Nick: VL82 Oggetto: Generazione noia.. Data: 13/12/2006 16.38.4 Visite: 148
Volevo condividere con voi un articolo apparso oggi sul Messaggero. E' riferito a Roma ma, credo, potrebbe essere stato fatto in qualsiasi città d'Italia.. E' un articolo che mi ha colpito molto.. possibile che i ragazzi di oggi siano tutti (o quasi) cosi'..? Il sole, davanti al liceo Giulio Cesare, allunga raggi tiepidi nel freddo del mattino, Carlotta ci si rannicchia dentro lasciandosi incendiare gli occhi ed i capelli biondi, è un bel sole caldo, che fa sembrare assurdi certi discorsi sulla morte. Lo sa, Carlotta, che puoi incrociarla, la morte, in discoteca, vai lì a ballare e invece stramazzi a terra sfinito, collassato, capita a tanti, se non sai dire no quando ti mettono sotto il naso le pasticche, («e te le mettono sempre, nelle disco»), se non riesci a capire quando bisogna smetterla con l’alcol, «e magari finisci in coma etilico, è accaduto a un mio amico l’anno scorso, durante la gita della scuola», uno dei tanti che pensano di riempire così i vuoti, e invece rischiano di finirci dentro, sprofondati. Come la ragazza di quarta ginnasio scivolata in coma allo "School party", l’altra sera. Lo sa, Carlotta, che cosa può accadere, ma non tutti lo sanno, «lo impari quando hai 16, 17 anni, come me, allora sai cosa rischi, magari bevi un po’, ti ubriachi qualche volta, e vomiti, ti fai pure le "bombe", però sai darti il senso del limite, rispetti la tua salute ed il tuo corpo, non come quelli di 14 anni, che hanno ancora la testa delle medie». Le medie: Lucia, 17 anni, fa la catechista per una seconda, e li conosce bene, «una generazione che sembra impazzita, cambiata in pochi anni, parlano solo di sesso e di droga, non hanno freni inibitori, fanno le gare di bestemmie a 11 anni». Generazioni a strati, per le variabili bastano due o tre anni, e le variabili sono sempre più accellerate, più inquietanti. Liceo Giulio Cesare, quartiere Trieste, scuola di destra, un tempo, adesso la politica sembra sparita anche dai muri, adesso Lollo è un gay, Francesco è uno zozzone, Francesca ama Alberto, Io me ne sto in panciolle, burle, inni all’amore, inni all’apatia. «Ora la gente non è più di destra nè di sinistra -dice Marco- ora è prevalentemente indifferente. Direi che non è niente». Generazione niente: passioni inaridite, molta noia, ubriachi di informazioni, di cellulari, di i-Pod, di informatica, ostaggi dei tempi, nevrotici, storditi: «abbiamo troppo, sin da quando eravamo bambini, televisione, telefonini, computer... Non riusciamo più a divertirci. Ecco, direi che il punto è questo: dovremmo imparare a divertirci con le cose semplici, senza esagerare». Saggio Filippo, censore degli eccessi. Ma poi vai alla disco, e lì ci sono gli altri, «e tu sei portato a fare quel che fanno loro, perché non vuoi, non puoi sentirti diverso». Si chiama omologazione. Per loro si chiama, invece, branco. Colpa del branco che ti inghiottisce, annulla le identità, rende conformi i comportamenti? Ma no, «essere anticonformisti è anche quello conformismo», giura Serena, e allora tutti uguali, che problema c’è? Uguali, o quasi: «C’è quello che vuole farsi del male e se lo fa - spiega Giuseppe- quello che si fuma la canna in gruppo una volta ogni tanto, quello che fa tutto da solo, e si compra la mer... e poi si sente male». Ma non è questo il punto. «Direi che dovreste farvi un esame di coscienza anche voi adulti -accusa Ilaria- perché, se accadono cose come quella che è accaduta alla nostra compagna allo "School party", anche voi avete le vostre belle responsabilità». Vediamo, allora: che cosa abbiamo fatto? Che cosa abbiamo omesso? Giulia, 16 anni, giudice riccioluto in jeans con abbondante esposizione di ombelico, comincia la sua requisitoria: «Voi non ci informate, ci lasciate senza spiegazioni. Venite in classe a farci la lezione sulla droga, a dirci cose traumatizzanti, terroristiche, dite che con le canne friggono le cellule cerebrali.. allora tu per dispetto torni a casa e ti fai una bella "bomba". Ci raccontate che l’erba e la cocaina sono uguali, fanno lo stesso male. Questo vuol dire non essere credibili, rinunciare ad informarci, abbandonarci a noi stessi». Roberto, 17 anni, conclude: «E poi i genitori dovrebbero essere meno oppressivi e più presenti. Dovrebbero saperci educare, senza soffocarci. Tutto dipende da loro: se sono proibizionisti tu fai quello che ti negano per sfida. Se sono assenti lo fai per disperazione». Passa Lucia, mamma di 15enne. E’ qui per un colloquio con un’insegnante. Ascolta, scuote il capo si allontana. «Tutto facile, per loro. Ma io non so più che fare. Se li lasci liberi non sai in che guai finiscono. Se dici di no si ribellano, si allontanano, ti odiano. Mi sono abituata a convivere con l’ansia, con la paura..». Rabbrividisce. Il sole è andato via. "La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precendente" (Albert Einstein). " Il culo anche.." (Eva Henger) |