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Nick: Mr_LiVi0
Oggetto: Mi piace questo pensiero
Data: 16/11/2006 20.57.49
Visite: 174

Oggi veneziani mi ha sorpreso più delle altre volte. veendo da roma ho assistito ad un malcontento generale delle persone, stanche di questo governo. E sono passati pochi mesi...

A MORTADELLA E ALLA SUA BANDA di MARCELLO VENEZIANI
Presto, chiamate un'ambulanza. È un caso urgente di ricovero. Fa danni al Paese ogni giorno. Mandatelo via di corsa, a sirene spiegate. Non serve l'analisi politica del governo Prodi; fategli l'analisi del sangue per capire che sostanze ha assunto. C'è qualcosa di malato, di drogato, di avvelenato, che non si riesce a spiegare. Ci vuole un talento speciale per comunicare ogni giorno al Paese un passo indietro e una mazzata in più. Il tutto servito con annuncio di tracolli, da Alitalia a Trenitalia. Auguro con tutto il cuore ai responsabili di questo governo che vivano sulla loro pelle quel che stanno facendo al Paese. Ne hanno il diritto. Auguro loro con tutto il cuore che i loro figli si fumino il cervello con dosi raddoppiate di droga, così come previsto dal decreto Turco. Auguro con tutto il cuore che le loro madri siano assaltate, rapinate e violentate dalle migliaia di delinquenti che hanno messo in libertà con l'indulto. Auguro con tutto il cuore che le loro figlie, magari lesbiche, così godono dei benefici in arrivo per le coppie di fatto, siano violentate da immigrati clandestini o ricongiunti ai loro familiari, grazie alla legge del governo Prodi. Auguro con tutto il cuore che i loro fratelli perdano il posto per la concorrenza cinese, favorita in Italia dal duo Prodi-D'Alema (che è andato a vendere armi alla più grande dittatura comunista del mondo). Auguro con tutto il cuore che i loro nonni vadano d'urgenza al pronto soccorso dove troveranno la sorpresa di un nuovo ticket. E auguro con tutto il cuore che le loro famiglie trascorrano un Natale in casa, senza vacanze e panettone, perché tartassati sulla casa, l'auto, i viaggi, la cittadinanza. Mi auguro che sia qualcosa di più di un augurio, ma una predizione e che vivano loro, direttamente, quel che vogliono far vivere agli italiani, con un malocchio di riguardo per la loro vita. Al governo c'è una specie di comunismo metafisico, fondato sul principio egualitario, mal comune mezzo gaudio. Non pensavo di dover arrivare a tanto, ma quando leggo ogni giorno, da quest'estate, un bollettino mattiniero di minacce e punizioni, più ritrattazioni, guarnito da un corredino di insulti per il cittadino, accusato di essere pure impazzito, ti costringono a passare alla lotta armata, che in democrazia è l'attacco verbale e la concentrazione iettatoria sulle loro auspicabili sciagure. Non c'è solo la persecuzione fiscale nella politica di questo governo, ma una sottile, demente, cattiva filosofia morale di fondo che rovescia i termini di buon senso e recita così: se pensi alla famiglia, alla casa, al lavoro riceverai mazzate, se pensi alle canne, all'evasione, al vizio sarai protetto; se evadi il fisco ti andrà sempre bene, se dichiari tutto pagherai questo e altro; se vuoi fare figli, ti renderanno difficile la vita, se vuoi restare single o meglio se ti accoppi con uno dello stesso sesso, sarai protetto e valorizzato; se sei produttore di ricchezza e lavoro per gli altri te le faranno pagare cara, se sei a carico altrui, ti andrà meglio. È un continuo, metodico, scientifico, capovolgimento della morale comune, del buon senso universale, della giustizia, i meriti e la realtà. Basta vedere la gazzetta ufficiale della sinistra di governo per rendersene conto: l'altro giorno su la Repubblica un titolo euforico inneggiava allo spinello ed era guarnito da un titolo altamente educativo, «Una scelta responsabile», poi una laudatio all'onorevole no global Caruso per aver piantato cannabis a Montecitorio e soprattutto una foto a colori con due ragazzi euforici che fumavano orgogliosamente due giganteschi cannoni per chiederne la liberalizzazione. Mi dicono che la Repubblica sia il quotidiano dei professori, quello che entra più di tutti nelle scuole. Auguri, ragazzi, siete in buone mani. Mettete dei fiori nei vostri cannoni, fumatevi il cervello nel nome della liberalizzazione. E col cervello spappolato diventerete cittadini perfetti di Prodilandia, il paese dei pazzi dove l'oppio è la religione dei popoli. Montezemolo chiedeva la liberalizzazione; e questi gliela danno, ma non per le imprese, bensì per la marijuana. Per gli auspicati tagli al settore pubblico, saranno rapati a zero gli statali? Che ci sia un capovolgimento sistematico del senso comune, lo dimostra anche il messaggio agli italiani del premier: siete impazziti, ha detto a quelli, soprannominati in gergo cittadini, che lo hanno mandato a Palazzo Chigi. Aveva ragione. Dopo aver confessato di sentirsi solo, dice a milioni di italiani: siete tutti pazzi. Traduco il paragone in letteratura: Polifemo scende in città e vedendo la gente che ha due occhi, si stropiccia il suo monocolo e dice: siete tutti malati, avete un occhio in più. Temo che questo rovesciamento della realtà stia contagiando il Paese. Nelle scuole italiane, per esempio, è consentito agli imam fare le loro prediche ai ragazzi nel nome del dialogo con l'islam mentre ai vescovi, come è accaduto a Padova, è vietato l'ingresso nelle aule per non turbare le minoranze islamiche. Ti puoi sparare una canna ma non un crocifisso. Propongo di vietare l'ingresso di madri con bambini perché possono turbare i single, gli omo e le coppie sterili. Propongo di vietare l'ingresso in discoteca di ragazzi che non bevono e non fumano perché possono turbare i fumatori di canne e gli alcolisti. Propongo di camminare tutti col bastone per mettere a loro agio i portatori d'handicap, non sfoggiando troppa salute. Ma in che manicomio siamo capitati? Ha ragione Prodi, l'Italia parte da - 26. Infatti tale è il numero dei ministri in carica, più il premier, che da solo fa per - 3.

