Nick: falconero Oggetto: grazie Farina Data: 18/3/2004 23.39.17 Visite: 38
Bin Laden vince le elezioni E l'Ulivo pure applaude di RENATO FARINA In Spagna ha vinto Osama, e già si guarda in giro per l'Europa. Chi gli resiste un pochino? Dopo Aznar, Berlusconi. Prepariamoci. Speriamo che le nostre opposizioni non giochino la miserabile partita dei propri soci madrileni. Che pena. La prima dichiarazione del vincitore a sorpresa (a sorpresa? Non per Al Qaeda) delle elezioni in Spagna, tale Zapatero detto Bambi, è stata: «Ritirerò le truppe spagnole dall'Iraq». Ha aggiunto altre frasi sull'Onu e sull'America, ma non contano, sono ricami retorici. La sostanza è questa strizzatina dei suoi delicati occhi di cerbiatto a due entità reali e tremende: Al Qaeda e la Paura. Non giriamoci intorno: il potere è stato consegnato a Zapatero dal lavoro rapace delle due bestie. Mai avremmo pensato potessero impossessarsi di un popolo civile e fiero come quello spagnolo. Persino Berlusconi lo aveva indicato come modello. Eppure dovremmo saperlo. Ci vuole poco per afferrare l'" animula vagula blandula " dei popoli europei, adagiati nelle acque tremule della decadenza morale. Solzenicyn ha scritto che si trovano sempre mezzo milione di traditori pronti a sostenere il tiranno. Bisogna aggiornarsi. Bastano alcune bombe, e pur di scamparla, noi occidentali, bravi cristianucci della domenica, cambiamo in un istante bandiere e sentimenti. Purché non tocchi a me, io patteggio. Come se ad un atto di guerra fosse saggezza rispondere con la resa. Resa a chi? Agli assassini. Costoro vogliono o la morte o la sottomissione. E Bambi dice ok, pronti, ce ne andiamo, come da contratto. Un genio. Chiamiamola strategia del Bamba. Ci si affanna a spiegare che Aznar e il suo delfino sono stati sgambettati dalle bugie sugli autori delle bombe. Balle. Se fossero stati in cattiva fede la loro polizia non avrebbe arrestato cinque islamici, giusto qualche ora prima dell'apertura delle urne. Non hanno perso per aver sbagliato il nome degli assassini, ma per aver provato a lottarci contro, siano essi di matrice islamica o marx-nazionalista. Del resto la dichiarazione di Zapatero è limpida: Aznar ha perso perché si è alleato agli Stati Uniti d'America, ed ha osato prendere sul serio la dichiarazione di guerra contro tutto il mondo civile dell'11 settembre 2001. Inviando truppe in Iraq ha esposto il fianco alla reazione di quell'infame esercito. Sia chiaro. Zapatero, da candidato socialista, aveva legittimamente posizioni politiche diverse dai popolari anche sulla guerra. La democrazia è questo. Ma non è previsto che votino le bombe. E lui ne ha accettato e ingigantito il peso. Bastava dicesse prima del voto: Al Qaeda ha dichiarato guerra risponderemo; e dopo: proprio perché ha voluto condizionare la scelta, rinuncio ad accettare un responso emotivo, congelo la decisione sull'Iraq, propongo un governo di unità. Invece, Zapatero è stato di una furbizia atroce. I capi del Psoe hanno cavalcato l'onda d'urto delle tredici bombe e hanno in cinquanta città assediato le sedi del Partido popular. Non sono state manifestazioni spontanee. I militanti pacifisti sapevano di assecondare un vero e proprio colpo di Stato mentale innescato dagli attentati ai treni. Le fotografie mostrano gli striscioni esposti come estremo spot: «Aznar, Bush, Blair: culpables». Non Osama colpevole, ma Aznar. Su questa base ideologica da sciacalli hanno vinto. Trasformando gli assassini in personaggi con cui venire a patti, assassini sì ma con una certa intelligenza politica. Persino Prodi, deludendoci, dice che occorre «una risposta politica» alla guerra. Quale, di grazia? Con questo loro illuminismo impomatato credono, con un bel ragionamento, di convertire i terroristi. Utopisti o falsari? Di certo, la mossa della sinistra europea e del suo nuovo leader Zapatero, h o m b re alto pero no vertical , trasforma i poveri morti in fiancheggiatori dei kamikaze, ammazzandoli per la seconda volta. E sposta cinicamente il mirino di Osama contro l'Italia. Prima delle elezioni europee bisogna aspettarsi di tutto. Osama ci conosce molto bene, ha tremila suoi seguaci da noi, sa che c'è una fragilità nella spina dorsale di popoli che non sono disposti a qualche sacrificio per ciò che è loro caro, figuriamoci a morire. Pur di non fare la guerra, sono disposti a che crepino tutti gli altri. Meglio islamici che morti? Vedrete, la sinistra continuerà ad accusare la destra di giocare con gli spot e di voler influenzare il pubblico con cartelloni tre metri per sei. Che scandalo, che orrore, che regime. Poi in Spagna è stato decisivo lo spot di Bin Laden, e per loro tutto è regolare. È costato duecento morti e millequattrocento feriti. A pagare sono state troppe famiglie e questa creatura delicata che è la democrazia. Speriamo che Rutelli, Fassino e D'Alema non cedano alle sirene pacifiste festanti, e non si comportino come Bambi, mettano le mani avanti, spieghino coi fatti a Osama che è un illuso se crede di usare le bombe per truccare le elezioni. Ma temiamo di essere noi gli illusi. |