Nick: Verità Oggetto: solidali con geremicca Data: 7/12/2006 11.3.46 Visite: 201
Insu Tv - L’editore di Telelibera minaccia chi si occupa della vicenda Atti intimidatori da parte di Telelibera verso i giornalisti che si occupano della vicenda Global Project Napoli - Venerdì 8 dicembre 2006 Spot televisivi minatori, manifesti sotto casa e sotto la sede del Corriere del Mezzogiorno, cosi’ l’avvocato Varriale editore di Telelibera intimidisce il giornalista Fabrizio Geremicca che si e’ occupato dell’occupazione della frequenza 19vhf da parte di Telelibera che di fatto oscura la Telestreet Insu Tv. Insu Tv - L’editore di Telelibera minaccia chi si occupa della vicenda PREMESSA: Dopo l’iniziativa a Telelibera, l’incredibile dott Lucio Varriale ha reagito prendendosela, piuttosto che con noi, con il giornalista Fabrizio Geremicca del Corriere del Mezzogiorno. La doverosa premessa è che Fabrizio nel 1996 fu denunciato da Varriale insieme alla Voce della Campania, perchè su questo mensile aveva scritto una serie di articoli critici contro di lui per "l’affaire Themis": il pacco delle assicurazioni greche che costavano meno ma, secondo il Pm Cantone, Varrriale era in combutta con una serie di personaggi di pubblica sicurezza che istruivano pseudo-indagini per non pagare le richieste di risarcimento. Poi Varriale è stato assolto da questo procedimento (e i maligni sostengono che c’è una relazione con la quantità di magistrati che ospita in trasmissione...), ma durante quel periodo ci furono una serie di duri articoli della Voce contro la sua spregiudicatezza finanziaria. Ebbene Varriale denunciò la Voce della Campania per "tentata estorsione", in quanto sosteneva che avrebbero preteso l’acquisto di pubblicità sul giornale in cambio della fine degli attacchi... Alla fine si è accordato con il direttore della Voce, ospitandoli sulla sua emittente e rimase "sotto botta" solo il povero Fabrizio, che però ne usci subito in quanto era chiaro che anche ammesso che la richiesta ci fosse stata non poteva certo venire dall’articolista free-lance, che per quel pezzo guadagnava 50.000 lire e non gliene poteva fregare di meno della vendita di pubblicità della Voce... Dopo l’iniziativa dell’altro giorno Fabrizio ha scritto un articoletto di venti righe in cui non parla nemmeno di "gestione speculativa" dell’etere da parte di Telelibera come abbiamo detto noi nel comunicato, ma semplicemente di iniziativa di protesta contro "l’occupazione della frequenza provinciale" da parte di Varriale, che così oscurava l’esperienza di InsuTv. L’incredibile reazione di Varriale è stato attacchinare sotto al Corriere del Mezzogiorno e nella via in cui abita Fabrizio dei manifesti anonimi che lo attaccano, tacciandolo di "informazione faziosa" e ricordando che è stato già denunciato per "tentata estorsione" nel ’96 (senza ricordare però che è stato prosciolto...). In più le tivu connesse al suo gruppo (Julie Tv e Italia Mia) mandano continuamente un lungo spot con la scritta "VERGOGNOSO" dove la voce di fondo di Angelo Pompameo (direttore di Telelibera), con la stessa gravità che potrebbe avere la denuncia del ritrovamento di Polonio nel sottosuolo di Acerra, dice le stesse cose del manifesto (per inciso l’informazione di Fabrizio sarebbe "faziosa" perchè "non c’è stata un’occupazione della sede o comunque una protesta dei noglobal, ma solo una visita e un confronto cordiale"...). Lo spottone va anche sulla nostra vicenda, ma in modo più conciliante, perchè se da un lato precisa che loro sarebbero gli unici ad avere diritti sulla frequenza, però dice anche che si stanno attivando per risolvere il problema, perchè "mai e poi mai" vogliono azzittire un’emittente libera e no profit del territorio...! COMUNICATO STAMPA Come mediattivisti e realtà di movimento napoletane esprimiamo la nostra piena solidarietà al giornalista del Corriere del Mezzogiorno Fabrizio Geremicca. Questo giornalista infatti è oggetto di una sconcertante aggressione mediatica tramite manifesti anonimi e lunghi spot (dai toni francamente tragicomici) sulle emittenti del gruppo Telelibera. La sua "colpa" sarebbe l’aver fatto "informazione faziosa" sull’iniziativa di venerdì dei mediattivisti napoletani nella sede di questa Tv (In particolare avrebbe dipinto come un’azione di protesta pubblica quella che secondo l’emittente è stata solo una "visita cordiale"). In realtà Fabrizio Geremicca ha semplicemente e correttamente riportato i termini di una protesta pacifica ma convinta, di cui, come altri giornalisti, è stato informato tramite un nostro comunicato stampa documentato da materiale video e fotografico ( riprese sono state effettuate anche da Telelibera). La stessa notizia, in termini analoghi, è stata riportata ad esempio dal giornale Liberazione. A questo