Quest'altro articolo invece è per chi crede ancora al fatto che libero sia un giornale venduto...

Aiuto, Bondi ha perso la testa di MATTIAS MAINIERO
Una volta Sabina Negri, all'epoca moglie di Roberto Calderoli, lo descrisse così: «Sono sicura che se tornasse a nascere vorrebbe essere Veronica». Veronica è la signora Lario, moglie di Silvio Berlusconi. Lui è molto più modesto, e forse anche consapevole del suo certificato anagrafico e di certi limiti imposti da madre natura. Così, quando gli hanno chiesto di manifestare l'estremo amore per il suo creatore, s'è ricordato di avere già una famiglia e se l'è cavata raccontando di aver scritto una poesia. Il titolo non poteva che essere "A Silvio". Un po' di strofe per far capire che ci troviamo di fronte non a Leopardi ma proprio a Sandro Bondi, poeta forzista e moglio mancato del Cavaliere, coordinatore nazionale di Forza Italia, ex comunista convertito al credo di Berlusconi e studioso di storia delle religioni: «Vita assaporata / Vita preceduta / Vita inseguita / Vita amata / Vita vitale / Vita ritrovata / Vita splendente / Vita disvelata / Vita nova». Non possono esserci più dubbi: il cantore di Arcore ha dedicato la sua vita a Silvio Berlusconi. La seconda vita, però. La prima l'aveva dedicata a Berlinguer e ai comunisti italiani, poi lasciati per strada. La terza, che pare stia inaugurando (battezzando, nel suo caso) in questi giorni, la dedicherà forse alle performance televisive, quelle del coordinatore forzista che va nei salotti tv e dichiara di commuoversi quando ascolta l'Internazionale socialista, che si sovraespone, un po' esagera e che per questo merita un bel ritratto. Per favore, salvateci da Sandro Bondi. Ormai il suo cuore è così grande da poter ospitare tutti: Berlusconi, l'Internazionale e pure i due figli di Paolo Guzzanti, inarrivabili comici che ieri erano forse il nemico e oggi sono "due persone splendide". Un cuore ecumenico che addirittura lo ha spinto a scrivere un libro (da poco pubblicato) nel quale spiega che laici e credenti possono e devono incontrarsi. Basta superare l'integralismo. Interessante che lo scriva proprio lui che vive con la foto di Berlusconi sul comodino e che una volta, mentre era al microfono e dopo aver visto il Cavaliere entrare in sala, se ne uscì dicendo: «Mi scusi, presidente, se parlo in sua presenza». Più che interessante quasi strabiliante. Ma non è una novità. Fin da quando era orientato a sinistra, il moglio è fatto così: quest'uomo ha la vocazione per il matrimonio, che è indissolubile, almeno finchè dura, e che è sempre una questione di amore, un'immedesimazione totale nell'altro, chiunque esso sia. Da giovane divenne comunista per ragioni di affetto: il padre era socialista. Così, negli anni del liceo e dell'università, si ritrovò iscritto alla Fgci. Iscritto a modo suo, cioè convinto, determinato, granitico, tanto che si ritrovò anche con una scorta per le posizioni assunte nei confronti del terrorismo. Un tipo tosto assai, senza sfumature. All'epoca per lui era tutto rosso. Fu premiato con un incarico all'Asl e poi con la poltrona di primo cittadino di Fivizzano, il paese in provincia di Massa Carrara nel quale era nato nel 1959. «Ero affascinato - ha dichiarato - dalla figura di Berlinguer». Di nuovo nessuna meraviglia: lui ha un debole per i capi, i segretari, i presidenti. Ama alla grande e soprattutto i grandi. Non riesce a resistere al fascino di chi comanda. Però è un po' incostante o, almeno, all'epoca lo fu. Passa un po' di tempo e il Bondi innamorato del Pci si ritrova sposato con Berlusconi. Galeotto