Nick: falconero Oggetto: La Cultura che fa paura Data: 19/3/2004 17.38.31 Visite: 105
La Cultura che fa paura L'insanabile dicotomia della Destra: cultura e politica Lo scorso 9 dicembre al cinema Adriano di Napoli, Francesco Storace, iniziando il suo tour per l'Italia "Voglia di Destra, voglia di Politica", giustamente si chiedeva alla presenza dei tanti militanti accorsi: ma quanta Destra c'è in questo Governo? Abbiamo tollerato la Cirami, il lodo Maccanico-Schifani, la legge sul conflitto di interessi, la disponibilità dei "nostri politici" verso un'ipotetica grazia a Sofri e tutto per dare il voto agli immigrati? Ezra Pound sosteneva che "se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale nulla lui", ha poi aggiunto lo stesso governatore del Lazio. E oggi c'è qualcuno in questa destra che corre - anche con un pizzico di incoscienza - qualche rischio? Il Poeta statunitense disse anche che "le idee sono vere, solo quando si trasformano in azione", e non sembra che in due anni e mezzo di governo di CENTRO-destra si siano viste azioni veramente di Destra. Il vuoto di contenuti culturali è allarmante, per non dire disarmante. Negli anni passati ci si difendeva sostenendo che cultura, informazione e potere erano in mano alla sinistra. Vero, verissimo e anche oggi è osì. Ma quella linea di difesa proveniva da una Destra ghettizzata, che non poteva esprimersi, a volte nemmeno nello stesso partito. Ne sono esempi Tarchi, Buttafuoco, Solinas e anche lo stesso Giano Accame, repubblichino troppo scomodo. Ma oggi, porsi sullo stesso piano non è accettabile: oggi quel che resta del MSI è al governo e le possibilità di affermare le nostre origini culturali, sono concrete,. Se Massimo D'Alema qualche tempo fa provocatoriamente avanzava la tesi che una cultura di Destra non sia mai esistita - l'ex premier negli anni '70 difficile che abbia letto altro se non il manuale per costruire Molotov… - non possiamo oggi noi continuare a piangerci addosso. Non possiamo limitarci a ribattere, come Donna Assunta Almirante ha fatto, che noi lottavamo per la sopravvivenza e la nostra cultura era "voce della fogna". Oggi con una Destra di governo questa linea è improponibile. La verità è che alla maggior parte dei politici che oggi dirigono AN - exdemocristiani, liberal-liberisti, forzisti, socialisti o missini pentiti - non interessa far conoscere Evola, Brasillach, Berto Ricci, Alain De Benoist Guenon, Drieu La Rochelle e così via : sufficiente è stare sulla plancia di comando. Diversamente che a sinistra, i politici di Destra non hanno a cuore "la nostra storia", perché di quella storia non sanno nulla, in quanto non gli appartiene, erano in altri partiti. La musica alternativa è ancora un mondo sommerso, non perché le case discografiche sono di Sinistra, ma perché i politici di sinistra le hanno fatte diventare tali. Da noi, invece, vige il motto D'Annunziano del "ME NE FREGO", ma non di morire, di ricordare. Se Gianfranco Fini ci ha vietato di tenere nella nostra biblioteca di partito Evola per preferirgli Jurgen Habermas, l'iniziatore dell' integralismo multiculturale e del "patriottismo costituzionale" ( patriottismo come intrumentum regni?) che si fa un baffo dell'antimondialismo e della difesa dell'identià di Alain de Benoist, non possiamo di certo prendercela con il monopolio della sinistra. Apprezzo molto quello che scrive Giovanni Cirillo (che ringrazio),mi fa sperare che non sia l'unico a pensarla in un certo modo(e naturalmente insieme agli altri "C…ompagni" di AG): sembrerà incredibile, ma "in contemporanea" al suo ultimo articolo, avevo espresso lo stesso disgusto - nella mailing list del sito che gestisco - per quello che era stato detto su Evola a "Enigma". Tempo fa è successa la stessa cosa dopo la puntata di Porta a Porta in cui ci si interrogava sull'identikit dei giovani di Destra. Appena vidi tratteggiare, come "exempla" di giovani di Destra, Pariolini che sostenevano che essere di destra fa tendenza e significa stare all'ultima moda, stavo per prendere la tv e buttarla dalla finestra. Per chi vive la politica in un certo modo, nell'idea di militanza, coerenza,Idea; sentirsi omologati a gente vuota e senza ideali, quando si crede di poter cambiare il sistema vivendo uno stile di vita non conforme, ti fa dubitare di essere dalla parte giusta. Si dice che la Destra sia il potere? Veneziani ancora non può andare in tv e Fini non cita più in parlamento frasi come quella di Settembrini - lo ricordo ancora il buon vecchio Gianfranco - "la nazione consiste in una comune eredità, ricca di ricordi e nel desiderio di farla rivivere". L'unico organo di informazione che ogni tanto rispolvera una certa cultura è "IL GIORNALE" che proprio un settimana fa dedicava al Barone Nero, Julius Evola una pagina intera, ribadendo con Cacciari che il suo non fu razzismo biologico, bensì elitarismo. Inoltre i suoi scritti giovanili - ricordiamolo - sono stati ripudiati. Inoltre limitare Evola al razzismo, è a dir poco semplicistico. Signori, per il cambiamento, dobbiamo far piazza pulita, ma partendo da Destra. Dal 13 maggio 2001 non possiamo più lamentarci se uno si butta a sinistra. I Girotondini hanno ragione: siamo sotto un regime, ma culturale e tutt'altro che di Destra. Usque tandem…? falco |