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Nick: sweetlo
Oggetto: CASALINGHI.....
Data: 16/12/2006 11.9.17
Visite: 759













Professione «casalingo» per 4mila uomini
Ce l’hanno scritto sulla carta d’identità ed un cinquantenne toscano li ha riuniti in associazione


Professione? Casalingo. Oggi si può scriverlo anche sulla carta d’identità, vinte le resistenze delle burocrazie cui pareva strano che un uomo potesse esercitare questa professione. E «casalingo» è scritto sulla carta d’identità di Fiorenzo Bresciani, di Pietrasanta, il capoluogo della Versilia, alle spalle di Forte dei Marmi e di Viareggio, da alcuni anni patria di scultori italiani e stranieri. Non contento di occuparsi della casa (dalle pulizie, alla spesa, alla cucina e a quanto serve a mandare avanti una famiglia) mentre la moglie Daniela - medico omeopata - si preoccupa di portare i soldi a casa, Bresciani ha dato vita all’ Associazione uomini casalinghi, con lo scopo di dare voce ai maschi che hanno scelto professionalmente la casa. «In Italia sono almeno 4mila», valuta Bresciani, «ma molti si vergognano a dirlo». Un migliaio gli aderenti all’Associazione. Finora il sodalizio è vissuto come movimento senza clamore; ma ora gli Uomini casalinghi hanno deciso di uscire allo scoperto e di strutturarsi in Associazione nazionale, con tanto di iscritti e cariche sociali (Bresciani è il presidente). Lo scorso anno c’è stato un raduno nazionale. L’iniziativa ha già avuto eco su molti giornali del Centro; Bresciani in passato è pure intervenuto al Maurizio Costanzo Show. All’inizio del giugno scorso è stato anche a Brescia per partecipare al convegno tenuto per il ventennale del Moica, il Movimento italiano casalinghe di Tina Leonzi, con il quale intende avere rapporti di collaborazione. L’Associazione ha il proprio sito Internet: www.uominicasalinghi.it. Ma come e perché un uomo decide di fare il casalingo? Fiorenzo Bresciani, che ha 50 anni, ha fatto diversi mestieri prima di questa scelta definitiva: tra l’altro ha avuto una macelleria e per molti anni ha fatto, da collaboratore esterno, il «cameraman» per la Rai e per Canale 5. Dunque era lui a mantenere la famiglia quando la moglie doveva laurearsi e poi farsi strada professionalmente. Ma appena possibile, anche se i due non hanno avuto figli, ha scelto di lavorare in casa (e senza minimamente subire quella che per molte donne è la «crisi della casalinga insoddisfatta»). Certo, da parte di amici e conoscenti, non mancano sorrisetti di sufficienza, pregiudizi e incomprensioni. Ma Fiorenzo non si scompone. «Ai miei contestatori spiego sempre alcune cose che mi paiono fondamentali: nel lavoro non ho un capo e ho molto tempo libero; insomma sono fuori dalla corsa alla produttività che porta stress a molti lavoratori normali». E, oltre che alla casa, Bresciani si dedica ovviamente anima e corpo all’Associazione, appoggiato dalla moglie che lo segue in ogni iniziativa. Nato dalle idee del milanese Antonio D’Andrea, il sodalizio degli Uomini casalinghi predica il superamento dei modelli tradizionali di maschio e femmina, dunque investe il punto centrale della cosiddetta questione femminile. Si tratta di abbandonare il modello di «maschio guerriero», carico di responsabilità e schiacciato dalla razionalità, sottraendosi al mito patriarcale della corsa al successo sul lavoro e nel sociale. Tra l’altro il potere in mano agli uomini ha storicamente prodotto guerre e inquinamenti. Il maschio - sottolinea l’Associazione - deve invece riscoprire la sfera della «cura» di sé e dei rapporti sociali. In questo senso va riscoperto anche il valore delle faccende domestiche, un lavoro in nessun modo svilente, e vanno appoggiate le donne che intendono lavorare fuori casa ed espletare mansioni sociali.















