Nick: falconero Oggetto: X Kamikaze Data: 26/3/2004 20.15.0 Visite: 283
Ci caliamo le braghe kamikaze? Solo a metà, solo a metà. Non credere che questa modifica costituzionale sia tutta da buttare via: è sbagliata la devoluzione nel campo sanitario(pensa tutto a Bassolino, mamma mia!) e il decentramento per le forze dell'ordine, MA L'INIZIO DI UN'OPERA DI DELEGIFICAZIONE (quindi di snellimento), potrebbe portare finalmente ad una deburocratizzazione utile per porre fine allo stato assistenzialista cui versa il Sud Italia. Del resto nella precedente modifica del titolo V, la Sinistra aveva sì tolto - formalmente e sostanzialmente - la parola "interesse nazionale" dall'art 116 e si dato avvio alla cosiddetta "secessione mascherata" che AN a suo tempo paventò. Infatti la sinistra voleva ALLORA (quando accordi elettorali ancora non c'erano) accattvarsi già le simpatie della lega... LA STAGIONE DELLE RIFORME Dopo un periodo di contenimento, dovuto anche a situazioni internazionali che non consentivano spazi di manovra, il Governo si è lanciato sulla via delle riforme, per le quali è stato votato dagli Italiani il 13 maggio 2001. Con un secco uno.due la Camera e il Senato hanno mostrato l'unità della Casa delle Libertà e tale unità e determinazione emerge ancor di più se raffrontata con le profonde divisioni di una sinistra che non condivide nulla, tranne l'odio verso una persona. La Camera ha approvato la riforma delle comunicazioni del ministro Gasparri (già approvata dal Parlamento e non firmata da Ciampi: personalmente avrei riapprovato la legge così com'era costringendo Ciampi a firmarla o a dimettersi) una buona legge nonostante le modifiche che hanno ritenuto di dover apportare per venire incontro al presidente della repubblica. Adesso la riforma è attesa al vaglio del Senato. Ancor più rilevante è l'approvazione in prima lettura al Senato della riforma della costituzione, che manderà in soffitta quel pasticciaccio cattocomunista che si erano dati i costituenti nel 1948, sull'onda del timore che un nuovo leader potesse emergere dalla palude e consegnandoci, così, un'italietta rissosa, inefficiente e sin troppo disponibile al compromesso. La riforma adesso dovrà andare alla Camera, per poi tornare al Senato e quindi alla Camera e, forse, al referendum confermativo. Premierato forte, fine del bicameralismo perfetto, riduzione dei parlamentari e, soprattutto, devolution, questi i punti cardine di una riforma che adeguerà l'Italia alle grandi nazioni Occidentali e ne efficienterà il ruolo e l'incisivistà dell'azione e delle decisioni. Avremo modo di riparlarne nei vari passaggi. Nel frattempo registriamo con soddisfazione questi passaggi che, uniti alla riforma della scuola, della giustizia, del mercato del lavoro, delle pensioni, del fisco con meno tasse, trasformeranno l'Italia, nonostante l'opposizione strenua e vacua dei conservatori dei privilegi che, speriamo, divengano presto un retaggio del passato. falco
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