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Nick: Hightecno
Oggetto: IDEE & ULTRAS
Data: 5/12/2006 23.51.10
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di seguito un passaggio di un mio messaggio lasciato ad un utente del sito nonchè storico membro di uno storico gruppo.
Mi piacerebbe condividere il pensiero con chi ama il tifo, la maglia, la passione, per, magari, percorrere un pensiero comune ed eventuali idee.
"credo che le intere forze ultras siano giunte ormai ad un bivio storico: il calcio sta cambiando e se davvero non ci si vuol far scalciare e schiacciare dalla politica, dalla criminalità (che poi E' la stessa POLITICA) e dalle pay tv, se si vuole rinnovare la figura ed il ruolo dell'ultras come parte attiva e PROTAGONISTA ridandole CREDIBILITA' nel calcio di oggi, le cose dovrebbero cambiare.
Siamo passati dall'era del calcio e del tifo improvvisato, dove i gruppi ultrà erano molto organizzati SOLO nel loro interno, ma inesistenti (se escludiamo la parentesi palummelliana che è poi degenerata nel lucro) nei rapporti con le altre realtà del calcio, ad un epoca in cui i gruppi organizzati non solo restano ai margini come realtà da fenomeno da baraccone, ma hanno di contro i mezzi di informazione che AMPLIFICANO,GIUDICANO E SPESSO CONDANNANO tutto quello che può succedere in uno stadio di calcio.
Specialmente in casa nostra, a NAPOLI, che tutto distrugge e crea, crea e distrugge.
Invece bisognerebbe fare leva sull'organizzazione già esistente e le forze mentali (e fisiche) di un' esercito di "innamorati di una maglia", per educare le persone alla vera CONOSCENZA della mentalità ultras, diffondendo la CULTURA dei cori, degli stendardi, dei codici d'onore ultras di antica memoria.
Una mentalità che, sono daccordo, pretende di rispondere alla mancanza di rispetto con la violenza, ma che forse fa troppo poco per meritarsi il rispetto da TUTTI, vuoi per i CANI SCIOLTI, vuoi per demenza mentale delle forze dell'ordine e da chi le comanda.
In questo modo però,l'ultras resta e resterà sempre e solo sinonimo di VIOLENZA ANIMALESCA, IGNORANZA, POVERTA' DI INTELLETTO.
Ma io e te, come tutte le persone che conosciamo e che non sono "ospiti" della curva, non siamo violenti, ignoranti o deficienti.
Certo, se ci provocano noi rispondiamo, ma hanno la possibilità di provocarci proprio perchè siamo considerati cosi, e le forze dell'ordine si sentono autorizzate a caricarci, come se fossimo bestie da macello.
Per non parlare di come ci "ammazza" l'opinione pubblica: a loro basta scrivere un articolo su un giornale, gli serve un pc ed una stampante, niente spranghe o cinture o lacrimogeni.
Ed il problema non sono nemmeno le tifoserie avversarie, ormai per battere quelle ci è bastato semplicemente alzare voce, stendardi e coreografie, anche in trasferta.
Ma questo lo sappiamo già fare bene, molto bene, meglio di tutti.
E a dimostrazione di questo ci sono le cronache della maggior parte degli scontri degli ultimi anni: mazzate che volavano o contro le forze dell'ordine o all'interno della curva stessa!
Ma se davvero l'unico obbiettivo dell'ultras è la VITTORIA DELLA MAGLIA, L'ONORE DEL TRIONFO, LA GIOIA DELLA GLORIA, bisogna che le forze ultras si uniscano in un unica realtà, magari federale (mantenendo quindi viva la storia di ogni gruppo), che cambi strategia di intenti, che usi le stesse armi di chi li attacca per rispondere e far venire fuori sempre la verità in modo credibile (non bastano i pur apprezzabili striscioni di accusa), per diventare parte attiva della giostra del calcio: se il pallone è ormai uno spettacolo, l'ultras deve diventare CONDUTTORE dello spettacolo stesso, sorprendendo l'opinione pubblica e avendo una cassa di risonanza, attraverso i mass media (che inevitabilmente tutto guardano e tutto sentono, purtroppo), che dia visibilità, rispetto e PERSONALITA' a tutto il movimento.
I mezzi ci sono, la passione anche: ci vorrebbe solo la volontà di farlo, facendo tutti apparentemente un passo indietro che, cmq, sempre con COERENZA, sarebbe un futuro passo avanti."
"Pensare è facile.Agire è difficile.
Agire seguendo il proprio pensiero è la cosa piu' difficile al mondo"