MASCHI ITALIANI, CHE BRAVI CASALINGHI!
Lei lavora, lui sta in casa ad accudire il nido: è il nuovo equilibrio tra le coppie

coppie



di Vincenzina Foceri (daQuiItalia)

Incontrare un uomo che cucini, stiri, faccia il bucato non è più un sogno irrealizzabile per molte donne ma una realtà. È sempre più diffusa tra gli uomini del Belpaese, e non solo, l’abitudine a mandare avanti il nido da soli, senza delegare i lavori domestici alla dolce metà. Alcuni per necessità, altri per una libera e consapevole scelta. In America lo chiamano "trophy husband", "marito trofeo".


In Italia, secondo i dati delle ricerche pubblicitarie, gli uomini che cercano di dedicare, almeno parte del loro tempo, alle faccende domestiche sono circa quattro milioni. Alcuni di essi, circa quaranta mila, hanno deciso di riunirsi per far sentire la propria voce e le proprie esigenze. Quindici anni fa è nata l'Associazione Uomini Casalinghi, per un’idea del filosofo Antonio D'Andrea, presieduta oggi da Fiorenzo Bresciani.

Il movimento, dopo la sua fondazione nel 1985, ogni tre anni indice un festival dedicato ai compagni di avventura al grido di "Il governo del mondo alle donne, il rigoverno della casa agli uomini". Nel sito dedicato dell’associazione vengono presentate le finalità: "abbandonare il modello di maschio guerriero, carico di responsabilità e schiacciato dalla razionalità, e riscoprire la cura di sé, del proprio corpo e delle relazioni sociali dedicandosi alle attività casalinghe". L’idea è quella di promuovere una nuova figura di uomo, dedito alle attività domestiche e a qualche lavoretto che gli consenta di coltivare i suoi interessi. Insomma tutto quello che le donne hanno sempre desiderato.

I massai italiani a tempo pieno, secondo i dati disponibili, non sarebbero più di 3-400 mila. La maggior parte si occupa delle faccende di casa perché costretto più da fattori esterni che non per libera scelta. Nonostante questo, il "Movimento uomini casalinghi", per bocca del suo presidente, ci tiene a far sapere che nell' uomo esiste un' indole domestica che deve essere assolutamente riscoperta per riportare alla luce valori dimenticati, come la vita familiare completamente cancellata dall' affannosa ricerca quotidiana del successo nel campo del lavoro.

Compito dell'A.u.c. è di supportare questa nuova figura di "uomo delicato" che si sta affermando a discapito del vecchio rude macho. Organizza, a tal proposito, corsi e incontri che servano ad insegnare i trucchi di un mestiere, per millenni solo prerogativa femminile. I membri del movimento, possono così, apprendere le tecniche per non fallire in cucina, e come curare la casa secondo metodi più adatti agli uomini.

Ma cosa distingue un casalingo da un comune uomo che ogni tanto si cimenta a far da mangiare o a stirare le camice? Innanzitutto è bene non confondere il casalingo con l’uomo single, si tratta di due categorie ben distinte, per quanto entrambi devono darsi da fare tra le mura domestiche. Fare il casalingo vuol dire abbracciare una filosofia di vita prima sconosciuta al sesso forte: riappropriarsi di quegli spazi finora negati e godere di un rapporto nuovo con le quattro mura.

È bene sapere che i casalinghi sono soprattutto uomini sposati, per lo più mariti di donne manager che le sostituiscono in tutto e per tutto nelle faccende domestiche. È errato pensare a questi come a delle colf che lavorano incessantemente tutto il giorno. Il massaio riesce anche a trovare lo spazio per dedicarsi alle proprie passioni e ai propri hobby, non rinuncia alle tanto amate partite di calcio e non inizia a vedere le soap opera solo perché investe questo ruolo. Sono tutti luoghi comuni da sfatare.

Gli stereotipi intorno alla figura del maschio, che è tanto più forte quanto più evita i fornelli e la lavatrice, sono ancora molto diffusi. Questo è particolarmente vero nelle regioni del sud Italia, per questo motivo l’A.U.C non è riuscita a coinvolgere ancora tutta la penisola. Il massaio vive quasi sempre al Nord, dove peraltro è maggiore il numero delle donne in carriera; la sua terra d'elezione è la Toscana, seguita dalla Liguria.

