Nick: Casual Oggetto: Napoli controcorrente Data: 5/12/2006 21.33.24 Visite: 168
Di Napoli si sa, si deve parlare sempre, anche oltre i limiti degli effettivi problemi della città. Ho già scritto in passato che una coltellata che uccide al nord vale meno di una che ferisce a Napoli, questo almeno secondo repubblica.it. Cosi' come nella stessa giornata calcistica che vede esplodere dei petardi sostanzialmente innocui al San Paolo, ma che - convengo - potrebbero celare minacce ben più concrete, avviene che a Roma tre bergamaschi al seguito dell'Atalanta vengano accoltellati di cui uno in maniera grave e nella partita che oppone la Fiorentina alla Lazio si verifichino incidenti molto gravi con auto della polizia date alle fiamme e scontri fra i tifosi. Naturalmente però si parla del Napoli, si parla, si straparla e si legge delle minacce dei vertici della Federcalcio di far disputare tutto il campionato a porte chiuse, come se non avessero già infierito in tutte le forme possibili sulla città e sulla squadra mandandola in C, mentre per altri (Lazio) si accettavano dilazioni in "appena" 23 anni di un debito ben maggiore dei 35 milioni di euro per i quali è stato dichiarato fallito il Napoli. Questo non vuol dire che io sia d'accordo con quello che è accaduto sabato scorso al San Paolo, mi è sembrato un gesto cosi' atipico e inaspettato che posso addebitarlo solo alla follia di qualcuno o alle cattive intenzioni di altri. Mi spiego, i quotidiani di oggi parlano di una pista estorsiva ipotizzata dal vicequestore De Jesu, un segnale mandato alla rediviva SSC Napoli per far capire che in città non si muove foglia senza che i suoi poteri occulti lo vogliano. Nel primo caso è lecito aspettarsi una rapida individuazione dei colpevoli, una "cazzata" fatta da cani sciolti non dovrebbe passare impunita all'imponente macchina investigativa che pare sia stata messa in campo. Ma anche nel caso sia accreditabile la seconda ipotesi qualche movimento di troppo, qualche chiacchiera in più al cellulare o in giro per la città non dovrebbero sfuggire agli occhi delle telecamere a circuito chiuso dello stadio, alle intercettazioni telefoniche o agli informatori della questura sparsi per Napoli. Dico questo perchè se per l'Avellino - Napoli in cui perse la vita Sergio Ercolano, si è arrivato a individuare, arrestare e/o diffidare per tre anni anche chi era sceso in campo solo per riportare i tifosi sugli spalti, non ho motivi per credere che in questo caso lo sforzo e il rigore delle forze dell'ordine siano meno intensi ed efficaci. Quindi da qui a poco presumibilmente sapremo chi ha lanciato quei petardi e solo allora si potrà fare una valutazione del gesto, capiremo se si devono tirare le orecchie energicamente a qualche imbecille o se dietro c'è la longa manus dei poteri del sistema. Intanto nel dubbio la stampa nazionale "azzuppa", perchè si sa che una decina di bombette di capodanno sparate a Napoli valgono molto di più sul mercato della merce informazione che gli accoltellati e gli incidenti di altre parti d'Italia e, mi spiace dirlo per dei colleghi, quasi sempre l'atteggiamento non è quello di chi vuole fare chiarezza informando, ma quello di stupire per vendere. L'unica cosa certa, sulla quale sembra addirittura concordare la questura, è che questa volta gli ultras non c'entrano, almeno quelli delle curve, che anzi si sarebbero precipitati verso quello spicchio di distinti per acciuffare i responsabili del gesto. Era chiaro che non c'entrassero anche lo stesso sabato sera, tuttavia ciò non ha impedito a Il Mattino di domenica di titolare "Follia ultras" e fa niente se in realtà quanto accaduto va contro gli stessi desideri di chi segue la squadra con passione e devozione quasi sacra. In tutto questo dovrei essere a Cesena lunedi prossimo per la partita che opporrà la squadra locale al Napoli e un dubbio mi viene: come saremo accolti dalle forze dell'ordine? Varrà la regola della responsabilità individuale o piuttosto per il solo fatto di esserci fatti 1000 km A/R farà di ognuno di noi al seguito un complice e un colpevole? Spero non sia cosi', ma mi è capitato purtroppo spesso in passato che proprio cosi' sia andata. Noi ci saremo e non credo proprio che qualcuno vada là con l'intenzione di provocare incidenti, speriamo di non tornare con un altro Gianluca a casa e, magari, si dirà che anche stavolta siamo stati noi a tirargli un petardo. Non rileggo, è luong e il box è troppo piccolo, perdonate errori eventuali. |