Nick: rumEpera^ Oggetto: MITO INGLESE Data: 25/3/2004 14.32.47 Visite: 165
Dopo le leggi emanate da Margharet Tatcher negli anni Ottanta contro la violenza negli stadi in Inghilterra, il fenomeno dell'Hooliganismo avrebbe dovuto vedere il suo definitivo tramonto. Infatti in Italia ogni qual volta si parla di sicurezza negli impianti sportivi, il riferimento al modello inglese è costante, tale da farlo sembrare infallibile e totalmente efficace. Un'altra comparazione viene fatta con il sistema di sorveglianza usato da i due paesi: in Inghilterra si può controllare ogni singolo movimento degli spettatori (senza scherzi) grazie agli impianti presenti nello stadio, mentre in Italia solo da qualche tempo si è iniziato ad installare "apparecchi di sorveglianza". Una volta letto tutto ciò, non dovrebbero sorgere alcune domande, come le seguenti: 1. i media riportano esattamente ciò che accade, senza stravolgere ed ingigantire gli eventi, anche a costo di rendere la notizia meno eclatante e di conseguenza di minor effetto sul pubblico? 2. ma la violenza si manifesta solo all'interno dello stadio? Non è che una rissa possa scatenarsi in qualche altro posto, senza necessariamente svolgersi nei dintorni dei campi da gioco? Per cercare di far un po' di luce su tutto questo sentiamo l'opinione di un ragazzo di Birmingham, hooligan di vecchia data che chiede di restare anonimo, il quale cercherà di spiegare come stanno veramente le cose. D: In Italia si parla del decreto anti-hooligans come la chiave definitiva per cancellare questo movimento. R: Non è assolutamente vero, tutto ciò che vi raccontano non trova riscontro qui da noi. Effettivamente dentro lo stadio sei controllato maggiormente, ma scoppiano ugualmente scontri. Basti pensare all'ultimo match tra Leeds -West Ham durante il quale nelle tribune è scoppiato il putiferio tra gli opposti supporters. Non sono mancate le invasioni di campo ed a fine gara il bilancio dei fermati è salito a 40. Inoltre le persone arrestate l'anno scorso, in tutto il territorio nazionale, sono state ben 5.000. Già con queste cifre stenterei a credere che siano riusciti a fermare noi hooligans. Di incidenti di grosse dimensioni se ne sono verificati ben 70, e non sono per niente pochi. D: Date le misure di sicurezza prese, dove avvengono gli scontri visto che lo stadio è diventato un "Grande Fratello"? R: Principalmente nelle strade, nei pubs e nelle stazioni ferroviarie. In questo modo l'intervento della polizia avviene in ritardo, visto che il luogo non è tenuto sotto controllo. In tale modo si abbassa il rischio di essere fermati e in seguito "blindati". Tutto questo non viene trasmesso per i vari Tg, visto che le notizie sarebbero un deterrente per il governo inglese. D: Puoi parlarci di come sono formati i vari gruppi al seguito della propria squadra? R: Il gruppo è formato da ogni tipo di persone, non puoi delinearlo soltanto con alcune caratteristiche. L'ètà media va dai diciassette fino ai quarantacinque anni (qui a Birmigham il più vecchio ne ha quarantotto), quindi la fascia di età coperta è davvero vasta. La presenza più sostanziosa è composta dallo "zoccolo duro", gli hooligans più vecchi, con più esperienza. Inoltre molti giovani stanno entrando a far parte delle varie brigate, quindi il ricambio generazionale è assicurato. Non è proprio il caso di dire che la nostra fine è arrivata, d'altronde l'anima del calcio siamo noi. D: Amicizie con gruppi di altre squadre? D: Gli hooligans al seguito della nazionale sono temutissimi in tutta Europa… R: Quando seguiamo l'England siamo compatti, uniti, non ci ferma nessuno. Mettiamo da parte tutte le varie diatribe per formare un unico gruppo che non indietreggia, affronta il nemico senza paura. Tuttavia non posso affermare che tra gruppi di città opposte non scoppi una rissa; ma d'altronde questo è naturale. D: Un'ultima domanda: desideri dire qualcosa che i telegiornali non rivelano? R: Si parla degli hooligans solamente quando succedono scontri, mentre si trascura volutamente tutto il resto. Coloro che hanno sostenuto ed amato il calcio prima dell'arrivo delle pay-tv vengono visti come problemi. I supporters, quelli che con il tifo hanno reso il calcio una passione, stanno subendo un forte attacco da chi vede questo sport una fonte di guadagno. da Sportpeople 2/2004
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