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Nick: Casual
Oggetto: Calcio: il modello inglese
Data: 1/12/2006 14.31.40
Visite: 263

E si ormai ci siamo appassionati parliamone. Come qualcuno di voi saprà sono stato per un po' a Londra molti anni fa. All'epoca il calcio era una questione che riguardava eslusivamente la working class, cioè la classe lavoratrice, la middle e la upper class preferivano sport come il rugby e in misura minore il cricket.

I biglietti costavano poco, sulle 3 sterline per una curva che io ricordi, ma al vecchio Stamford Bridge a Fulham, lo stadio del Chelsea, era abitudine comune allungare una sterla ai cancelli e si entrava lo stesso.

Poi a partire dalla fine degli anni 80, sfruttando anche strumentalmente tragedie come quelle di Watford, di Hillsborough a Sheffield (lo stadio dello Sheffield Wednesday) e dell'Heysel, iniziò la ristrutturazione in senso affaristico che avrebbe portato alla nascita della Premier League.

Biglietti dai costi altissimi, solo posti a sedere assegnati e rigidamente nominali, questo impediva di fatto ai tifosi assimilabili ai nostri curvaioli di assembrarsi, di cantare e saltare come avevano fatto per decine e decine di anni.

Gli stadi vennero ristrutturati, ricostruiti come nel caso di Wembley (che non è lo stadio di nessun club, ma della nazionale e di eventi come la finale di F.A. Cup) o dello Stamford Bridge, o sostituiti da altri costruiti ex novo.

Anche club piccoli e con una scarsa storia calcistica come il Millwall si accodarono a questo trend e cosi' il vecchio Den (la tana, il covo) fu abbattutto e sempre nella zona di South Bermondsey ma su un altro sito fu costruito il nuovo.

Fecero la comparsa negli stadi, che nel frattempo si erano dotati di alberghi, ristoranti, megastore della squadra, centri commerciali, i nuovi tifosi che appartenevano alle classi più agiate, per le quali il calcio divenne improvvisamente un fatto trendy.

Non credete alla puttanata secondo la quale solo dopo questa ristrutturazione le famiglie tornarono allo stadio. Andare allo stadio con il proprio papà o con uno zio, un cugino più grande, è sempre stato un classico tanto in Inghilterra quanto da noi in Italia. le famiglie non hanno mai smesso di andare allo stadio e c'era un settore dedicato proprio ai ragazzini, quello del Chelsea si chiamava Chicken's run.

Piuttosto cambiò la tipologia sociale delle famiglie che andavano allo stadio, visto che mentre una volta (come succedeva e succede ancora al San Paolo) tuo padre pagava e tu entravi gratis, con l'avvento della Premier anche ai ragazzini fu richiesto un biglietto, visto che a ogni tagliando corrisponde un sediolino. Con i prezzi alle stelle e la contemporanea crisi economica che colpi' la working class in quegli anni (crisi dell'industria, chiusura delle miniere, liberismo tatcheriano) le famiglie proletarie smisero di andare allo stadio.

Sono stato quest'estate a Londra dopo 18 anni e ho visto alcune partite, due amichevoli e una di terza serie, la coca cola league 1, come si chiama ora. Lo shock maggiore è stato a Chelsea - Celtic, quando ho visto molti vecchi tifosi sui 40, 50, 60 anni, i veri sostenitori dei Blues quando non vincevamo niente, quelli dei tempi del quasi fallimento fra i 70 e 80 restare fuori e una marea di yuppies, scarfers, shirters e tifosotti, entrare. Io pure sono rimasto fuori perchè i biglietti, udite udite, possono comprarli solo i possessori dell'abbonamento annuale che costa (il più economico) sulle 700 sterline. Chi gioiva al massimo per un sesto posto nella stagione 1984-85 e 85-86, per il titolo di capocannoniere di Kerry "magic" Dixon, oggi vede la partita al pub e i ricchi sorseggiano drink nei palchetti privati con uno sguardo distratto a quello che avviene in campo.

La maggior parte degli stadi inglesi aveva una capienza molto più ampia di oggi, dopo la ristrutturazione hanno pensato bene di adottare la logica meno posti e tutti più cari, una strategia precisa per allontanare le classi popolari dallo stadio, una strategia che è riuscita. Ormai per assaporare un po' di atmosfera dei tempi che furono devi andare a vedere partite delle serie minori, dove se pure gli stewards ti dicono di stare seduto e non avere un linguaggio intimidatorio, come a Leyton Orient - Millwall, i vecchi Bushwackers si alzano tutti insieme cantando

NO ONE LIKE US
NO ONE LIKE US
WE DON'T CARE
WE ARE MILLWALL

Ma è solo una farsa the game is over e il calcio non è più del popolo.



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