Nick: ^NAPALM^ Oggetto: T.F. Data: 15/11/2006 16.19.33 Visite: 119
Rock e dintorni di Gabriele Ferraris |  |  |
Tiziano Ferro, perché un pop così corrivo? | |
| | Prima o poi toccava occuparsene. Tanto vale farlo adesso, mentre è in corso il tour, conseguenza dell’uscita - qualche mese fa - del secondo album di Tiziano Ferro, «111». Allora, Tiziano Ferro. Tutt’altra merce da quella che questa rubrica promuove. Non che il giovanotto sia sprovveduto, tutt’altro: sa muoversi, pesca qua e là in territori non infami, dal rhythm’n’blues all’elettrobeat, al nujazz, salvo poi ricondurre il tutto al pop più corrivo, e funzionale all’obiettivo ultimo di un largo successo. Che, manco a dirlo, arride all’autore. Con conseguenti isterie: da una parte dei fans, che come tutti i fans di questo mondo credono, obbediscono e comprano, e montano in furore se appena l’onorabilità del loro idolo viene messa in pericolo da strali critici, o financo da sommesse riserve; mentre fioriscono, fenomeno uguale e contrario, i forsennati odiatori del divo. Abbiamo a tal proposito trovato in rete addirittura una raccolta di firme intitolata «Fermate Tiziano Ferro», che in un solo mese ha totalizzato oltre duemila adesioni. Ci pare che entrambe le posizioni siano quanto meno enfatiche. Tiziano Ferro non è, come ci è accaduto di leggere da qualche parte, il nuovo eroe della canzone d’autore italiana. E’ - come tanti altri prima di lui - un abile artigiano ben promosso e sostenuto dalla radiofonia; semplice fino alla banalità, ma capace di apparire, grazie ad artifici vari, poetico e creativo; però efficace, questo è innegabile. E pertanto, per chi si pone seriamente di fronte al mercato, accettabile, persino encomiabile. Però, non è pericoloso; può trarre in inganno chi è disposto a farsi ingannare, e se non ci fosse lui, ce ne sarebbe un altro uguale identico. Il mercato ha le sue esigenze, e l’industria ha il dovere di soddisfarle. Ferro ha dalla sua, oltre tutto, poche ma indiscutibili doti: a partire dalla voce. Tuttavia certi territori nei quali si avventura non sono (non ancora, almeno: in futuro, si vedrà...) alla sua portata: tiritere come «In bagno in aeroporto» sono soltanto un rhythm’n’blues della mutua, con tutto il rispetto per la mutua; e non basta affidarsi al pianoforte di Dado Moroni per diventare un jazz vocalist in «Temple bar». | | Tiziano Ferro «111» Emi, s.i.p. | | |
fonte http://www.lastampa.it/_web/_RUBRICHE/musica/Ferraris/ferraris040430.asp
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