Nick: insize Oggetto: SECONDIGLIANO Data: 22/3/2004 14.10.38 Visite: 905
Storia di Secondigliano Secondo la tradizione storica la denominazione di "Secondigliano", che nelle fonti è citato come " Secundyllanum " o " Secundillanum ", deriva dal nome di una antica famiglia romana. Secondo altri il nome deriverebbe dai Colli Secondilli che circondano Napoli da nord est a nord ovest, per altri ancora indicherebbe la distanza del borgo dal centro di Napoli essendo posta proprio a due miglia dal capoluogo. Secondigliano si estende in pianura e confina ad ovest con Piscinola e Melito, a sud con Napoli e Miano,a est con S.Pietro a Patierno, a nord con Arzano. Secondigliano si ritrova indicata come caseggiato e cioè come insediamento fondato su ragioni economiche con poche abitazioni disposte in modo casuale, un tipico borgo medievale costituito da case e da appezzamenti di terreno la cui proprietà era essenzialmente del clero Il territorio, infatti, apparteneva o agli ordini monastici o a famiglie nobili. LA SVOLTA A volte su uno dei lati della corte c'era un livello superiore al quale si accedeva tramite una scala esterna Verso il 1700 ' i censi, diventarono un vero e proprio quartiere popolare. Furono costruite strade parallele e tra una strada e l'altra furono edificate due file di case che si affacciavano su entrambe le strade. L'ingresso delle case era sempre rivolto verso Sud affinchè vi potesse sempre arrivare il sole per riscaldarle. In questa area abitavano circa 600 famiglie che alloggiavano in una o due stanze di locali pianterreni. Si trattava di ubicazioni spesso precarie e molto povere. Poco lontano dal Casale di Secondigliano, in località Capo de Chio (l'attuale Capodichino) si ergeva il patibolo per i condannati alla pena dell'impiccagione. L'amministrazione della giustizia nel Casale era affidata ad un "Commissario di Campagna" (ovvero ad un giudice delegato ) il cui operato, nei casi di furto, pirateria, ecc., era insindacabile. La miseria e l'ignoranza alimentavano la disperazione, l'istruzione era riservata ai ceti più abbienti. La situazione non migliorò quando il 7 Luglio 1707 gli Austriaci entrarono in Napoli decretando la fine del vicereame. Altre tasse, altre gabelle, altri soprusi, resero la vita difficile ai napoletani, ivi compresi a quelli dei Casali che, come tanti altri, andavano ad ingrossare le file di quel numeroso esercito di "lazzari" che vivevano alla giornata. Anche sposarsi era un problema: le ragazze più fortunate potevano usufruire del cosidetto "maritaggio" una specie di rendita che veniva assegnata per sorteggio dopo aver accertata la moralità e l'illibatezza delle aventi diritto. Villa Alfieri a Secondigliano: un esempio di architettura ottocentesca
http://www.ferraris.org/quartiere/Page3.htm
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