Nick: Gen[i]oma Oggetto: Retoriche dell'intransigenza Data: 31/3/2004 13.25.17 Visite: 142
ho letto fino a un certo punto i forum su "Napoli" poi mi sono fermato per noia.... sono vari giorni che va avanti questa sterile querella che mi ricorda la frase di quel famoso film "O' ciuccio è ferito ma nunn'è mmuort', Napoli nun addà cagnà funiculì funicolà" quello che trovo interessante, però, è l'uso di "retoriche dell'intransigenza" (A.O.Hirshman) il ragionamento retorico utilizzato è del tipo: "se critichi napoli non l'ami, se non l'ami è meglio che te ne vai" a tratti lo stesso ragionamento viene riconosciuto come paralizzante per il processo dialettico stesso da chi lo ha usato... ma per reconditi meccanismi viene riproposto poco dopo mi ricorda un po' il ragionamento "non puoi criticare l'operato del governo perchè eletto da milioni di italiani" per cercare di capire se e quanto sia sbagliata questa retorica ("dell'intransigenza") ricorro a due categorie dello stesso Hirshman (Exit, Voice and Loyalty) L'uscita (exit) è lo strumento di reazione alle prestazioni scadenti che si sostanzia con la defezione. Abbandonare la propria azienda, club del tennis, squadra del cuore, istituzione didattica, marca di pannoloni, etc.. La voce, la protesta (voice) è il tipico meccanismo di reazione alle prestazioni scadenti che si sostanza in una protesta, come nel caso della telefonata al call centre, dello sciopero, del picchetto, degli allucchi nella segreteria della palestra, etc I due meccanismi hanno lo stesso scopo, rendere percettibile il deterioramento delle prestazioni a chi ne ha il governo. nell'esempio dell'azienda sia le proteste che la diminuzione del fatturato sono chiari sintomi che si sta sbagliando strategia. che c'entra la fiducia (loyalty)? centra centra.... esiste un principio detto della "iniziazione severa" e un altro detto della "dissonanza cognitiva" (già vi ho fatto due palle con quest'ultima in passato) Chi viene "iniziato" a caro prezzo, come nel caso della gavetta, del lavaggio del cervello nei corpi speciali o nel caso di economisti cresciuti studiando modelli intrisi di formule matematiche (io ci aggiungerei anche nel caso di chi ha abbracciato teorie politiche assolutistiche di destra o di sinistra) sviluppano un senso di lealtà per quel "modello" che è difficile da scardinare. tale difficoltà deriva da vari elementi: quell'organizzazione / modello da sicurezza, il pensare che sia sbagliato mette profondamente in crisi, è uno asset (un valore), se sono un economista di stampo "matematico" spererò prevalga il mio metodo, tenderò a renderlo il meno comprensibile per dargli lo status di scienza "difficile", etc Capisco che non è il caso di avallare luoghi comuni falsi è strumentali ma mi sembra palese che la mia amata città abbia qualche problemino da risolvere... Se non fosse "palese" il problema lo possiamo affrontare, purchè sia fatto in modo obiettivo e non usando il "sentimento", altrimenti io ho anche un amico che ama vivere a kabul, non per questo a Kabul si vive meglio che a Napoli. ritengo quindi ingiusto usare l'argomentazione "se critichi te ne devi andare" se così fosse tutte organizzazione (o altro) sarebbero state abbandonate da tutti i partecipanti al minimo deterioramento della qualità e sostituite da altre (credo non esisterebbe la società civile) PS. io sono di Napoli e me ne sono andato.... ma voi che restate siete sicuri di essere meglio di me e di amare Napoli più di me? |