è tutelare i cittadini, ma anche la popolazione in generale, direi) si dissolverebbe e giungeremmo a quello stato embrionale di tipo hobbesiano che vede uno contro l’altro per la sopravvivenza: si giungerebbe alla piena anarchia e quindi all’autodistruzione dell’uomo. Invece un’Etica di Stato è necessaria e tale etica deve porsi il compito di tutelare determinati valori. Valori che sono comuni e sentiti: ad esempio come non definire il concetto di INDIVIDUO, PERSONA, ESSERE, UOMO? Questi termini sono propri di una scienza(se di scienza possiamo parlare..) giusnaturalistica ( consiglio la lettura di un articolo molto bello: "L’ETERNO RITORNO DEL GIUSNATURALISMO") di cui non può fare almeno (altrimenti su cosa si basa lo stato, una costituzione, uno statuto, delle regole…?). A questo poi – e siamo d’accordo – è possibile aggiungere concezioni POSTE che sono proprie di un certo orientamento, di un certo modus cogitandi, del periodo storico, del tempo, dello spazio…etc...etc Anche qui do la colpa di questo buonismo – relativista all’interpretazione dottrinale marxista: siamo vittime di una concezione prettamente materialistica. Critichiamo tanto il medioevo, ma fu tanto buio? Noi Napoletani dovremmo saperlo bene, visto che il Medioevo è stato per noi un grande periodo, abbiamo avuto il più grande imperatore: FEDERICO II di Svevia: grande politico, persona di cultura, versatile che fece di Napoli e del Sud in generale il polo di attrazione per intellettuali di tutta Europa. Nella società federiciana venivano coltivati determinati valori e quella società era PURA. Crediamo che l’Europa l’abbia inventata Ciampi? Ma chi erano Alessandro Magno, Carlo Magno, Federico II se non i primi europeisti della storia? La nostra società è vittima dell’eccessivo culto del modernismo, vige la TECNOCRAZIA: chi oggi non ha un cellulare è tagliato fuori dal mondo, ognuno di noi lo cura, lo porta sempre con sé, eppure dimentichiamo che fino a 5/6 anni fa non sapevamo nemmeno cosa fosse (lo vedevamo come un oggetto di lusso). Nella Napoli del XIII secolo si stava bene, esisteva un forte ceto medio produttivo e il sovrano sapeva gestire ogni situazioni. Oggi litighiamo tra di noi, Napoli è diventata caotica, invivibile, a un certo orario vige il coprifuoco ad una certa ora. Ma è questa civiltà? Meglio la Napoli federiciana o la Napoli moderna? Ho litigato tante volte per difendere l’Onore di Napoli, ma quando vedo certe cose, mi piange il cuore e, allora dico: riprendiamoci la nostra terra.
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