| Nick: mir
 Oggetto: l'imprenditore
 Data: 3/11/2006 14.36.15
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 La "casa" dell'imprenditore è più una piccola reggia.
 Il vantaggio di abitare in periferia è anche quello di non avere troppi limiti di spazio quando aggiungi un piano o, nel grande giardino, costruisci una dependance per gli ospiti o la servitù.
 Quando scopro queste realtà della perfieria della mia città rimango esterrefatto.
 Come è possibile costruire tutto questo è rimanere puliti?
 E lui è pulito.
 Lavora 12/14 ore al giorno e dà impiego a contratto ad altre 5 persone.
 Tutto regolare e alla luce del sole.
 
 Entro in una cucina che, ad occhio, è grande il doppio del mio monolocale in città.
 La graziosa moglie mi offre un caffè e dei pasticcini mentre la piccola figlia fa i capricci per qualcosa che non afferro in pieno.
 Lui e lei sono il sole e la luna.
 Tanto fine e delicata lei quanto rozzo e massiccio lui.
 Reprimo sul nascere mille commenti che mi verrebbero.
 Andiamo al piano superiore.
 Appena entro nel suo ufficio, grande ma disordinatissimo, gli chiedo "Come fai?".
 Lui mi guarda interrogativo: "A far cosa?".
 "Ad aver costruito tutto questo in mezzo al niente di questa città e della sua provincia" rispondo e mi siedo su una sedia da ufficio.
 Lui sorride e guarda lo schermo di un computer.
 Poi si fa serio e si alza voltandomi le grandi spalle.
 Mi risponde "Facendo tutto quello che fanno al nord per avere successo. Il lavoro senza orari, l'inventiva e la scaltrezza."
 "Poi però un giorno ti trovi uno nella cucina dove sei appena stato tu. Non è lo Stato ma ti chiede lo stesso un contributo, una tassa. Per stare tranquilli. Per essere tranquillo di farti il culo 12 ore al giorno viaggiando e lavorando per tutta la regione."
 "E accetti perchè le cose vanno bene e perchè hai una figlia piccola e perchè non ti senti martire di una lotta più grande di te.
 Tutto sommato è un'altra voce da aggiungere al bilancio."
 Mi aggiusto sulla sedia e insisto "Ma non ti dà lo stesso fastidio?"
 Lui si gira e mi guarda, poi indica la strada "Vedi lì? Ogni giorno si riuniscono quelli della zona. Non mi ricordo neanche a che famiglia appartengano. Mi sembra che da poco ne abbiano ammazzati un paio e quindi c'è un cambio."
 "Quando posso accompagno mia figlia a scuola e passo per quella strada. Mia figlia li vede e gli fa le boccacce. Per me questo è il bene ancora vivo nel regno del male".
 Si zittisce per un po' poi scoppia a ridere e io lo seguo.
 Ma c'è qualcosa che è venuto a galla e che fa male ad entrambi.
 Mi dice "Vuoi un altro caffè?"
 Gli dico "Porta un nocino ed iniziamo a lavorare"
 Concorso Letterario "Le parole del desiderio"
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