Anche se non vengono visti di buon occhio da tutti, per il momento i casalinghi italiani possono gioire almeno dell’appoggio delle loro colleghe. Il Moica (Movimento Italiano Casalinghe) ha dato la sua benedizione al circolo dei "re della casa". Le donne non si sentono minacciate dai rivali dell’altro sesso, anzi gioiscono del fatto che anche gli uomini comprendano quanto sia difficile, e allo stesso tempo gratificante, prendersi cura del proprio nido, senza frustrazione alcuna.

Intanto l’associazione si batte per ottenere un riconoscimento a tutti gli effetti, chiedendo la pensione, l'assicurazione per gli infortuni in casa e anche l’attestazione del ruolo di casalingo sulla carta di identità. Il Movimento vuole essere molto più di un semplice club per uomini alle prese con il bucato, aspira a diventare una vera e propria piattaforma di tipo sindacale.















Casalinghi si diventa? Certo. Lo conferma il loro presidente. E lo prendiamo in parola: in un’ora trasformiamo in uno chef un "volontario" che non ha mai cucinato


Chiara Tacconi


Quando decidono di non lavorare, mettersi il grembiule e dedicarsi alla casa e alla famiglia, arriva persino la BBC ad intervistarli. Sono gi uomini casalinghi d’Italia, fenomeno molto diffuso, molto osservato ma poco capito. E per uscire un po’ dai fraintesi e dai luoghi comuni, questi signori si sono riuniti in un’associazione che conta oltre quattromila iscritti in tutta la penisola. Il fondatore e presidente è un toscano, Fiorenzo Bresciani, 52 anni, di Pietrasanta, che a un certo punto della sua vita ha visto che era possibile fare quello che si fa in tante famiglie: un coniuge continua a lavorare, l’altro smette e sta a casa. Lui ha chiuso la sua attività commerciale, la moglie, medico, libero professionista, può lavorare per tutti e due.

Si alza per primo per preparare la colazione, poi accompagna la moglie Daniela in studio e dopo averla aiutata a sbrigare un po’ di amministrazione e segreteria torna casa. La mattina è dedicata ai fornelli. Niente di eccezionale, dice, una cucina semplice e genuina, con grande attenzione alla tradizione e con un paziente lavoro di recupero dei piatti dei nonni. Il problema è che quasi sempre le ricette vengono tramandate di madre in figlia, e ha dovuto "rubare con gli occhi il mestiere" come dice lui, infiltrandosi nelle cucine altrui, ma è stato basilare anche l’aiuto della moglie per riscoprire, ad esempio, i piatti a base di "erbucci", le erbe selvatiche raccolte in zona; oppure quella che i contadini chiamavano "la carne fatta in casa": una bomba proteica tutta vegetale, fatta lasciando fermentare una pasta d acqua e farina ed estraendo piano piano il glutine… Già, il seitan, quello che oggi si compra a peso d’oro nei negozi di alimentazione naturale, la carne dei vegetariani, che tutti credono provenire dall’oriente, e che in realtà veniva prodotto anche qui. E poi il risotto con le arselle, e tanti altri piatti della tradizione versiliese, a metà fra mare e terra.

Il pomeriggio Fiorenzo lo dedica ai lavori domestici. Lavare, pulire, stirare. È qui che si ferma di solito la buona volontà di tanti uomini che "aiutano in casa". «Anche fra i nostri soci abbiamo visto che molti non hanno problemi in cucina, ma non sanno assolutamente gestire la casa. Tanti ci contattano con delle vere e proprie richieste di aiuto, magari sono i trentenni single che non hanno idea di come svolgere i lavori domestici. Allora ho pensato di organizzare un master per insegnare agli uomini ad occuparsi della propria casa. Abbiamo girato l’Italia con questo corso di specializzazione, utile ma anche divertente (stirologia, epistemologia del bucato, benessere psicologico in casa, ecc. ) e siamo stati premiati come "idea migliore dell’anno"». (…continua)


Edizioni Aida








Lo que no me mata me fortifica!



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CASALINGHI.....   16/12/2006 11.9.17 (758 visite)   sweetlo
   ilà abbi fede   16/12/2006 11.11.58 (65 visite)   JaNNiNoQuai
   re:CASALINGHI.....   16/12/2006 11.13.51 (70 visite)   sweetlo
   juwà   16/12/2006 11.14.33 (69 visite)   !!!!!^SpiKe^
   re:CASALINGHI.....   16/12/2006 11.16.30 (103 visite)   sweetlo (ultimo)

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