La canzone di Fabrizio De André "Princesa" è ispirata a un libro di Fernanda Farias de Albuquerque, a cura di Fabrizio Jannelli, che racconta la storia di Fernanda-Princesa, un giovane trans brasiliano, la ricerca di un'identità sessuale, l'aspirazione a una vita normale, le minacce della polizia paulista, delle droghe, del coltello e del bastone, e della più temibile, della Maledetta: l'AIDS.
Più che una recensione questa vuole essere una pagina di confronto, tra alcuni brani della bellissima canzone di De André e le pagine più sincere e poetiche del romanzo-confessione di Fernanda, schietto, immaginifico, ricco di forza descrittiva come tutta la letteratura brasiliana.
Il libro nasce in carcere, a Rebibbia, negli anni 90, dove Fernanda deve scontare una pena di sei anni per tentato omicidio e Maurizio Jannelli sta scontando la sua con i brigatisti. In carcere Fernanda conosce un giovane pastore sardo, Giovanni: i due inventano una lingua comune per comunicare, e si raccontano le loro vite. Jannelli conosceva Giovanni, e tramite questi conobbe anche Fernanda, e la sua scrittura, da cui nasce il libro, in origine un misto di portoghese, italiano e sardo poi manipolato perché fosse accessibile ai lettori italiani.
Fernando nasce nel 1963 in Brasile. I primi giochi lo portano subito su quella che sarà la strada della sua vita, è un veadinho, da veado (="cervo"), che in gergo brasiliano indica il pederasta passivo.
Io ero la vacca. Genir il toro, Ivanildo il vitello. Camicette e pantaloncini sfilavano via in mezzo al bosco. Lontano da tutti, era il segreto. Genir muggiva e m'inseguiva. Una fantasia di spinte, toccamenti e fiato grosso. Montava la vacca, indiavolava sopra di me [...] Oh, Ivanildo cerca la mammella! La mia piccola mammella. Inghiottita, mozzicata. Un solletico, un brivido di gioia.
Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare
Cícera, la madre, è una figura imponente nel racconto. con il sofferto rifiuto di un figlio che voleva militare e che si vede tornare dopo tanto tempo con un corpo da donna. Il libro si apre proprio con lei, con Cìcera che abbraccia Fernandinho nel letto grande. Il padre muore presto, i fratelli si sposano, Fernando e la madre restano soli. Cícera mischia i semi per dare da fare al figlio e tenerlo lontano da Genir e Ivanildo.
Fernandinho è meglio di una figlia femmina, si sveglia presto e mi porta caffè e tapioca dolce al letto. Lava i piatti e vuole fare anche il bucato. Nemmeno Alaíde e Adelaide a sette anni facevano tanto.
Cícera parlava così, di me, a donna Inacina. Io sono lì, che ascolto di nascosto pieno d'orgoglio e contentezza.
Sotto le ciglia di questi alberi
nel chiaroscuro dove son nato
che l'orizzonte prima del cielo
ero lo sguardo di mia madre
"che Fernandino è come una figlia
mi porta a letto caffè e tapioca
e a ricordargli che è nato maschio
sarà l'istinto sarà la vita"
Due mezze noci di cocco furono il mio primo seno. Davanti allo specchio grande, Cícera mi sorprese e botte. Mi coprivo con la mano per vedermi come Aparecida tra le gambe. La mia fantasia, pancia tonda e fessura di bambina.
e io davanti allo specchio grande
mi paro gli occhi con le dita
a immaginarmi tra le gambe
una minuscola fica
La direttrice del Collegio evangelico, dove andavo per il corso serale, convocò una assemblea di studenti maschi. Dettò con me presente, il nuovo regolamento:
- Fernando Farias non deve entrare nel bagno dei maschi nell' orario in cui è frequentato dagli altri. E che nessuno abbia l'audacia di provocarlo quando andrà da solo.
- Fernando Farias non deve venire a scuola vestito da donna, pena l'espulsione.
- Femando Farias deve uscire dieci minuti prima della fine delle lezioni.
- Fernando Farias farà ginnastica il giorno in cui la palestra è libera. Ci sarà un insegnante volontario solo per lui.
Sulla terra c'è la chiesa e il carcere. Chi va in chiesa va in cielo, chi va in carcere all'inferno. Cícera mi voleva in cielo e mi portava in chiesa. Gli uomini da una parte, le donne dall'altra. I bambini tutti mischiati fino a tredici anni. Per due volte, nel confessionale il prete mi incalzò:
- Rubi?
- Sì, qualche soldino.
- Calunni?
- No, non faccio diffamazione.
- Litighi?
- Si, qualche volta, a scuola.
- Fai cose sporche?