fu il maestro Cascella, suo amico, che stava costruendo il mausoleo di Arcore e lo portò in pellegrinaggio. Fu amore a prima vista. In quell'occasione Berlusconi gli regalò un libro su Hitler, con una dedica: «A Sandro Bondi amante dell'utopia, questo libro sull'u topia perversa». Poi, sempre grazie a Cascella, gli fu anche proposta la candidatura per Forza Italia. Doveva presentarsi in Toscana. Rifiutò e cominciò a lavorare al centro studi di Roma: tre milioni e mezzo di lire al mese per scervellarsi tutto il santo giorno. Non molto, ma c'era l'amore: un cuore, una capanna e tanta voglia di fare e di servire. Inevitabile il passaggio nella segreteria romana di Berlusconi e infine l'approdo a corte: Arcore. E fu subito luce. No, per la verità non proprio subito: il cammino verso la Luce è sempre ricco di prove dure. All'inizio Sandro Bondi si occupava di lettere. Ha dichiarato a Claudio Sabelli Fioretti: «Avrò risposto a più di 20mila missive. Anche 30 o 40 al giorno. Casi umani, richieste pietose». Le lettere più importanti, quelle dei politici, degli imprenditori, le curava personalmente Berlusconi. Le altre, almeno così pare di capire dalle dichiarazioni del diretto interessato, spettavano a Sandrino. Poi passavano al vaglio del Cavaliere che puntualmente le correggeva. Una gavetta dura, premiata con un'ascesa inarrestabile: da portapenna a portavoce. Con un cruccio per Berlusconi: la retorica bondiana. «Il Cavaliere - ha spiegato il "porta" - è diretto e semplice. Ha la capacità di andare subito al cuore». Lui no, ci arriva passando per il padre boscaiolo e socialista in Francia, il padre muratore in Svizzera e sempre socialista, le frequentazioni con i comunisti, l'innamoramento rosso, il compromesso storico prima accettato e poi rifiutato. Percorsi tortuosi, che Berlusconi non gradisce, così ogni tanto si arrabbia. Robetta, perché la foto del presidente è sempre sul comodino e perché Bondi, anche se l'Internazionale lo fa sussultare e i figli di Guzzanti lo adescano con le loro battute, anche se ormai è tutto tv e interviste, è sempre innamorato del Cavaliere, quasi come il primo giorno, come quando Sabelli Fioretti gli fece una semplicissima domanda («Mi dice un errore di Berlusconi?») e lui, Sandrino, rispose che il presidente era pura genialità. Un difetto, incalza Sabelli Fioretti. «Berlusconi ha spesso preso delle decisioni che mi sembravano sbagliate. Ma poi ho dovuto ammettere che erano giuste». Faccia una follia. Mi dica un difetto. «Un difetto di Berlusconi... un difetto di Berlusconi... è dura». Un difetto. «Non riesco a trovarlo...». Allora? «È imbarazzante... un difetto di Berlusconi... non so...». Nel frattempo erano passate ore. Davvero abbastanza imbarazzante.
LE FRASI

IL DIFETTO «Un difetto di Berlusconi... Un difetto di Berlusconi... Non so... Non riesco a trovarlo...» MEA CULPA «Forza Italia ha una piccola flessione. Forza Italia però, non Berlusconi. Io come coordinatore ne trarrò le conseguenze» LA FAMIGLIA «A chi voglio più bene tra Berlusconi e la mia famiglia? Spero di non dover mai scegliere» I GUZZANTI «I due figli di Paolo Guzzanti, Sabina e Corrado, sono due persone splendide» DICONO DI LUI L'ex moglie di Roberto Calderoli, Sabina Negri, parlando di Bondi in passato ha detto: «Sono sicura che se tornasse a nascere vorrebbe essere Veronica Lario (moglie di Silvio Berlusconi ndr.)»
My Speed Limit ??? 400 Km/h






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Mi piace questo pensiero   16/11/2006 20.57.49 (173 visite)   Mr_LiVi0
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