punto per chiarezza ri-precisiamo alcuni punti già presenti nel comunicato stampa di venerdì o comunque discussi da telelibera nel suo lungo spot: InsuTv non è un’emittente privata, ma un "media comunitario" di strada, cioè un’ esperienza del tutto no-profit, che non ospita pubblicità o altre fonti di guadagno e nasce esclusivamente da una riflessione politica e sociale sul diritto di accesso alla comunicazione. "Per scelta" quindi non cerca di inserirsi nel "mercato semilegale" dell’emittenza privata nella nostra regione, né di occupare frequenze su un territorio vasto con antenne sul Vesuvio o sul Monte Faito. Fa parte invece di un movimento nazionale dei media comunitari che rivendicano un nuovo riconoscimento pubblico per la comunicazione no-profit e la trasformazione in chiave orizzontale dei processi di produzione comunicativa, ritenendo questi due fattori fondamentali per l’allargamento degli spazi di democrazia materiale in questo paese. Per condurre questa battaglia, come molte altre telestreet, occupa e autogestisce un piccolo cono di etere su cui nessun altro sta trasmettendo. Il "corto range" della trasmissione consente di passare dalla tele-visione alla proxi-visione rompendo la separazione tra utenti e produttori della comunicazione. Come un piccolo centro sociale dell’etere, insomma, ne occupa un pezzetto per produrre cultura e informazione dal basso e per denunciare, nello stesso tempo, la mercificazione escludente che domina questo settore fondamentale per la vita pubblica. Le telestreets poggiano la porpria esistenza legale su un buco normativo della legge Mammì, ma in tutta franchezza riteniamo che la loro legittimità sociale e politica vada al di là dei cavilli e ce ne assumiamo la responsabilità pubblicamente. Quando Telelibera ha acceso il suo segnale sulla frequenza 19 a Napoli e provincia, InsuTv trasmetteva su essa al centro storico di Napoli da circa due anni, coinvolgendo movimenti e società civile, studenti, disoccupati, ambientalisti, migranti.. pubblicando le sue produzioni sui principali portali del mediattivismo italiano come ngvision.org.. In Campania inoltre sono nate e stanno nascendo altre telestreets, tanto da suscitare l’attenzione dei media mainstream e gli studi di ricercatori e tesisti dell’Università Federico II e del Suor Orsola Benincasa. Quando venerdì una cinquantina di mediattivisti ha invaso pacificamente la sede di Telelibera (senza interromperne, per scelta, le attività), si è inteso rivendicare la legittimità di questo percorso e insieme denunciare la logica accumulatrice e speculativa con cui spesso si muovono gli imprenditori dell’etere. Lucio Varriale ha venduto, monetizzandolo, il canale 63, ma ha anche acquisito al suo gruppo altre due emittenti (Julie tv e Rete+Italia). Il suo diritto a trasmettere non è quindi in discussione! Nel colloquio avuto dopo l’iniziativa col dottor Varriale abbiamo appreso (senza vederne la documentazione) che la "pezza d’appoggio" di Telelibera per occupare questa nuova frequenza non è ovviamente l’assegnazione della stessa (le frequenze dal 15 al 20 non sono assegnabili..!), ma l’acquisizione di uno status di "transitoria semilegalità". In pratica, secondo quel che abbiamo capito, funzionerebbe così: un’altra emittente privata che ha la concessione ma non la frequenza, si mette a trasmettere abusivamente e quando il ministero prova a interromperne le trasmissioni ottiene la sospensiva del tar in attesa che si risolva la controversia giuridica. Intanto può guadagnare con la pubblicità e monetizzare questa stessa sospensiva... Varriale avrebbe infatti rilevato questa situazione acquisendola da un’altra tv e lo stesso avrebbe fatto anche con la frequenza venti ! Il tutto naturalmente a prezzi stracciati. Ma al di là dei meccanismi è proprio questa logica che ci interessa pubblicamente criticare: l’etere è un bene socialmente rilevante e scarso e non può essere mercificato come un prosciutto, speculando all’ingrosso sulle frequenze perfino al di là della necessità di trasmetterci qualcosa...!! Per onestà intellettuale osserviamo infine che l’editore Varriale non è certo isolato in questo modus operandi permesso dalla legge Mammì e dall’attuale assetto delle telecomunicazioni. Esempi ben più clamorosi ci sono sia su scala nazionale (vedi Retequattro) che regionale, dove la gran parte delle emittenti - spesso con una programmazione decisamente più impresentabile di Telelibera- si muove secondo spregiudicate logiche proprietarie. Ma questo mal comune non è un buon motivo per goderne! Finchè si accetterà questo modello di occupazione dell’etere discutere di libertà di informazione rischia di essere un’esercizio ozioso... InsuTv - Televisione di strada napoletana http://www.globalproject.info/art-10241.html |