- No! (mentivo, non capivo)
- C'è un peccato che non riesci a dire?
- No! Per penitenza ebbi in recita dieci Padre Nostro, dieci Ave Maria, dieci Salve Regina. La seconda volta andò diversamente:
- Rubi?
- Sì, qualche soldino. (alla fiera mi compravo smalto e rossetto ma mi tenni il segreto)
- Fai cose sporche? (silenzio)
- Fai cose sporche? (divenni rosso di vergogna)
- Parla! Tu hai da dirmi e non dici! Fai cose sporche?
- Si, le faccio.
- Con uomini o con donne?
- Vado con i ragazzi. - Fai la donna per i tuoi amici?
- Si, faccio la donna per loro.
- Se ci riprovi per te c'è l'inferno!
Triplicò la penitenza: E tra una settimana ti rivoglio al confessionale.
Fernando allora va in città, a cercare di esaudire il suo sogno.
io acquistai un biglietto per João Pessoa. Due ore di pullman e destino ignoto.
Nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna
Trova lavoro in una pensione di Recife, come tuttofare, ha un momento libero solo la sera: guarda Sonia Braga alla TV, sogna di diventare come lei. Vania le suggerisce come fare:
Vuoi farti crescere i seni? Semplice, vendono gli ormoni in farmacia, Anaciclin, senza ricetta, sono pasticche anticoncezionali. Il culo? Poi ti dirò, c'è Severina a bombardeira, poche iniezioni di silicone [...]
Anaciclin, ventotto pasticche a confezione. Non so aspettare e le bevo tutte insieme frammiste a un frullato di carote. Dentro il letto, occhi al soffitto, aspetto che ad albeggiare siano due seni di magia. Aspetto, come aspettavo l'aereo di mezzanotte. Josefa inviperita: Ma tu sei maschio, l'aereo non ti porterà il figlioletto! Vomitai una macchia rossa, mi contorsi dal dolore. Fernando mi resisteva, si rivoltava. Durezza del suo corpo. Petto liscio e natiche quadrate. Un uomo. "Era l'alcool, veadinho, io non bacio in bocca i froci!". Io ti piegherò, Fernando. I miei Josè non baceranno un maschio. Nascosi vomito e strazio dentro un silenzio sofferente. Venne l'alba e tornò sera. Corsi da Vania che già batteva il marciapiede.
- Fernanda, vieni proprio dalla campagna! Solo due, al massimo quattro pasticche al giorno, e i seni cresceranno. Piano, piano, vedrai che cresceranno.
Nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi
perché Fernanda è proprio una figlia
come una figlia vuol far l'amore
ma Fernandino resiste e vomita
e si contorce dal dolore
Severina a bombardeira mi tranquillizzò: No, per il viso niente silicone liquido, è troppo rischioso. Ebbi un'esitazione: Ho paura, Severina. Come paura? Se vuoi diventare donna prima c'è il dolore, solo poi sarai Fernanda. Mi convinse, per una settimana mi prostituii con mille astuzie per racimolare i soldi necessari. Strappai cento Josè alle bombate per realizzare il desiderio: Princesa come Perla. Sì, una copia, perché a Rio tutto è possibile. A Rio si sogna, ed è già fatto.
Novembre millenovecentottantacinque, Severina, nella sua casa, mi bomba i fianchi con iniezioni di silicone liquido. Senza anestesia.
Dicembre millenovecentottantacinque, il prof. Vinicius, nella sua clinica mi applica le protesi di silicone ai seni. Con anestesia.
e allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia
sorriso tenero di verdefoglia
dai suoi capelli sfilo le dita
quando le macchine puntano i fari
sul palcoscenico della mia vita
dove tra ingorghi di desideri
alle mie natiche un maschio s'appende
nella mia carne tra le mie labbra
un uomo scivola l'altro si arrende
che Fernandino mi è morto in grembo
Fernanda è una bambola di seta
sono le braci di un'unica stella
che squilla di luce di nome Princesa
a un avvocato di Milano
ora Princesa regala il cuore
e un passeggiare recidivo
nella penombra di un balcone
il resto è la dura vita del veado: da una città all'altra, in Brasile per scappare agli squadroni della morte e alla polizia paulista, in Europa catturata da un pericolo più subdolo, più sottile, ma ugualmente mortale: l'eroina, l'alcool e la Maledetta, l'Aids.
Senza sforzo, nelle braccia dei demonio, in Europa, ci si arriva a bassa voce, silenziosamente. Qui da voi, non si muore fragorosamente. Sparati o di coltello, tra urla e sforbiciate. Qui si sparisce zitti zitti in sottovoce. Silenziosamente. Sole e disperate. Di aids e di eroina.
![]() ![]() |
![]() |