Nick: Verità Oggetto: è vergognoso chi diffama Data: 16/12/2006 14.23.20 Visite: 189
05.dicembre.06 Il Manifesto di Francesca Pilla Attacco a InsuTv e ai mediattivisti Un trafiletto di 20 righe, pubblicato sabato sul Corriere del Mezzogiorno, per raccontare l'occupazione di un'emittente televisiva napoletana da parte di un gruppo di mediattivisti e il mattino seguente l'autore si è svegliato con la strada della sua abitazione tappezzata di manifesti. «Vergognoso attacco di Fabrizio Geremicca all'editore di Telelibera - recitano i poster bianchi e azzurri - Non c'è stata nessuna occupazione no global». Le offese proseguono nelle megalocandine, disseminate anche nelle strade adiacenti alla sede del quotidiano del gruppo Rcs perché il giornalista avrebbe scritto «un articolo «fazioso, incompleto e pretestuoso». Ma c'è di più, le emittenti del circuito Telelibera - Julie Tv e Italia Mia - da due giorni mandano in onda un lungo spot con la scritta «vergognoso», dove si ripetono gli stessi concetti del manifesto. Ma cosa avrà riportato mai nel suo trafiletto questo giornalista free lance e precario per meritare tanta pubblicità? Venerdì mattina i no global sono entrati pacificamente nella sede della tv privata per rivendicare il diritto a esistere in quanto medium sociale. Una cinquantina di mediattivisti insieme all'intera redazione di Insutv, la telestreet del centro storico di Napoli, hanno organizzato un blitz contro Telelibera 63 perché da qualche tempo si è inserita sul canale Vhf 19 oscurando la tv di quartiere che trasmette no stop da quasi tre anni e costringendola a spostarsi sulla frequenza Vhf 20. La telestreet ha contestato al proprietario Lucio Varriale - che già dispone di numerosi ripetitori sul Vesuvio e sul Monte Faito - di voler ricoprire un'intera frequenza provinciale non assegnabile per legge. In questa maniera Varriale acquisirebbe uno status di «transitoria semilegalità», perché ora le tv locali «campano» così: un'emittente privata che ha la concessione ma non la frequenza, trasmette abusivamente e quando il ministero prova a interromperne le trasmissioni ottiene la sospensiva del Tar in attesa che si risolva la controversia giuridica. Intanto può guadagnare con la pubblicità e mercanteggiare con la sospensiva stessa. Varriale avrebbe, infatti, rilevato questa situazione acquisendola da un'altra tv. «Nel frattempo - spiega uno dei mediattivisti - ha tentato di cancellare un'esperienza non commerciale, senza pubblicità né altra forma di lucro. Noi operiamo in un cono d'ombra, ma abbiamo dato vita in città ad un movimento di riappropriazione nell'accesso diretto all'informazione e alla comunicazione». I programmi di Insutv sono, infatti, realizzati dai mediattivisti, dalle associazioni del territorio e dai movimenti sociali. «InsuTv - dicono dalla redazione - è un'esperienza del tutto no-profit, che non ospita pubblicità e nasce da una riflessione politica e sociale sul diritto di accesso alla comunicazione». Non cerca di inserirsi nel mercato semilegale dell'emittenza privata. La loro parola d'ordine è dalla tele-visione alla proxi-visione. Questo in sintesi è anche quanto raccontato dal giornalista, che spiega: «Mi sono limitato a riportare un fatto di cronaca, la risposta di Varriale è invece intimidatoria. Qui è in gioco la libertà d'informazione in Campania». Ieri la Telestreet e Radiolina, la radio di officina 99, i centri sociali hanno espresso solidarietà al giornalista, anche se Variale avrebbe promesso di liberare la frequenza. «L'aggressione a Geremicca - è scritto in un comunicato - conoscendo la ruffianeria reciproca degli editori napoletani, potrebbe creargli problemi anche lavorativi. Questa vicenda vista da lontano può apparire grottesca, invece è rivelatrice della realtà, dei personaggi e delle censure nel mondo dell'informazione in regione». http://www.insutv.it/index.php#top |