Nick: mir Oggetto: l'imprenditore Data: 3/11/2006 14.36.15 Visite: 84
La "casa" dell'imprenditore è più una piccola reggia. Il vantaggio di abitare in periferia è anche quello di non avere troppi limiti di spazio quando aggiungi un piano o, nel grande giardino, costruisci una dependance per gli ospiti o la servitù. Quando scopro queste realtà della perfieria della mia città rimango esterrefatto. Come è possibile costruire tutto questo è rimanere puliti? E lui è pulito. Lavora 12/14 ore al giorno e dà impiego a contratto ad altre 5 persone. Tutto regolare e alla luce del sole. Entro in una cucina che, ad occhio, è grande il doppio del mio monolocale in città. La graziosa moglie mi offre un caffè e dei pasticcini mentre la piccola figlia fa i capricci per qualcosa che non afferro in pieno. Lui e lei sono il sole e la luna. Tanto fine e delicata lei quanto rozzo e massiccio lui. Reprimo sul nascere mille commenti che mi verrebbero. Andiamo al piano superiore. Appena entro nel suo ufficio, grande ma disordinatissimo, gli chiedo "Come fai?". Lui mi guarda interrogativo: "A far cosa?". "Ad aver costruito tutto questo in mezzo al niente di questa città e della sua provincia" rispondo e mi siedo su una sedia da ufficio. Lui sorride e guarda lo schermo di un computer. Poi si fa serio e si alza voltandomi le grandi spalle. Mi risponde "Facendo tutto quello che fanno al nord per avere successo. Il lavoro senza orari, l'inventiva e la scaltrezza." "Poi però un giorno ti trovi uno nella cucina dove sei appena stato tu. Non è lo Stato ma ti chiede lo stesso un contributo, una tassa. Per stare tranquilli. Per essere tranquillo di farti il culo 12 ore al giorno viaggiando e lavorando per tutta la regione." "E accetti perchè le cose vanno bene e perchè hai una figlia piccola e perchè non ti senti martire di una lotta più grande di te. Tutto sommato è un'altra voce da aggiungere al bilancio." Mi aggiusto sulla sedia e insisto "Ma non ti dà lo stesso fastidio?" Lui si gira e mi guarda, poi indica la strada "Vedi lì? Ogni giorno si riuniscono quelli della zona. Non mi ricordo neanche a che famiglia appartengano. Mi sembra che da poco ne abbiano ammazzati un paio e quindi c'è un cambio." "Quando posso accompagno mia figlia a scuola e passo per quella strada. Mia figlia li vede e gli fa le boccacce. Per me questo è il bene ancora vivo nel regno del male". Si zittisce per un po' poi scoppia a ridere e io lo seguo. Ma c'è qualcosa che è venuto a galla e che fa male ad entrambi. Mi dice "Vuoi un altro caffè?" Gli dico "Porta un nocino ed iniziamo a lavorare" Concorso Letterario "Le parole del desiderio" http://www.librando.net/dblog / |