Nick: Casual Oggetto: LiberalizzazioniCheNonVerranno Data: 30/11/2006 14.26.21 Visite: 152
La burocrazia, il male italiano per eccellenza che farà colare a picco questo paese, o forse no? E venne Berlusconi, al che io dissi: visto che dobbiamo tenercelo per forza spero almeno che snellisca le procedure burocratiche che ci assillano la vita. Che so, pensavo al passaggio di proprietà, alla documentazione che si deve produrre per iniziare un'attività o alle certificazioni che servono al comune cittadino. Insomma a quel mare di carte e cartuscelle con i quali facciamo i conti ogni giorno, senza avere nemmeno l'illusione che si potesse agire sui livelli più alti, ma ciò non avvenne. Poi è arrivato Prodi, si è iniziato con la liberalizzazione dei taxi, dei negozi, dei medicinali, ma mestamente il palloncino si è sgonfiato quando il paese delle corporazioni ha cominciato a fare resistenza. Per cui per aprire un bar ti serve un quintale di carte, per aprire un locale ti serve un altro quintale di carte, ma non solo se per caso vi viene la malaugurata idea di diventare editori di un giornale che avete intenzione di spedire a mezzo posta, preparatevi a produrre una settantina di carte, certificati, atti notori, fotocopie autocertificate, frizzi, lazzi e putipuù. Fra registrazione al tribunale, iscrizione al roc (registro operatori della comunicazione) e contratto con le poste, non vi dico cazzate servono almeno 50 pagine di stampati, 12 firme, 24 fotocopie, una cascetta di certificazioni al comune e un paio presso un notaio. Ma dico io: perchè in Inghilterra nel 1984 depositai 300 sterline, mi aprirono il conto immediatamente, mi diedero un bancomat prepagato e tutto questo SUBITO e con una sola firma, mentre in Italia per aprire un conto corrente ci vuole la raccomandazione della madonna di fatima e la firma a garanzia ro patatern? Odio l'Italia, paese di poeti, santi, navigatori, cart e cartuscell....  |