
Una leggera pioggia cade dal grigiore delle nuvole d'un silenzioso pomeriggio autunnale, tinto leggermente d'arancione all'orizzonte. Viandanti distratti sui marciapiedi resi lisci dall'acqua, le finestre che cominciano ad illuminarsi, mentre le gocce rigano la vetrina del caffè. Dublino è tranquilla.
La cioccolata calda fumante di un anziano scrittore poggia sul tavolo, come ogni giorno. Il rosso fuoco della moquette sembra bruciare assieme al tepore del piccolo ristorante, regalando un invisibile dolce abbraccio nel quale una studentessa si rilassa ad occhi chiusi.
La pioggia comincia a cadere più pesante facendo rumore sul vetro. lei - avvolta in un elegante abito da sera e con una piccola collana che le cinge il morbido collo - si gira per osservare trattenento il bicchiere col vino rosso che si agita. Lui, un ragazzo dagli occhi blu e dal capello ribelle, fissa nella stessa direzione, i due visi riflessi si scambiano fugaci sguardi. Il suo ritorna sul profilo di lei celato dai capelli a caschetto neri, resta proteso in avanti convinto del gesto che farà. Lei lo capisce, il vino trema nel bicchiere. Il silenzio diventa ancora più silenzioso, annullando tutto ciò che c'è attorno, e cominciamo a perdersi in quell'attimo: lei finalmente si gira, lui le prende la mano abbassando il calice sul tavolo. Gli occhi si fissano reciprocamente, baciandosi. E lentamente, anche le loro labbra cominciano ad imitarli.
Mentre la pioggia continua a battere sulla vetrata del caffè del centro di Dublino.
(Non ditemi nulla, ma non so nemmeno io da dove cavolo ho preso l'ispirazione per scrivere tutto ciò qualche minuto fa)
